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venerdì 2 agosto 2024

No all'autoritarismo linguistico

Cari lettori, ci corre l’obbligo di segnalare una presa di posizione di una entità putiniana, che osa contestare la neo lingua, quella condita da asterischi, corsivi, schwa e altre puttanate simili. Ma al contempo bacchetta anche l’uso opposto, volto a limitare questa grottesca deriva della lingua più bella del mondo.


Insomma, basta autoritarismo linguistico, in entrambe le accezioni.

Basta col femminile sovraesteso e la schwa, che nella corrette parole di Claudio Marazzini, presidente onorario dell’Accademia della Crusca (l’ente putiniano di cui si sta parlando) e professore emerito di storia della lingua italiana, “si presenteranno al mondo come custodi della libertà democratica, mentre in realtà, a loro volta, sono ben propensi a varie forme di autoritarismo”. Basta con gli atenei che impongono il femminile sovraesteso nel proprio regolamento ed aboliscono il maschile ‘rettore’ per mantenere il femminile ‘rettrice’.

Ma anche basta con iniziative, come quella lanciata e poi ritirata dalla Lega, che sanno solo di ideologia e che mirano a vietare per legge, negli atti pubblici, i nomi al femminile di talune professioni. Ricorda ancora Marazzini: “In via generale qualunque nome di genere maschile in italiano può essere volto al femminile e riferito a donne; al contrario, ci sono nomi di genere femminile che non si possono volgere al maschile anche se sono riferiti a uomini”.

Insomma, “bisogna essere cauti nelle innovazioni in sede legislativa perché le leggi hanno un forte impatto sociale e devono risultare comprensibili e chiare, inserendosi in una tradizione di scrittura che non può essere ignorata”.

Davvero, basta. Avete rotto il cazzo.

5 commenti:

  1. Basta aver studiato la grammatica italiana. Alcuni nomi maschili possono avere la valenza neutra. Punto.
    Duro di Menta

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  2. Esatto. Stamattina guardavo l'incontro di judo e il telecronista diceva spesso "l'arbitra" . Non si può sentire.
    Sanguebianconero

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  3. La lingua batte dove il clito ride.

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  4. Anche qui, per giustificare la loro inutile esistenza certi politici si divertono a parlare di queste cosine rivestendole con l'aurea dell'ideologia, e allora propongo una mia personale visione dei fatti con nessuna pretesa di avere ragione. Secondo il mio modesto ed inutile parere un nome può essere declinato al maschile od al femminile se suona bene sennò pace, si farà con quello che la lingua per ora propone in attesa di altre mirabolanti invenzioni. Allora arbitra, ma anche arbitressa fanno cacare quindi rimane arbitro sia al maschile che al femminile; presidenta fa cacare ma presidentessa suona bene; sindaca fa cacare ma forse sindachessa no, qui mi rimane il dubbio; professore e professoressa già esistono senza problemi; dottore e dottoressa nessun problema; vigile e vigilessa; poliziotto e poliziotta vanno bene; rettore e rettrice non vedo il problema; medico va bene ma medica o medichessa fanno cacare quindi rimane medico e insomma via così fino ad esaurimento del vocabolario, ma dove sta il problema?

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    Risposte
    1. Eh... e dove sta il senso di sostituire Cieco con Non Vedente?
      Cieco, non è un sostantivo specifico di una lingua specializzata nei secoli per indicare uno che Non Vede? Da quando Cieco è diventato un aggettivo invece che un sostantivo?
      Dunque perché "Non Vedente" è politicamente corretto mentre Cieco è un'offesa?

      Finiremo per definire "Differentemente Vivo" un Morto!!!

      Tutto molto sensato direi.

      Per me, a questo punto, anche il sostantivo Tavolo è un'offesa, chiedo una forma politicamente corretta e se qualcuno oserà definirmi Scemo lo denuncerò in quanto ho il diritto di essere chiamato "Differentemente Intelligente".

      Cervelli all'ammassooooo!!!!!!

      Quixote

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