Riprendiamo ordunque la nostra analisi su quanto è successo in Itaglia nel 2020, basandoci sul dato tristissimo dei decessi secondo le stime ISTAT.
La domanda che per prima ci poniamo oggi è: dove si è deceduti?
Partiamo da una tabella.
Ordunque, si può facilmente evincere che la Lombardia (16% della popolazione italiana) ha avuto da sola un tasso del 37,9% dei decessi. Lombardia + Piemonte + Emilia Romagna (31% della popolazione italiana) hanno avuto il 57,2% dei decessi. Campania + Puglia + Basilicata + Calabria (28,5% della popolazione italiana) hanno avuto l’11,3% dei decessi.
Possiamo facilmente concludere quindi che si è di fronte ad una regionalizzazione (quasi una provincializzazione) della pandemia italiana, nonostante il virus sia circolato per un anno e forse più, nonostante che la nostra penisola sia fortemente interconnessa per scambi di merci e di persone, nonostante i flussi di movimento dal Nord verso il Sud. Tale disparità di dati si spiega cioè davvero male solo in termini dell’azione di un singolo agente contagioso, che al tempo non aveva avuto varianti diversificate. A riprova di quanto stiamo dicendo, estrapoliamo un caso studio, quello riferito a Roma. La città più visitata d’Italia ed una delle più visitate del mondo, densamente abitata e centro di flusso per milioni di persone al giorno. Ebbene, ci si attenderebbe un numero clamoroso di morti, soprattutto nel primo semestre dell’anno. Ed invece, in modo sorprendente, si contano addirittura meno decessi rispetto al 2019.
Ed infine un’altra e conclusiva considerazione, stavolta sul trend di mortalità annuale del 2020. L’anno della pandemia ha visto un clamoroso innalzamento del numero dei morti totali in Itaglia, si sente spesso dire. Vero, i numeri parlano chiaro: nel 2020 sono morte 746.000 persone contro le 634.000 del 2019. Un dato drammatico, visto che la soglia dei 700.000 decessi si è toccata solo nel 1920 e nel periodo della seconda guerra mondiale. Tuttavia, se si allarga la forchetta temporale per un decennio (2010-2020), si coglie una ulteriore ed inquietante tendenza. Ovvero che, in modo molto costante e progressivo, il tasso dei decessi cresce di 1/10 all’anno senza distinzione. E qui si parla di mortalità per tutte le cause, visto che prima di febbraio 2020 il covid non esisteva ufficialmente. È come cioè se da dieci anni, ogni anno, si sia abbattuta su di noi una piccola pandemia - permetteteci questa immagine un po’ forzata - che ci fa parlare non solo e non tanto di annus horribilis (ed il 2020 lo è stato davvero), ma di decennium horribilis della sanità itagliana. Incredibile ma vero, il covid, affogato in questa analisi decennale, pare ricoprire un ruolo non da protagonista, bensì da comprimario. Eccovi il grafico, ricavato da dati ISS.
Interessante. I numeri ed i dati sono sempre interpretabili e frutto di dibattimenti anche se poi l’epilogo è quasi sempre il medesimo e lasciano il tempo che trovano.
