Al tempo Serra era un comunistone, uno che, dentro al PCI, tirava a modernizzare il partito, ad aprirlo all'esterno, ecc ecc. Nel 1992 Veltroni fu nominato direttore del giornale: finì d'impatto il mio acquisto di "Cuore". Da lì in poi ammetto di aver perso totalmente di vista Serra, da me evidentemente considerato personaggio minore. Qualche giorno fa lo riscopro.
E vedo che, come capita a tanti (tutti?) comunistoni con i miliardi, siamo passati da una posizione para-rivoluzionaria ad una darvinista determinista con una punta di pensiero mengeliano. Un vero e proprio delirio del nostro - scopro - editorialista di "Repubblica" (uno dei giornali più a destra della storia), che sul quotidiano cura una rubrica denominata "L'amaca".
Mai denominazione ed icona fu più consona ad un nullafacente di tale specie. Il rachitico personaggio, difatti, appare spaparanzato su una amaca, a volte intento a dormicchiare, altre a pensare, altre a leggere. Fregandosene giustamente del mondo intorno, in un perpetuo otium derivante da introiti fissi e facili, in culo alle difficoltà di noi comuni mortali.
Ma, al di là delle immagini, è il testo dell'articolo che fa veramente schifo. E per il quale spero che qualcuno delle categorie tirate in ballo dallo scrittorucolo, in un giorno di rabbia, abbia ad incontrare il nostro Michelino vis a vis per una profonda discussione sul tema.
Dice Serra che sarebbe un pochino dispiaciuto (leggasi: stufato) di sentire in ogni tigì certe categorie ristorate lamentarsi perché i risarcimenti non hanno coperto in toto il lavoro perso per la pandemia. "Pretendere che TUTTO quello che è stato perduto a causa della pandemia ora piova dal cielo è abbastanza protervo e parimenti sciocco: la sfiga esiste".
Ah, quante manate nel muso...
Con calma, andiamo ad analizzare il testo.
Ordunque, caro radical col culo al caldo, nessuna delle categorie polverizzate non dal covid, ma dal governo, pretende di riavere TUTTO quanto perso. La gente chiede solo di poter vivere e lavorare, nel rispetto della salute propria e dei propri clienti. E visto che il governo, in un anno, non ha saputo far altro che chiudere senza criterio o prove scientifiche (si pensi a ristoranti, bar, palestre, ecc), allora è la comunità che si deve addossare il peso di chi, con attività in proprio, ha subìto un colpo mortale (senza parlare delle attività che hanno già chiuso, caro il mio Serra) per colpe non proprie. Quindi, niente pioggia a casaccio dal cielo. Dovrebbe essere lo Stato, cui paghiamo migliaia di euro pro capite di tasse per tutta la vita, che ci viene in aiuto, non per assistenzialismo, ma perché poi da queste attività esso possa trovare in continuo proventi. Ed infine, col ditino alzato tipico degli annoiati radical che sempre hanno da insegnarci come gira il mondo, secondo Serra tutto ciò sarebbe protervo e sciocco...
Insomma, non dobbiamo quindi avere pretese ed accettare, ringraziando, quel che passa il convento, come tanti servi che tendono la mano per avere un tozzo di pane dal padrone, il cui giullare di corte ha appunto la maschera dei Michele Serra.
Ed infine "la sfiga". Sfiga che noi traduciamo materialmente in anni di tagli furibondi alla sanità perpetrati dai Bravi che stipendiano i Michele Serra, di abbandono progressivo di politiche di welfare, di liberalizzazioni estreme, di denari dirottati verso chi ha liberalizzato, di criminali sbagli nella gestione sanitaria della pandemia. Questa è la sfiga, caro Serra.
