Sarebbero 800.000 i fascicoli segreti sottratti da Equalizer srl al ministero e detenuti da un manipolo di agenti putiniani, pronti a trasmettere i dati al folle zar russo. Gli indagati, attraverso hacker e raffinate tecnologie da 007, sono riusciti ad entrare all'interno degli archivi informatici istituzionali ed a fare man bassa di una montagna di documenti riservati. Lo scopo? Pare ottenere informazioni sensibili per venderle al miglior offerente a cifre da capogiro. Oppure - aggiungiamo noi - dare tutto in mano a Putin, che è dietro a questo ennesimo scandalo.
Ecco, andiamo proprio a vedere chi sono gli uomini putiniani che hanno ordito questo reato.
La Equalize srl è una azienda che, come recita il sito, "nasce dal principio di legalità come valore etico primario e precondizione per la crescita e lo sviluppo del business aziendale". Insomma, siamo di fronte a veri Esperti in materia.
Così Esperti che un socio di Equalize srl, Carmine Gallo, è, nel suo settore, un iper iper Esperto. Gallo è difatti un superpoliziotto, un uomo dello Stato che ha trascorso gran parte della sua carriera a combattere la criminalità organizzata, soprattutto la ndrangheta. Entrato in polizia nel 1978, mosse i primi passi all'Antiterrorismo della Digos a Milano, per poi iniziare la sua decennale attività di contrasto alla ndrangheta nella Squadra Mobile di Milano. Dopo una carriera di successi, nel 2018 va in pensione e diventa socio di Equalize srl. Nella quale contribuisce a creare Beyond, un sofisticato database che raccoglieva dati riservati provenienti da fonti di polizia, dall’Inps e da altri archivi pubblici, mascherandoli come informazioni di dominio pubblico. Per il pm Francesco De Tommasi, Gallo avrebbe coltivato un network tentacolare, mantenendo contatti con personalità di spicco e soggetti pregiudicati, fino a ipotizzare un accordo con esponenti della criminalità organizzata per ottenere privilegi personali.
Tutto con la complicità di Enrico Pazzali, presidente di Fondazione Fiera e titolare di Equalize. Ecco, ma questo Pazzali è un Esperto? Ah semmai! Nato nel 1964 a Milano, Enrico Pazzali si è laureato in Economia aziendale all'Università Bocconi, con specializzazione in Organizzazione del Lavoro, prima di intraprendere una carriera professionale piena di cariche importanti. Inizia nel 1990 in Bull HN Information System Italy, poi dal 1995 al 1997 ricopre l'incarico di Retail Automation Manager in Shell Italia Spa e successivamente entra in Compaq Spa. Tra il 2000 e il 2002, lavora in Omnitel - Vodafone Spa in qualità di Direttore Vendite Corporate - Area Nord Est, per poi entrare successivamente in Poste Italiane Spa, come Direttore Centrale Strategic Marketing e Business Development di Poste Italiane Spa e nel 2004-2005 è anche Chief Marketing Officer di Gruppo e Consigliere di Amministrazione di Postecom Spa fino a giugno 2005. Dal 2005 a 2006 occupa il ruolo di Direttore Centrale Organizzazione e Personale, Patrimonio e Sistemi Informativi presso la Regione Lombardia. Nel 2007 c'è il primo ingresso in Fiera Milano, dove ricopre il ruolo di direttore generale fino al 2009, e poi di amministratore delegato fino al 2015. Nello stesso periodo fa parte del consiglio di Nolostand Spa, società del Gruppo Fiera Milano, finita nel 2013 al centro di uno scandalo per infiltrazioni mafiose. Pazzali si allontana da Milano per quattro anni per poi tornare come presidente della Fondazione nel 2019 con la benedizione del governatore Fontana. Sposato con due figlie, nel 2021 ha ricevuto anche l'Ambrogino d'Oro dal Comune di Milano, onorificenza ricevuta dopo aver partecipato alla costruzione dell’ospedale in Fiera per i malati di Covid. Una figura che nel corso degli anni ha avuto modo di stringere amicizie, anche importanti, tra cui figura proprio Ignazio La Russa, ex ministro della Difesa e attuale presidente del Senato, uno dei personaggi protagonisti dei dossier al centro dell'inchiesta.
Insomma, come vedete, siamo di fronte ai classici agenti di Putin, che hanno queste caratteristiche: uomini dello Stato profondo, superpoliziotti, bocconiani, manager aziendali, dirigenti di multinazionali, attaccati al carrozzone politico.
Ha stato Putin.
Chissà qual'è il meccanismo che spinge un uomo dello stato a passare dalla parte dell' antistato. Vabbene che il denaro è un grande motivatore, però secondo me da solo non basta, deve essere accompagnato dalla sensazione vertiginosa di essere sopra a chiunque, quasi un essere superiore che se ne può fregare delle regole, unito ad un senso di impunità. E' tutta gente che già guadagna un sacco di quattrini, perchè deve anche delinquere? Il dossieraggio dev'essere un'attività che ti fa perdere di vista la realtà e ti fa credere onnipotente. Ci vorrebbe uno psichiatra specializzato in criminologia per capire certi meccanismi mentali. O magari hanno ragione e rischiano sul serio di diventare onnipotenti potendo in teoria ricattere chiunque.
RispondiEliminaMah, visto cosa hanno fatto in questo paese gli uomini dello stato, sarei per mettere in discussione la categoria… Al-Mutanabbi
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