RispondiEliminaVero, i dati sono interpretabili. A fronte di quelli che sto citando io, ad esempio, ce ne possono essere altri. Oppure gli stessi possono avere una diversa interpretazione. Io, che non ho posizione definita, li prendo in quanto tali e li metto alla attenzione dei lettori, ognuno ne faccia l’uso che vuole. E no... i dati non lasciano il tempo che trovano. Esiste una scienza che si chiama statistica, ad esempio, che si basa e basa spesso le nostre vite proprio sui dati. Ed il dato dei decessi, ahimè, condiziona la nostra vita da più di un anno e probabilmente la condizionerà per un bel pezzo di futuro. Ragione per cui, quindi, sul dato dei decessi questo blog ha deciso di ragionare. Ragionamento che spero abbia almeno carattere di originalità. Al-Mutanabbi
EliminaTutto giusto, per carità, ma ci sono (scusa il cinismo) morti e morti. Il covid era un virus sconosciuto e quindi il mondo della scienza è della medicina hanno fatto presente le problematiche e i timori che ci potevano essere. Cosa avrebbero dovuto fare? Ps. Io parlo della parte medica non di quella economica
RispondiEliminaIn che senso ci sono morti e morti??? Io della parte medica non parlo, perché non ho competenze. Mi limito a rilevare che esistevano alternative mediche quasi fin dall’inizio, sicuramente dalla seconda ondata in poi. Cosa potevano fare lo si legge nei due articoli di ieri e ieri l’altro, ad esempio. E non sono cose complottiste, se adesso ufficialmente i nuovi protocolli sono stati adottati da una regione e molte altre chiedono di accodarsi. Al-Mutanabbi
Eliminacon "ci sono morti e morti" volevo intendere che non si può dire che ci sono stati meno morti in generale che negli altri anni, seppure esiste il covid. quello che molti non vogliono ancora capire è che il covid è un virus nuovo, sconosciuto e che quindi dedicargli tempo per trovare le cure, che siano protocolli a casa o ricoveri, è doveroso da parte degli scienziati. per le altre malattie, qualche cura esiste, per questo virus, fino ad un anno fa, no. è altrettanto logico che se chiudi la gente a casa per mesi e mesi, diminuiscono le morti nel totale. tutto questo per dire che i numeri vanno interpretati. tutto qui
EliminaDifatti nessuno ha detto che ci sono stati meno morti, anzi. I numeri sono numeri, sebbene interpretabili. 746.000 e’ più di 634.000... E l’incremento è quasi certamente di morti CON covid, essendo appunto il virus una nuova patologia. E mi pare che non solo gli scienziati, ma il mondo intero si sia bloccato per tentare di gestire il nuovo problema. Però mi pare al contempo che i tumori, gli infarti, ecc seguitino a uccidere, purtroppo. Ma non capisco quando scrivi che se si chiude la gente in casa per mesi le morti diminuiscono nel totale: in che senso? Al-Mutanabbi
EliminaSono numeri chiarissimi e sui quali chi ha studiato Demografia può trarre le dovute conseguenze.
RispondiEliminaPersonalmente già li conoscevo da tempo e la distribuzione geografica è quanto di più sconcertante vi sia stato durante questa epidemia virale.
Comunque grazie per i vari articoli, fonte di discussione e critica.
Fattorini
Prego. Sicuramente sono stati e sono fonte di discussione. W. Al-Mutanabbi
EliminaMolto interessante il dato sulla costante crescita del tasso di mortalità, potremmo metterlo in relazione dunque con l'appiattimento della crescita dell'aspettativa di vita degli ultimi anni. Sarebbe azzardato accostare aumento della mortalità dell'ultimo decennio al definanziamento progressivo della sanità pubblica in atto in Italia almeno dal 1994? Ma se definanziamo la sanità pubblica dal 1994 perché crescita aspettativa di vita bloccata solo nell' ultimo quinquennio. Io un'idea ce l'ho ed è quella che il gap di finanziamento sanitario pubblico sia stato progressivamente implementato dalla spesa sanitaria privata fino quando è stato possibile. Cioè fino a quando il reddito privato disponibile non è diminuito drasticamente e più precisamente dal triennio 2009 2011.
RispondiEliminaIntuitivamente, la tua disamina è molto coerente. Va anche detto che, a memoria, i grandi tagli sulla sanità pubblica mi pare siano avvenuti proprio nell’ultimo decennio. Al-Mutanabbi
Elimina124
RispondiEliminaCos’è
EliminaLa macchina?
C’era anche spider. Al-Mutanabbi
EliminaSperiamo di non passare alle alfa romeo...
Elimina