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giovedì 18 aprile 2013

Le belle trasferte di una volta

Questo articolo è dedicato alla memoria di Massimo, che veramente troppo presto ci ha lasciato.
Penso che una trasferta così gli sarebbe proprio piaciuta.

Erano alcuni anni che non facevo una trasferta in pullman.
Il mio lento ed infelice invecchiamento, la mancanza ormai assoluta di senso di sopportazione e adattabilità, tipico della arteriosclerosi incipiente, mi avevano difatti ultimamente indotto a trasferte più comode, in macchina, con pranzo di matrimonio incluso.
Questa volta, per una serie di ragioni che non sto qui a spiegare, opto nuovamente per il pullman. Il pullman della LSB, per essere precisi.
Questa che segue è la cronaca dettagliata di una giornata memorabile, che non ci scorderemo mai.

ORE 11,00: ritrovo e partenza all'Acquacalda. Dopo un rapido esame dei corpi semi-distrutti da anni di abusi eno-gastronomici degli ultra-quarantenni (sigh!) che viaggiano con me, arriva il pullman. Sgangherato, battuto, slavato, molto anni '70 negli interni, che oserei definire essenziali. Alla guida un povero cristo, tale Teo, pochi capelli, tendenzialmente strabico. Mi posiziono nelle prime file, impaurito dagli ululati che giungono dal fondo, insieme a molti dei personaggi che fecero alcuni anni or sono la storia della trasferte di San Prospero, momento altissimo nei ricordi di tutti noi.

ORE 11,00-12,30: si parte, con lentezza esasperante. In rapida successione, vengono affrontati i seguenti temi: analisi tecnico-tattica della partita della sera, situazione dell'AC Siena, la crisi della banca, la caduta della città, le dimissioni del vecchio Papa, storie di massoneria, stregoneria nera. I dialoghi fluiscono con grande proprietà di linguaggio, tutto pare tranquillo. Vola qualche canna e qualche gotto.

ORE 12,30: una macchina ci sorpassa, poi rallenta e si fa affiancare. Dall'abitacolo, una ragazza letteralmente con mani nei capelli ci fa segno di fermarsi e di verificare lo stato delle gomme. Teo viene intimato a gran voce di accostare; lui, inebetito, non capisce un cazzo di cosa stia succedendo. Spinto dai viaggiatori più aggressivi, alla fine si ferma all'autogrill “Mascherone”, direzione Roma.

ORE 13,00: viene allestito con grande efficienza un pranzo anti-colesterolo, anti-vegetarianesimo, anti-tutto: buristo, salame, prosciutto, salcicce, porchetta da urlo. Si mangia come delle bestie, mentre il pullman sparisce. Passano i minuti, poi le ore. Appare il pullman nella piazzola, uno di noi chiama l'assistenza, che si materializza in un furgoncino con dentro un omino piccolo con una ruota gigante che sostituisce la nostra. La visione della gomma in terra è agghiacciante: esplosa, squarciata di netto in due, tranciata come da una lama. Rifoderata da uno strato sottilissimo di catrame, liscissima come la pelle del culo di un cittino. Le altre sono nelle stesse condizioni, pronte ad esplodere da un momento all'altro. Si ipotizza di cambiarle tutte stile pit stop ai box del GP di Monza, ma ormai il tempo stringe, dobbiamo ripartire, pena non vedere il match che vale un campionato.

ORE 15,00: ripartiamo. Teo ha lo sguardo del border line, tipico di colui che non ha ancorato inteso un cazzo. Spronato a spingere la carretta a più non posso, fra bestemmie e incitamenti, ridacchia in modo autoreferenziale. Partono cori sempre più forti, come a voler spingere il vecchio pullman, ma una salita infinita ci inchioda sui 100 all'ora fino a Pescara.

ORE 17,30: arriviamo allo stadio. La cronaca della partita ve la risparmio, tanto l'avete vista tutti. La rete del 2-3 ci trova vivi, i Pescaresi ci insultano, la gente monta sulle inferriate, io auguro a tutti di tornare a casa e trovare la Franzoni in compagnia dei propri pargoli.

ORE 20,30: si riparte. Cori ininterrotti per circa un'ora, ci si ferma a rimangiare, i cori continuano, non si fermano, prendono forza, inglobano tutti quelli che passano, arriva Valiani, arrivano gite che si fermano con noi, cantiamo senza fermarci per un'ora intera. Un boato ininterrotto, una delle più grosse libidini che abbia mai provato a seguire il Siena, la gente balla, canta, alza le mani al cielo.

