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giovedì 11 luglio 2024

Prove tecniche di totalitarismo

Beh, siamo passati all'azione. Oh, si tratta solo di prove tecniche eh, dato che nelle finte democrazie si deve agire pian pianino, attraversando una per una le varie tappe delle finestre di Overton. Però ora siamo all'accelerata.


Enoch Burke, docente di storia e lingua tedesca, è stato scarcerato dopo 400 giorni di carcere per essersi rifiutato di usare il pronome femminile nei confronti di uno studente in fase di transizione di genere, il 9 maggio 2022. Basta galera, ma niente rientro nel ruolo, pena altro giro dietro le sbarre. Esattamente, il professore era stato posto prima in congedo amministrativo retribuito, quindi era stato sanzionato con il divieto di ingresso a scuola; divieto ignorato e quindi arresto. Ora l'uscita dalla prigione, ma solo perché il giudice ha stabilito che Burke stesse strumentalizzando la detenzione come forma di protesta nei confronti dell'ideologia di genere. A Burke, di credo cristiano evangelico, d'un botto nella pratica è stata negata libertà di pensiero, espressione, religione e insegnamento. Il tutto per un uso "deviato" del pronome di riferimento sessuale. Complimenti.

Rapido cambio di scena. Francia del sud, ancora un insegnante nei guai. Stavolta si tratta di un accademico, il prof. Francois Burget, politologo, studioso di islamismo e direttore emerito del centro ricerche nazionale CNRS, arrestato per apologia del terrorismo. Il prof si era lanciato più volte nella critica a Israele sui socials, accusandolo di genocidio e pulizia etnica, e difendendo Hamas, entità combattente per la libertà del popolo palestinese. Subito per Burget è scattata la nomea di antisemita ma soprattutto la polizia sta indagando per presunti legami con il gruppo dei Fratelli Musulmani. Poco male per Burget, che si è definito "orgoglioso di essere stato preso di mira, insieme ad altri intellettuali filopalestinesi, dalle intimidazioni di Macron" e che ha tentato di spiegare di essere stato travisato, tentando egli di avere l'obiettivo di analizzare le critiche verso Israele nell'ottica di un legittimo discorso su giustizia e diritti umani. In Francia si è avviato un dibattito per stabilire i limiti fra critica politica e apologia del terrorismo, fra libertà di parola nel mondo accademico e limiti imposti dal un contesto politico e sociale.

A nostro avviso, la partita è già chiusa. Ha (stra)vinto la capacità delle democrazie liberali (ora liberiste filo-naziste) di divenire sistema totalitario e queste non sono che le prove tecniche di una messa in moto di un regime che verificherà e chiuderà con la violenza ogni punto di critica al Potere, soprattutto ragionata ed argomentata. Il totalitarismo si nutre e si basa difatti fra l'altro sulla irrazionalità e sull'assenza di logica; tutto ciò che accade da più di quattro anni, perlomeno.


"Il governo dei manganelli e dei plotoni di esecuzione, della carestia artificiale, dell'imprigionamento in massa e della deportazione di massa, non solo è inumano (nessuno se ne preoccupa più di tanto ai nostri giorni), ma è palesemente inefficiente, e in un'epoca di tecnologia avanzata l'inefficienza è un peccato mortale. Uno Stato totalitario davvero efficiente sarebbe quello in cui l'onnipotente potere esecutivo dei capi politici e il loro corpo manageriale controllano una popolazione di schiavi che non devono essere costretti ad esserlo con la forza perché amano la loro schiavitù"

(A. Huxley, "Il mondo nuovo", 1932)

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