Un anno senza Silvione

Oggi ho visto circolare molte foto del Berlusca. Lì per lì mi sono chiesto il perchè. E poi ho compreso: mamma mia, è già passato un anno dalla sua dipartita.

Il tempo vola, veramente. Giuro che ricordo come se fosse ieri quando (a questo punto devo dire) l'anno scorso scrissi ben due articoli per Silvione, il giorno della sua fine; uno su di lui e uno sul babbo, probabilmente figuro peggiore del figliolo. Due articoli che si discostavano dal peana generale per il piduista mafioso (ed altro).

Un anno è passato. E mi tocca rimpiangere Silvione. Impressionante dopo ogni morte di qualche personaggio famoso ciò che accade: chi resta e sopravvive è ben peggiore del morto (a parte Napolitano). Forse quando stianterà Amato mi ricrederò, però al momento è così.

Oggi abbiamo Giorgia. Che a Silvione nemmanco gli lega le scarpe. Ma che soprattutto rispetto a Silvione è ben più pericolosa. Con Giorgia si va dritti alla guerra, con Silvione sarebbe stato più difficile. Grande amico di Putin, era stato l'uomo (il nano) che bene o male aveva tenuto più rapporti con il sanguinario zar. Fino all'ultimo.

Già, nel ricordo di oggi di tanta gente di destra, sparisce totalmente l'aspra critica di Silvione alla politica di aiuti infiniti al comico tossico. Per cui, noi ai guerrafondai che oggi sono al governo e a tutti quelli che li votano, vorremmo riportare le parole del loro idolo nel febbraio 2023: "Io a parlare con Zelensky se fossi stato il presidente del Consiglio non ci sarei mai andato perché stiamo assistendo alla devastazione del suo paese e alla strage dei suoi soldati e dei suoi civili. Bastava che cessasse di attaccare le due repubbliche autonome del Donbass e questo non sarebbe accaduto, quindi giudico molto molto molto negativamente il comportamento di questo signore".

Questo era Silvione. Che non a caso amava la vita e la fica. Giorgia ama la morte e soprattutto obbedire al padrone.