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venerdì 12 luglio 2024

Nemo

Ovvia, è venerdì e quindi non si parla di cose pese, di robetta inutile come terza guerra mondiale o simili (a proposito, grande riunione NATO, ne parleremo). No, mi viene da dire la mia su un evento frivoletto capitato qualche mese fa, che non ho seguito, ma di cui ho letto un po'.


Parlo della competizione canora denominata "Eurovision", quella dove deve vincere quasi sempre il concorrente ucraino. Ora, mi scuso anzitutto con gli amanti della musica per l'uso dell'aggettivo "canora", dato che l'evento non ha alcun tipo di contatto con la musica (vera o finta che sia), però ufficialmente pare che si tratti proprio di questo, di gente che produce degli urletti davanti a un microfono.

Si diceva che l'evento, perfetto specchio della putrefazione occidentale, prevede un vincitore a tavolino; dipende dalle priorità dell'annata. Quest'anno toccava ai fluidi e alla cultura woke, che sta diventando uno dei grandi paletti ideologici del sistema totalitario liberal-nazista, per cui mi dicono che abbia vinto tale Nemo, che fa della sua iper fluidità il valore della propria esistenza e che ama farsi fotografare con i vestiti delle bambole indosso (oh, ognuno si fa le fotografie che gli pare...). La sua canzone, "The code", narra della difficoltà di accettare un'identità sessuale non binaria; io non so cosa cazzo voglia dire, ma accetto la questione tranquillamente.

Nemo in latino vuol dire "Nessuno". Ora, che il tizio in questione sia un enorme sig. Nessuno nella storia della musica, lo do come scontato. Ma Nessuno, il nomignolo che la cosa - fermi tutti, che nessuno si scandalizzi! Uso questo termine non in senso dispregiativo, ma perché non so come definire un* così - in foto si è affibbiato, la dice lunghissima sulla ideologia dei tanti Nemo che l'Occidente sta sputando in continuazione. In una intervista si legge: "Rendermi conto della mia identità mi ha reso libero". Per cui, per sillogismo, la sua identità è essere Nessuno. Ovvero, la sua identità è l'assenza di identità.

Bello, molto etereo. Ragioniamo però sul fatto che i Nemo pseudo-artisti formano batterie di Nemi qualsiasi, soprattutto ragazzi giovani o giovanissimi, che appunto si basano sull'esempio dei propri idoli, come è capitato a tutti noi. E pensate a questo punto alla drammatica implicazione dell'assenza di identità dichiarata da questa cosa. Essere qualcuno, avere una identità, ricercare una identità voleva dire fino a pochi anni fa iniziare ad assumersi responsabilità, doveri, ruoli e funzioni nella società e nelle relazioni interpersonali. Oggi, nella contemporaneità grottesca dell'Occidente, tale ricerca dell'identità è non solo eliminata, ma definita come un peso, una oggettiva pressione che i Nemi non vogliono (o non possono) sopportare.

E ora pensate a essere a capo di un sistema. E riflettete su quante seghe vi fareste ad avere davanti tanti Nemi, tanti tasselli completamente intercambiabili dentro un puzzle da voi creato, che a questo punto non avrà alcuna resistenza. Oltretutto, il substrato nichilista del non essere nessuno farà anche sì che i tanti Nemi a un certo punto godano di questa situazione di schiacciamento, come da qualche anno la realtà sta ben dimostrando.

Quindi, se vi state chiedendo perché, tutto d'un tratto, nella orripilante produzione artistica anglosassone Biancaneve diventa negra o Thor bucone, ora potete avere una risposta. Sempre che non siate Nemo.


Io sonoIo chi sono?
Il cielo è primordialmente puro ed immutabileMentre le nubi sono temporaneeLe comuni apparenze scompaionoCon l'esaurirsi di tutti i fenomeniTutto è illusorio, privo di sostanzaTutto è vacuità
E siamo qui, ancora vivi, di nuovo quiDa tempo immemorabileQui non si impara nienteSempre gli stessi erroriInevitabilmente gli stessi orroriDa sempre, come sempre
Però in una stanza vuotaLa luce si unisce allo spazioSono una cosa sola, inseparabiliLa luce si unisce allo spazio in una cosa sola
Io sonoIo chi sono?Io sono
La luce si unisce allo spazio in una cosa sola, indivisibiliLa luce si unisce allo spazio in una cosa sola

F. Battiato, "Io sono", 2007

7 commenti:

  1. Pure bacchettone sei diventato. Si veste come faceva David Bowie, canta come Leo Sayer e lo prende nel baugigi come Lucio Dalla.

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    1. Beh, esattamente tre persone senza personalità… Hai colto davvero il senso dell’articolo, bravo. Al-Mutanabbi

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  2. Il punto che distingue cantanti icona della musica da questo fuori binario è essenzialmente uno ed è lo stesso che vale per tanti altri personaggi che vediamo in TV.
    Non vince per quello che fa ma per quello che è o meglio, per quello che rappresenta.
    E quindi importasega se come cantante non vale un cazzo (solo accostarlo a al Duca Bianco mi fa orrrrroreee), l'importante è incasellare certi personaggi nella odierna normalità.
    David Bowie, Lucio Dallo e anche Renato Zero hanno segnato la loro epoca perché erano artisti della musica fuori dal normale.
    Il look incuriosiva ma era la voce ed i testi delle canzoni ad essere di livello altissimo.
    Se a questo Nemo gli metti un completo non se lo incula nessuno.

    TDF

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  3. Il ragionamento è del tutto opposto al tuo acuto sillogismo: «i miei genitori pensavano che se non fossi stato nessuno, sarei potuto diventare tutto». È una antitesi: liberarsi del costrutto sociale per trovare nuovi modi di essere, non necessariamente permanenti.

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    1. Beh sì, il tutto è interpretabile anche da questa angolazione (e francamente spererei che fosse come dici te). Il domandone è se sia utile, ai fini del sociale, liberarsi del costrutto sociale: oggettivamente non mi pare che il mondo stia andando verso un miglioramento. Al-Mutanabbi

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