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lunedì 12 agosto 2024

Le Olimpiadi moderne

Riceviamo e pubblichiamo.


Scrivo mentre la rassegna sportiva a cinque cerchi volge al termine e mi vengono in mente alcune riflessioni e considerazioni che vorrei esporvi.
Queste Olimpiadi le ho seguite con assiduità soprattutto nelle gare che vedevano impegnati atleti italiani. Atletica, scherma, pallavolo, ciclismo ed altre specialità dove, quando non ho seguito in diretta, ho letto successivamente oppure visto immagini registrate.
Parto con un dato numerico, confrontando Parigi 1924 con Parigi 2024; già dai semplici numeri si comprende come sia cambiato il mondo in questi 100 anni.
Parigi 1924 (4 maggio - 27 luglio)
Atleti
3088
Squadre
44
Eventi
126
Parigi 2024 (26 luglio - 11 agosto)
Atleti
11.475
Squadre
206 compresa la squadra degli atleti neutrali (perché "ha stato Putin") e la squadra dei rifugiati, in prevalenza composta da atleti iraniani.
Eventi
329
Numeri ben diversi perché è cambiato il mondo; ed è normale sia cambiato. Molte nazioni hanno conquistato la loro indipendenza in questo secolo trascorso dal 1924 e molte, nuove o meno che siano, solo di recente sono state in grado di partecipare ad un evento di questa portata. Quello che purtroppo è cambiato, ma in peggio, è lo spessore di chi questo mondo lo governa o sarebbe meglio dire lo comanda.
Riporto cosa dice Wikipedia sullo spirito olimpico:
"Lo spirito Olimpico è il simbolo più importante di pace in questo mondo che vede tanti conflitti e tante vittime. Lo spirito Olimpico consente alle persone di tutto il mondo di stare insieme, di rispettarsi a vicenda, di osservare i temi della tolleranza e della comprensione reciproca."
Sulla prima parte che fa riferimento alle guerre mi viene da dire che le Olimpiadi moderne partono da Atene 1896 ma nel 1916 e nel 1940 non furono disputate perché era in atto una guerra. Prima c'era la tregua olimpica in tutta la Grecia per chiunque partecipasse alle grandi feste e ai giochi nazionali; in questo tempo cessavano tutte le inimicizie pubbliche e private, e nessuno poteva essere molestato, specialmente atleti e spettatori che dovessero attraversare territori nemici per recarsi ad Olimpia.
Nel 2024 hanno fatto finta di niente e mentre ogni giorno muoiono persone in Russia/Ucraina e Palestina/Israele (notare come in entrambi i casi ho messo prima l'aggressore e poi l'aggredito (igfghsrhhhh Myrta), a Parigi si è gareggiato normalmente. Sulla seconda parte (ovvero lo stare insieme e rispettarsi) sinceramente mi risulta difficile come possano farlo ad esempio un atleta israeliano ed uno palestinese o iraniano se casualmente si trovassero nella stessa competizione mentre a casa loro si lanciano bombe come le palle del lancio del peso.
Entrando su alcuni episodi accaduti passo oltre in merito alla diatriba sul sesso della pugile algerina; il blog mi pare abbia già affrontato l'argomento. Non è la prima volta che vengono fuori polemiche di questo tipo su atleti extraeuropei; facciano loro. Mi risulta solo strano che la federazione della boxe l'abbia esclusa dai mondiali e invece l'hanno fatta gareggiare alle Olimpiadi; chiaritevi le idee. Però mi ha dato modo di ascoltare l'inno dell'Algeria che non è proprio dei più belli come quello della Tunisia che ho avuto modo di ascoltare nel Taekwondo.
A proposito di inni; non male la gaffe fatta con il Sud Sudan nella pallacanestro: gli hanno messo l'inno del Sudan, paese da cui si è separato il 9 luglio 2011. Se ne sono accorti dopo poco e si sono corretti, ma resta una discreta figura di merda.
Ed a proposito di quest'ultima, come non parlare dei poveri nuotatori in acque libere costretti a cimentarsi nella Senna; fiume non balneabile da sempre, ma la grandeur dei francesi non poteva essere messa in discussione e quindi tutti zitti e in acqua, cercando di bere poco. C'è chi ha vomitato, chi (l'atleta femminile ungherese) ha bevuto una bottiglietta di Palinka, un distillato nazionale, appena uscita dalla Senna. Interessanti le parole della magiara Bettina Fabian: “Vedevo in acqua pezzi marroni grandi come un dito”. Ma cosa saranno stati quei pezzi marroni cara Bettina? Ecco, io fossi stato uno di questi atleti costretti a rischiare minimo un'infezione per ubbidire ai geni che avevano scelto la Senna come campo gara, mi sarei riunito con tutti gli altri ed avrei inviato una risposta unica agli organizzatori: libertè, egalitè, nuotacitè!