ORE 23,30: alla fine della Pescara-Roma, mentre Teo sta per portarci in Piazza San Pietro a salutare il nuovo Papa, si sente, nell'ordine: un gigantesco puzzo di merda, poi puzzo di bruciato, poi un sinistro ballonzolio. Teo scuote la testa e si lascia scappare scapeando: “il motore, il motore...”. Poi un boato sordo, poi un rumore di copertone che ruzzola per cazzi propri. Teo ha sbagliato: un'altra gomma è esplosa. Si scende, Teo non ha nemmeno una pila, illumino io con il mio cellulare, siamo fermi in mezzo alla strada, il niente intorno. Si rimonta, con la certezza di arrivare a casa parecchio tardi. Conquistiamo un autogrill a 40 km/h, ci fermiamo beffardamente sempre a “Mascherone”, questa volta direzione Firenze.

ORE 24,00-3,00: assedio feroce dei gitanti contro Teo, che per un attimo rischia di fare da capro espiatorio dell'approssimazione dell'azienda per cui lavora. Teo chiama il titolare della My Tour, la ditta di pazzi criminali che ci ha fatto sostenere una trasferta di 1000 km con le ruote di carta velina. All'inizio, pare che dicano di raggiungere Siena piano piano; ad una media di 40 all'ora, saremmo arrivati giusto in tempo per il pranzo. La gente si incazza di brutto, Teo è costretto a restare fermo e di fatto è tenuto come ostaggio, la My Tour sveglia un altro poveraccio, che da Buonconvento ci deve venire a prendere con un altro bus. Il rischio che la situazione degeneri è altissimo, arriva il freddo, si abbassa la temperatura. Cerco di dormire fra una bestemmia e un'altra, Teo viene sottoposto a domande incrociate sull'azienda cui presta opera, si scopre che lo sottopagano e lo sfruttano. Si prova a giocare a pallone nella piazzola, ma il pallone si perde. Per un attimo inizia una mini devastazione dell'autogrill, poi rientrata.

ORE 3,00: arriva il nuovo pullman da Buonconvento. Questo è di lusso, qui mettono i turisti, ci dice il nuovo autista. Teo, figura drammatica in un contesto grottesco, viene lasciato solo all'autogrill, con l'imperativo di riportare il catorcio senza una ruota a Siena, per circa 250 km. Lo salutiamo con compassione, lui si scusa e ci dice: “è andata così”. Non lo vedremo mai più. Dentro al nuovo pullman la temperatura è polare, poiché ci viene detto che se non si mette l'aria fredda, si appanna il vetro. Si gela, io cerco di dormire, ma è come andare in motorino.

ORE 5,17: arrivo all'Acquacalda. Monto in macchina e rido. Che bella trasferta!

5 commenti:

  1. Roba da matti....VERI....Fabietto, uno che di trasferte ne ha fatte tante e con tutti i mezzi di locomozione possibili ed immaginabili in un commento notturno, mi ha sussurrato....IO UNA COSA COSI' NON L'AVEVO MAI VISTA.......eh ti credo gli risposi.
    Grandi momenti di esaltazione collettiva, ai due gol del Siena, al gol del 3 a 2 negli ultimi minuti compreso i momenti successivi al fischio finale, la prima ora di pullman in una torcida generale, l'Autogrill della sosta-cena come la curva del S.Lorenzo de Almagra, di collettivo e condiviso anche sette/otto madonne in fila quando è scoppiata la terza gomma.........MA IMPAGABILE VEDERE RAGAZZI DI 40/50 ANNI SALTELLARE, BALLARE, ESALTARSI COME RAGAZZINI L'ULTIMO GIORNO DI SCUOLA PRIMA DELLE VACANZE ESTIVE.........UNA COSA FANTASTICA, QUESTA E' GENTE, CHE COME ERA SOLITO DIRE IL PO'RO CALIFANO.......................DIVENTERANNO VECCHI SOLO CINQUE MINUTI PRIMA DI MORIRE, PRIMA NO DI SICURO.

    W LA ROBUR E CHI LA SEGUE.

    Braccio da Montone

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  2. Classiche belle avventure quando le puoi raccontare, 2 ruote squarciate non sono uno scherzo, trasferta epica che un po' tutti ricorderete con piacere. Complimenti per il furgoncino, finalmente una variante fiorita e colorata, la prossima volta che qualcosa non mi piace, prometto , sarò più specifica nell'inviare l' anatema.
    Ale JK

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  3. Invidio bonariamente chi c'era, sono le emozioni che mi piace vivere in trasferta ed è per questo che mi piace ancora andare col pulmann, per condividere con gli altri l'esito della partita.

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  4. Ma la fermata in mezzo all'autostrada alla diramazione Roma - Firenze/Napoli con Teo che ci chiede se si vuole davvero andare dalle maiale in via Salaria dove la mettiamo?

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    1. Devastante, il buon Teo...A proposito, notizia di ieri: sopravvissuto ad un viaggio di ritorno d'inferno di 16 ore, attaccato dai lupi dell'Aniene e dagli ultras della Roma, TEO E' VIVO! Il vero miracolo italiano.

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