Ed in extremis... la Robur

Al rientro dalla mini-chiusura estiva di Wiatutti, abbiamo finalmente qualcosina per parlare di Siena calcio.

Per cui oggi si riprencipia senza guerra termonucleare (verrà), senza pandemie (verranno), senza fluidi o asterischi (verranno). Oggi si chiacchiera un po' di Robur.

Oh, un po' ci mancava, ammettiamolo. Perché più o meno eravamo rimasti a corto di argomentazioni da mesi. Come tutti gli anni, Wiatutti non aprirà bocca sul calcio giuocato fino a che non ci sarà la prima partita ufficiale e non si chiuderà ufficialmente il calciomercato. Però, come saprete, negli scorsi giorni abbiamo assistito ad una ipotetica/probabile/mancata vendita della società da parte di Giacomini. E di questa parliamo.

Ne parliamo basandoci sul poco che si conosce e sui fatti che si sono dipanati. Nessuna dietrologia o questioni dedicate all'immaginazione.

Allora, ex abrupto, il 29 luglio il grandissimo Criscitiello spara un tuitte in cui dichiara che "il Siena è in vendita", con "possibile ingresso di una cordata con a capo Walter Zenga, che potrebbe diventare presidente". Oibò! La squadra intanto si stava già allenando ed i primi movimenti di mercato erano avvenuti. Insomma, il classico fulmine a ciel sereno estivo? Ni, dato che la propensione di Giacomini ad avviare aziende per poi cederle è risaputa (e lui stesso se ne fa giustamente vanto), per cui prima o poi il tutto poteva anche succedere. Analizzando a fondo il tuitte di Criscitiello, annotiamo: 1) Il Siena è in vendita. Ecco, ma era in vendita allora o è in vendita tout court? Non lo si capisce. 2) Possibile ingresso di una cordata. Ok, ma ingresso acquistando tutto, in quota maggioritaria o minoritaria? Non lo si capisce. 3) Walter Zenga a capo della cordata, con possibile opzione di presidente. Ma Walter Zenga ora come ora cosa fa nella vita? Non lo si sa.

Per cui, in quelle ore convulse (72, secondo Criscitiello), tutti noi siamo andati a vedere l'Uomo Ragno cosa stesse facendo realmente. E capire tutte le attività in cui Walterone è impegnato è davvero durissima. Zenga fa un po' di tutto: allenatore, commentatore, imprenditore, ecc, con legami lontanai dall'Itaglia, soprattutto presso l'Est del mondo. 

In quei giorni il tempo si ferma, come normalmente capita quando una trattativa esiste e procede. Un eccezionale giornalista nostrano segnala che la cordata dovrebbe essere indonesiana, altri pensano ad un gruppo arabo (e finalmente 'sto cazzo di sceicco del Dubai si sarebbe palesato), altri ancora ad uno inglese. Ma man mano che il tempo scorre e che le ore passano, ben oltre le 72, il tutto pare sgonfiarsi.

Fino al comunicato di Giacomini, pubblicato esattamente un nanosecondo dopo da un secondo tuitte di Criscitiello, che anticipa lo stop definitivo alla cessione del Siena, perché "non ci sono garanzie per la cessione". Giacomini conferma: "Sotto la mia presidenza il Siena calcio resta a Siena, resta ai suoi fantastici tifosi sparsi nel mondo". Ecco, questo è un passaggio che non ho compreso fino in fondo. In alternativa, il Siena calcio sarebbe andato fuori Siena? Oppure semplicemente Giacomini vuol dire che si resta a Siena, tutti uniti, per continuare il viaggio insieme? Ed ottimo il richiamo ai tifosi sparsi in tutto il mondo, dato che il Siena ha tifosi dappertutto, soprattutto da qualche mese, da quando la società insieme alla associazione Millenovecentoquattro fa dono ad ogni neonato presso il nostro ospedale di un kit che servirà a "coltivare" migliaia di tifosi in erba.

Insomma, tutto bene quel che finisce bene. Giacomini esce rinfrancato, bello carico, la parentesi ha prodotto un po' di rallentamento ma nulla di più, i tifosi attendono l'avvio ufficiale della stagione. Certo, il Siena si presenta ufficialmente per vincere il campionato, che sarà oggettivamente assai difficile. Ciò vuol dire che ci sarà bisogno di strutturarsi, dentro e fuori il rettangolo di giuoco; e strutturarsi è un eufemismo che significa investire denari. Quanti? Beh, a occhio e croce più di 1 milione di euro. Importante è che ciò si sappia e che tutti ne siano coscienti.

"Per concludere: le chiacchiere le lascio ai supereroi", chiosa Giacomini. Ora, Siena è zeppa di folosi, ma non di supereroi. Un supereroe è ad esempio l'Uomo Ragno, che anni fa era il nomignolo di Zenga. Il quale Zenga, però, in tutto questo bailamme ufficialmente non ha aperto bocca (a proposito, si riesce un giorno a fargli dire qualcosa?); ufficiosamente, chissà...