Ancora nazisti in America

Nel 2018, al meraviglioso Sundance Film Festival, ebbe luogo la premiere di "A night at the garden", breve documentario sulla manifestazione nazista che il 20 febbraio 1939 riempì il Madison Square Garden di New York. Gli USA, fin dall'avvio del movimento nazista, furono amici e partecipi al suo sviluppo.

Furono 22.000 le persone che, fra braccia tese e insulti agli ebrei, assisterono al grande spettacolo dell'enorme raffigurazione di George Washington contornato da due svastiche. A quella data mancava pochissimo alla notte dei cristalli, ma già erano stati costruiti sei campi di concentramento in Germania: come dire che oramai si aveva piena consapevolezza di chi si stava esaltando.

Applausi, ovazioni, momenti di commozione in sala. Mentre fuori migliaia di poliziotti newyorchesi tentavano di tenere a bada una folla inferocita. Era il 1939, quello era il partito nazista, il partito del genocidio.

Passano gli anni, lì per lì pare che i nazisti siano spariti (tranne quelli dell'Illinois). Poi un bel giorno, proprio qualche sera fa, il remake dell'evento del '39. Lo psicotico Netanyhau, a capo del governo fuori controllo di Israele, è stato ricevuto al Congresso americano come un eroe, anzi più di un eroe, un patriota. Genuflessioni, baci, pacche sulle spalle, addirittura 58 standing ovations. Gli USA inchinati ad un folle genocida, che da otto mesi sta bombardando una popolazione inerme, distruggendo ospedali, scuole, medici, giornalisti, bambini. Un neo nazista, degno erede di coloro che quasi un secolo fa tentò di annientare il popolo che oggi rappresenta.

Cosa manca? Mancano i forni. E chissà che non arrivino presto. Fra gli applausi, ovviamente.