Penso che una trasferta così gli sarebbe proprio piaciuta.
Erano alcuni anni che non facevo una
trasferta in pullman.
Il mio lento ed infelice
invecchiamento, la mancanza ormai assoluta di senso di sopportazione
e adattabilità, tipico della arteriosclerosi incipiente, mi avevano
difatti ultimamente indotto a trasferte più comode, in macchina, con
pranzo di matrimonio incluso.Questa volta, per una serie di ragioni che non sto qui a spiegare, opto nuovamente per il pullman. Il pullman della LSB, per essere precisi.
Questa che segue è la cronaca dettagliata di una giornata memorabile, che non ci scorderemo mai.
ORE 11,00: ritrovo e partenza
all'Acquacalda. Dopo un rapido esame dei corpi semi-distrutti da anni
di abusi eno-gastronomici degli ultra-quarantenni (sigh!) che
viaggiano con me, arriva il pullman. Sgangherato, battuto, slavato,
molto anni '70 negli interni, che oserei definire essenziali. Alla
guida un povero cristo, tale Teo, pochi capelli, tendenzialmente
strabico. Mi posiziono nelle prime file, impaurito dagli ululati che
giungono dal fondo, insieme a molti dei personaggi che fecero alcuni
anni or sono la storia della trasferte di San Prospero, momento
altissimo nei ricordi di tutti noi.
ORE 11,00-12,30: si parte, con lentezza
esasperante. In rapida successione, vengono affrontati i seguenti
temi: analisi tecnico-tattica della partita della sera, situazione
dell'AC Siena, la crisi della banca, la caduta della città, le
dimissioni del vecchio Papa, storie di massoneria, stregoneria nera.
I dialoghi fluiscono con grande proprietà di linguaggio, tutto pare
tranquillo. Vola qualche canna e qualche gotto.
ORE 12,30: una macchina ci sorpassa,
poi rallenta e si fa affiancare. Dall'abitacolo, una ragazza
letteralmente con mani nei capelli ci fa segno di fermarsi e di
verificare lo stato delle gomme. Teo viene intimato a gran voce di
accostare; lui, inebetito, non capisce un cazzo di cosa stia
succedendo. Spinto dai viaggiatori più aggressivi, alla fine si
ferma all'autogrill “Mascherone”, direzione Roma.
ORE 13,00: viene allestito con grande
efficienza un pranzo anti-colesterolo, anti-vegetarianesimo,
anti-tutto: buristo, salame, prosciutto, salcicce, porchetta da urlo.
Si mangia come delle bestie, mentre il pullman sparisce. Passano i
minuti, poi le ore. Appare il pullman nella piazzola, uno di noi
chiama l'assistenza, che si materializza in un furgoncino con dentro
un omino piccolo con una ruota gigante che sostituisce la nostra. La
visione della gomma in terra è agghiacciante: esplosa, squarciata di
netto in due, tranciata come da una lama. Rifoderata da uno strato
sottilissimo di catrame, liscissima come la pelle del culo di un
cittino. Le altre sono nelle stesse condizioni, pronte ad esplodere
da un momento all'altro. Si ipotizza di cambiarle tutte stile pit stop
ai box del GP di Monza, ma ormai il tempo stringe, dobbiamo
ripartire, pena non vedere il match che vale un campionato.
ORE 15,00: ripartiamo. Teo ha lo
sguardo del border line, tipico di colui che non ha ancorato inteso
un cazzo. Spronato a spingere la carretta a più non posso, fra
bestemmie e incitamenti, ridacchia in modo autoreferenziale. Partono
cori sempre più forti, come a voler spingere il vecchio pullman, ma
una salita infinita ci inchioda sui 100 all'ora fino a Pescara.
ORE 17,30: arriviamo allo stadio. La
cronaca della partita ve la risparmio, tanto l'avete vista tutti. La
rete del 2-3 ci trova vivi, i Pescaresi ci insultano, la gente monta
sulle inferriate, io auguro a tutti di tornare a casa e trovare la
Franzoni in compagnia dei propri pargoli.
ORE 20,30: si riparte. Cori
ininterrotti per circa un'ora, ci si ferma a rimangiare, i cori
continuano, non si fermano, prendono forza, inglobano tutti quelli
che passano, arriva Valiani, arrivano gite che si fermano con noi,
cantiamo senza fermarci per un'ora intera. Un boato ininterrotto, una
delle più grosse libidini che abbia mai provato a seguire il Siena,
la gente balla, canta, alza le mani al cielo.
ORE 23,30: alla fine della
Pescara-Roma, mentre Teo sta per portarci in Piazza San Pietro a
salutare il nuovo Papa, si sente, nell'ordine: un gigantesco puzzo di
merda, poi puzzo di bruciato, poi un sinistro ballonzolio. Teo scuote
la testa e si lascia scappare scapeando: “il motore, il motore...”.