Purtroppo questa protesta non c'è stata ma ne è avvenuta un'altra, quella più plateale, da parte del Settebello, la squadra di pallanuoto maschile. Nella partita di consolazione, agli inni iniziali, ha dato le spalle alla giuria per l'ingiustizia subita contro l'Ungheria che ha impedito al gruppo del tecnico Sandro Campagna di lottare per una medaglia. Finalmente qualcuno che tira fuori le palle e mostra il dissenso per scelte arbitrali scandalose prese da arbitri mostri che ti buttano all'aria quattro anni di lavoro. Un po' come successo al fiorettista Macchi nella finale persa contro un collega di Hong Kong grazie alle decisioni/non decisioni di un arbitro di Taipei ed un arbitro video coreano, novelli Byron Moreno che ti pregiudicano una medaglia, d'oro nel caso di Filippo Macchi.
Personalmente non ho fatto nessuna protesta se non brontolare sul divano, però vedere uscire l'Italia della pallavolo maschile per mano della Francia allenata da Andrea Giani mi ha infastidito. Capisco si tratti di lavoro e come vai all'estero a guidare un'azienda puoi farlo guidando una squadra di pallavolo, però Giani faceva parte, con De Giorgi, della squadra campione del mondo 1990 allenata da Julio Velasco; solo questo.
Osservando le Olimpiadi si comprende anche la linea politica della nazione che prendiamo in esame. Molti paesi europei hanno esibito tra gli atleti presenti molti di colore. In alcuni casi come per la Gran Bretagna, ma anche Olanda e Francia, è così da sempre per via delle colonie presenti in altre parti del mondo, la zona caraibica ma non solo. In altri casi si tratta di effetti dell'immigrazione; l'Italia ne è un esempio così come la Svizzera, la Germania, etc. Certamente di tendenza opposta nazioni come Polonia, Ungheria e la zona baltica. Nulla da dire, solo un rilievo di quanto visto. Mi dà invece un po' di disgusto la migrazione scientifica di atleti dal loro paese di nascita ad un altro solo per poter gareggiare, per migliori condizioni economiche, etc. Mi riferisco agli atleti russi nella ginnastica così come a quelli dell'Africa nera (Kenia, Gambia, etc) nella corsa.
Nel salto triplo, spesso terra di conquista dei cubani così come il salto in lungo e quello in alto, addirittura il paradosso del cubano Lázaro Martínez Santray di Guantánamo tristemente ottavo; ai primi tre posti Spagna, Portogallo e Italia. Primo e terzo nati a L'Avana, l'altro a Santiago di Cuba; dopo la gara il primo con la bandiera della Spagna, il secondo del Portogallo ed il terzo dell'Italia. E di fronte a questo cambiare la nazionalità come si cambia un paio di mutande mi vengono alla mente il tutt'ora primatista mondiale del salto in alto con la misura di metri 2,45 saltati nel 1993, il Cubano Javier Sotomayor. Non partecipò alle Olimpiadi del 1984 a Los Angeles e nemmeno a quelle del 1988 a Seul perché Cuba disertò entrambe; finalmente vinse l'oro nel 1992 a Barcellona. Ed il mitico pugile Teofilo Stevenson, classe 1952, vincitore di tre medaglie d'oro ai mondiali (1974, 1978 e 1986; nel 1982 perse contro il nostro Francesco Damiani) e soprattutto di tre medaglie d'oro alle Olimpiadi (1972, 1976 e 1980).
Probabilmente avrebbe vinto anche la quarta se avesse partecipato alle Olimpiadi di Los Angeles del 1984, ma Cuba fu coinvolta nel boicottaggio di quell'edizione deciso dall'Unione Sovietica, per rappresaglia contro il boicottaggio statunitense del 1980. 
Insomma è cambiato il mondo ed è normale ma soprattutto sono cambiate le persone ed è questo che mi ha fatto tornare indietro con la mente provando un po' di nostalgia.
Voglio quindi concludere con ciò che il grande Teofilo Stevenson, scomparso nel 2012, rispose a chi gli offrì 5 milioni di dollari per sfidare il campione mondiale dei pesi massimi Muhammad Ali nella sua prima esibizione da professionista con in palio la corona mondiale dei pesi massimi. Stevenson si rifiutò, chiedendo: "Cosa valgono cinque milioni di dollari, quando ho l'amore di otto milioni di cubani?".

Gianluca

4 commenti:

  1. A proposito del nuoto nella Senna vorrei sottolineare che molti atleti fra cui Paltrinieri hanno candidamente ammesso che hanno nuotato in acque ben più sudicie. Gli ungheresi arrivati primo e terzo hanno spiegato che uno dei segreti del loro successo è stato allenarsi per mesi nel Danubio che non credo contenga meno stafilococchi del parente francese.

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    1. Quindi va benissimo allenarsi in acque sudicie e infette come quelle del Danubio per prepararsi alle gare olimpiche in un fiume inquinato come la Senna.
      Una logica ineccepibile.

      Complimenti!!!

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    2. Esatto. Prossima olimpiade allenamenti nello sciacquone. Al-Mutanabbi

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    3. Non ho detto ciò. Le gare in acque libere da sempre si effettuano in mare (meglio) laghi e fiumi e trovare acque dolci pulite è un’impresa.

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