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martedì 23 aprile 2024

Non se, ma quando

Che chance abbiamo affinché non scoppi una terza guerra mondiale (nucleare?). Boh, che intervenga qualcuno di importante dall'alto. Oppure che arrivino gli ufo e blocchino il nostro casino. Altre ipotesi non le vedo. Per cui, nell'indifferenza generale, intendiamo perché sto così cogitando.


Faccio mie le parole di un ragazzo, uno studente, che ha scritto un articolo pochi giorni fa che mi ha colpito per la sua lucidità. Trattasi quindi non di un premio Nobel, ma di un semplice studente che magari non ha il Corriere del Siero come fonte di riferimento, che forse è appassionato di politica internazionale, che non sta a pensare tutto il giorno alle vicende di Fedez. Ok, obiettivamente una anomalia nella putrefazione contemporanea.

Dice 'sto ragazzo che negli ultimi mesi la retorica bellica delle istituzioni occidentali è cresciuta assai, in un crescendo di minacce e dichiarazioni fino a poco tempo fa inimmaginabili.

Fra Macron che inizia a paventare l’invio diretto di truppe in Ucraina, e Patrick Sanders, capo dell’esercito britannico, che dichiara apertamente che il mondo è alle porte di una nuova grande guerra e che, conseguentemente, vi è la necessità di addestrare i cittadini e prepararli alla battaglia. Mentre da Bruxelles i vertici dell’UE invitano gli Stati europei a prepararsi alla guerra e chiedono di "produrre armi come i vaccini".

"I nodi, pian piano, iniziano a venire al pettine in tutta la loro drammaticità. Gli scontri geopolitici, le tensioni sociali, le questioni nazionali, l’ascesa del mondo multipolare e, soprattutto, la gravissima crisi che sottostà alla base del sistema economico globale si fondono in una miscela esplosiva che non può più essere ignorata o dribblata come è stato invece fatto, più o meno, sino ad ora".

La guerra vera è in preparazione da anni. Già il Covid e le misure correlate hanno rappresentato una prima forma di conflitto, rivolto contro le popolazioni civili globali, volto a contenere una situazione di crisi economica al limite dalla deflagrazione ed a gettare le basi per il nuovo mondo dell’agenda 2030, dell’industria 5.0 e del grande monopolio capitalistico globale. Tutto ciò mediante l’adozione di quelle misure emergenziali estreme, né giustificabili né controllabili in uno scenario di normalità applicate con la scusante sanitaria e sotto lo scudo della narrazione pandemica. Con il consenso di milioni di ritardati che o non hanno capito ciò che stava succedendo, o lo hanno capito ed hanno avallato.

Terminata questa prima fase alcune tensioni interne al sistema sono esplose in modo deflagrante. Gli ultimi, gli oppressi, gli storicamente soggiogati hanno iniziato a subodorare un riallineamento mondiale basato su un nuovo ordine multipolare, sganciato dal vecchio ed isterico Occidente, ormai incapace di produrre beni e servizi di qualità e schiacciato dalla fuffa che il mondo anglosassone tenta di introdurre nelle nostre vite per mascherare le enormi difficoltà sul piano economico e finanziario.

Insomma, è arrivato il momento della distruzione (totale o parziale si vedrà) e della ricostruzione per poter tornare a produrre, lucrare e guadagnare. D'altronde, ciò è accaduto nella storia millenaria della razza umana, evidentemente incapace di comprendere di essere su questo pianeta non per distruggere o per distruggersi. Il piccolo problema è che ora l'ominide è in possesso di migliaia di testate atomiche, per cui resta a voi lettori fare 1+1.

Che fare?

Mah, continuate tranquillamente a informarvi su Repubblica del Siero, mi pare che la strada sia quella giusta.


"Vorrei dissolvermi in giorni pacifici"

(Subsonica, "Missili e droni", 2024)

3 commenti:

  1. https://youtu.be/n2jvzAJzTTo?si=mxBeNOF5KBdCa7oc

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  2. I giovani molto spesso sono migliori di noi.

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  3. Talvolta ma non spesso
    G. M.

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