Poi un boato sordo, poi un rumore di copertone che ruzzola per cazzi
propri. Teo ha sbagliato: un'altra gomma è esplosa. Si scende, Teo
non ha nemmeno una pila, illumino io con il mio cellulare, siamo
fermi in mezzo alla strada, il niente intorno. Si rimonta, con la
certezza di arrivare a casa parecchio tardi. Conquistiamo un
autogrill a 40 km/h, ci fermiamo beffardamente sempre a “Mascherone”,
questa volta direzione Firenze.
ORE 24,00-3,00: assedio feroce dei
gitanti contro Teo, che per un attimo rischia di fare da capro
espiatorio dell'approssimazione dell'azienda per cui lavora. Teo
chiama il titolare della My Tour, la ditta di pazzi criminali che ci
ha fatto sostenere una trasferta di 1000 km con le ruote di carta
velina. All'inizio, pare che dicano di raggiungere Siena piano piano;
ad una media di 40 all'ora, saremmo arrivati giusto in tempo per il
pranzo. La gente si incazza di brutto, Teo è costretto a restare
fermo e di fatto è tenuto come ostaggio, la My Tour sveglia un altro
poveraccio, che da Buonconvento ci deve venire a prendere con un
altro bus. Il rischio che la situazione degeneri è altissimo, arriva
il freddo, si abbassa la temperatura. Cerco di dormire fra una
bestemmia e un'altra, Teo viene sottoposto a domande incrociate
sull'azienda cui presta opera, si scopre che lo sottopagano e lo
sfruttano. Si prova a giocare a pallone nella piazzola, ma il pallone
si perde. Per un attimo inizia una mini devastazione dell'autogrill,
poi rientrata.
ORE 3,00: arriva il nuovo pullman da
Buonconvento. Questo è di lusso, qui mettono i turisti, ci dice il
nuovo autista. Teo, figura drammatica in un contesto grottesco, viene
lasciato solo all'autogrill, con l'imperativo di riportare il
catorcio senza una ruota a Siena, per circa 250 km. Lo salutiamo con
compassione, lui si scusa e ci dice: “è andata così”. Non lo
vedremo mai più. Dentro al nuovo pullman la temperatura è polare,
poiché ci viene detto che se non si mette l'aria fredda, si appanna
il vetro. Si gela, io cerco di dormire, ma è come andare in
motorino.
ORE 5,17: arrivo all'Acquacalda. Monto
in macchina e rido. Che bella trasferta!
Roba da matti....VERI....Fabietto, uno che di trasferte ne ha fatte tante e con tutti i mezzi di locomozione possibili ed immaginabili in un commento notturno, mi ha sussurrato....IO UNA COSA COSI' NON L'AVEVO MAI VISTA.......eh ti credo gli risposi.
RispondiEliminaGrandi momenti di esaltazione collettiva, ai due gol del Siena, al gol del 3 a 2 negli ultimi minuti compreso i momenti successivi al fischio finale, la prima ora di pullman in una torcida generale, l'Autogrill della sosta-cena come la curva del S.Lorenzo de Almagra, di collettivo e condiviso anche sette/otto madonne in fila quando è scoppiata la terza gomma.........MA IMPAGABILE VEDERE RAGAZZI DI 40/50 ANNI SALTELLARE, BALLARE, ESALTARSI COME RAGAZZINI L'ULTIMO GIORNO DI SCUOLA PRIMA DELLE VACANZE ESTIVE.........UNA COSA FANTASTICA, QUESTA E' GENTE, CHE COME ERA SOLITO DIRE IL PO'RO CALIFANO.......................DIVENTERANNO VECCHI SOLO CINQUE MINUTI PRIMA DI MORIRE, PRIMA NO DI SICURO.
W LA ROBUR E CHI LA SEGUE.
Braccio da Montone
Classiche belle avventure quando le puoi raccontare, 2 ruote squarciate non sono uno scherzo, trasferta epica che un po' tutti ricorderete con piacere. Complimenti per il furgoncino, finalmente una variante fiorita e colorata, la prossima volta che qualcosa non mi piace, prometto , sarò più specifica nell'inviare l' anatema.
RispondiEliminaAle JK
Invidio bonariamente chi c'era, sono le emozioni che mi piace vivere in trasferta ed è per questo che mi piace ancora andare col pulmann, per condividere con gli altri l'esito della partita.
RispondiEliminaMa la fermata in mezzo all'autostrada alla diramazione Roma - Firenze/Napoli con Teo che ci chiede se si vuole davvero andare dalle maiale in via Salaria dove la mettiamo?
RispondiEliminaDevastante, il buon Teo...A proposito, notizia di ieri: sopravvissuto ad un viaggio di ritorno d'inferno di 16 ore, attaccato dai lupi dell'Aniene e dagli ultras della Roma, TEO E' VIVO! Il vero miracolo italiano.
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