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giovedì 5 maggio 2022

Paura, angoscia, sconcerto


Qualcuno mi ha chiesto perchè non sto scrivendo quasi niente sulla terza guerra mondiale in procinto di partire ufficialmente (ufficiosamente è già partita). Beh, ma di cosa bisogna discutere, se posso domandare?


Anzitutto, questo blog di merda ha pubblicato subito una serie di articoletti in forma di fiaba ucraina, che - appunto - sono delle storie inventate (la storia di Zelensky, i suoi contatti con la famiglia Biden, gli oligarchi ucraini, i laboratori biologici ammerigani, ecc); e pensate che qualche scemotto di guerra ci ha anche creduto... Poi provai immediatamente a tentare di far comprendere che le guerre hanno di solito una genesi profonda, cause, motivazioni geopolitiche ed economiche bla bla bla, però mi è parso di poter capire che (stavolta) la "complessità" non deve esistere, che complesso = terrapiattista (oddio, di solito fino a qualche mese fa i due concetti erano completamente antitetici), che esiste solo un aggressore ed un aggredito. Tutte regole d'ingaggio nuove per un residuato universitario come me, che invece credeva, dopo tanti anni di studio passato sui libri di storia e di analisi politica, che le regole fossero state sempre quelle - tanto per fare esempi concreti e non distantissimi - di quando gli USA potevano invadere e devastare stati canaglia con la prova provata di una provetta agitata in controluce. Ragione per cui mi sono fermato: ero e sono vecchio, antico, antiquato.

Quindi niente ragionamenti analitici (quelli che valevano solo qualche settimana fa, rinnovati dalla neo Scienza), spazio solo per i ragionamenti di pancia e di principio. Per cui mi inoltro su questo versante, certo di essere ancora dalla parte sbagliata.

E così come gli ex nazisti Azov si fanno scudo di donne e bambini sotto l'acciaieria di Mariupol... ecco vedete, ho già sbagliato. Mannaggia, ricominciamo. E così come il mostro Putin si trincera dietro concetti obsoleti come denazificazione della società, io preferisco farmi scudo con le parole di Marco Revelli udite in un video stralciato da una delle tante trasmissioni gestite da schiavi e fatte solo per allargare il conflitto a più non posso. Revelli è un politologo. Revelli insegna scienza della politica. Revelli è un comunista (anche se annacquato). Ok, non è un buon esempio, lo capisco. Come me è un uomo di altra generazione, un tank affumicato nella devastazione di Mariupol; però lo vorrei portare ad esempio di un mio mini-ragionamento, proprio per la vicinanza fra uomini vecchi. Dice Revelli che sarebbe il momento di iniziare a passare ad una fase successiva del pensiero che travalichi la logica (vedi sopra) dell'aggressore e dell'aggredito: ok, si è capito. Il domandone è: come si esce da questa tegamata? Già, perchè ci sarebbe da tentare di campare, più o meno dignitosamente. Ma non solo gente come chi scrive, che se stianta ormai il suo l'ha fatto, ma ragazzi giovani, generazioni che arriveranno e che ci rimpiazzeranno. Revelli ha paura che questa situazione, in cui ogni giorno lo scenario militare e soprattutto politico peggiora, ci porti verso un punto di non ritorno che prevede solo una guerra nucleare. E nelle guerre nucleari non funziona che uno tira una bombetta e poi si va a cena. No, visto che di ordigni nucleari al mondo pare ce ne siano decine di migliaia e che il mondo evidentemente è comandato da psicopatici. Insomma, c'è da avere paura. Io ho paura.

E per questo vivo angosciato. Ma davvero, ma come fa a vivere gente come me con un costante soprappensiero, in questo caso costantemente rivolto alla preoccupazione di una guerra che ormai è su scala planetaria? Sì, perchè qui ormai non siamo più al confronto Russia-Ucraina (che in realtà è esistito prima di questo 2022), ma al fronteggiamento Nato-Russia, con dietro due giganti (Cina e India) che al momento hanno fatto finta di non esistere. Revelli implora che ci si prenda coscienza che esiste un contesto della guerra, un'Europa ad esempio; andando a discutere proprio di quanto io ho goffamente tentato di fare in questo blog di merda. Inutile far finta che un contesto non esista. E di questo contesto bisogna iniziare a curarsi (sempre dicendo che c'è un aggressore e un aggredito, per carità), se no è la fine.

Ma probabilmente il sentimento che più mi caratterizza è lo sconcerto di vedere la reazione della gente normale, che capisce solo a tratti che la guerra è orrore infinito, che invoca una escalescion dal proprio divano di casa guardando le maratone di Mentana, che continua a pensare ed a vivere in un mondo totalmente futile, che non riesce o non ha voglia di fermarsi a ragionare, leggere, approfondire, studiare, qualunque sia il pensiero o le conclusioni cui si possa giungere. Revelli dice che non ci si rende conto di ciò che sta capitando, molto presi dalla tragedia immane che sta capitando in Ucraina, dello scenario mondiale, del conflitto frontale fra potenze che porta al suo interno un pericolo gravissimo per tutti noi, per il pianeta. Io più semplicemente continuo a sostenere che la merda nel cervello della massa sta continuando a roteare sempre più rapidamente. Tuttavia il risultato non cambia: si sta rischiando l'estinzione. Che, da una parte, non sarebbe male, a patto che l'uomo sparisca completamente e si ricominci dalle blatte.

4 commenti:

  1. Bravo Almuta, condivido tutto; focalizzare la congiuntura significa capire che la guerra Russia Ucraina inizia nel 2014 e finisce 70 giorni fa.

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    1. Ok. Però mi raccomando, ricordiamoci sempre chi è l'aggressore e chi l'aggredito. Al-Mutanabbi

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  2. Allora sei filo Putin:)
    TDF

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