Siamo dinanzi chiaramente ad un altro insignificante cantore della voce del padrone, che sputa con disprezzo sulla gleba, povera ed ancor più povera di prima dell'avvento del covid, attraverso una visione medievale ed allucinata, comprendente l'invenzione di categorie assolute (i nostri nonni), e tesa a nascondere la verità, visto che in molte altre parti del mondo (anche negli USA iper liberisti) il sostegno dello Stato alle categorie in difficoltà c'è stato eccome.
Questa sinistra di estrema destra liberista che teorizza che le disuguaglianze altro non sono che fenomeni naturali ed inevitabili deve (DEVE) essere distrutta. Questo blog farò tutto ciò che è in suo potere per contribuire a farlo. In altri tempi, il problema sarebbe stato risolto alla radice.
"Ci si domanda chi abbia risarcito i nostri nonni, i nonni dei nostri nonni, e indietro nel tempo fino all'uomo di Cro-Magnon, dei lutti e dei rovesci indotti dalla caterva di guerre e pestilenze che affliggono l'umanità da quando esiste. Ve lo dico io: zero risarcimenti, e un sospiro di sollievo se si era ancora vivi e con un po' di pane in dispensa"
(M. Serra, "Repubblica", 24-03-2021)
Semplificando potremmo definire il serra uno di quei tanti comunisti rimasti tali fino a quando si trattava di mettere in comune il patrimonio altrui. Un comunistone, insomma. C'è anche da osservare che da comunista a neoliberista il passo è lungo e forse è più lungo della gamba, e qui entra in gioco il subconscio: meglio Milton Friedman che quel borghese speculator di Keynes, non sanno perché ma è così.
RispondiEliminaInfinita stima per l'avversione a quel troiaio di Veltroni.
RispondiEliminaSu Serra mi sembra che hai detto tutto tu, da ditate nell'occhi a ripetizione.
Il Granacci
I PARTE
RispondiEliminaTi riporto un articolo di Ferrara, così ti può aumentare la nausea. Tanto lo puoi sempre lanciare su Baghdad (dubito che Serra oggi lo farebbe), pensa che botto!!...meno male che il pensiero non è unico, è il bello del genere umano.
ps che ne pensi dell’amaca “rivoluzionari a costo zero”?
Pps a me Cuore piaceva praticamente tutto e Ken il guerriero mi faceva cacare (vuoi mettere con Gundam?), se tu non ridevi leggendolo capisco tante cose...
A.
Prudenza e saggezza tradite in un anno di chiacchiere avvilenti
Giuliano Ferrara
da: Il Foglio 28-3-2021
"Resto ancora strabiliata di come la crisi del Covid abbia reso irrazionali, malmostose, cattive, invidiose, ingiuste, pronte a credere a fandonie e imprecisioni che nutrono la loro costruzione mentale e le loro frustrazioni, persone ragionevoli e dolcissime che stimavo da anni”. Lo ha scritto Chiara Degli Esposti su Twitter. Mi ha colpito per sostanza e stile del giudizio. Infatti siamo stati invasi e presi prigionieri da una cosa che non conoscevamo nell’esperienza di generazioni, il cui unico vero precedente è la “spagnola” dell’inizio del secolo scorso. Abbiamo fatto fronte con senso mondiale di comunità, con solidarietà, con disciplina, sfruttando a fondo le grandi doti e garanzie offerte dalla tecnica medica, dalla ricerca, dalla tecnologia, fino ai vaccini passando per le misure di contenimento, le decisioni dei governi, i drammi dell’economia e del lavoro e del reddito ai quali abbiamo cercato di porre riparo con un gigantesco sforzo finanziario e in molti altri modi. Eppure.
Eppure non la finiamo di lamentare errori, di giudicare e mandare come se tutto fosse così semplice, non la finiamo di vedere complotto, incompetenza, ingiustizia e follia dove le spiegazioni evidenti, razionali, invece abbondano, dove è chiaro che sono speciose le polemiche sui piani pandemici previsionali nel cassetto, poi sulle origini del virus, poi sulla mancanza di alcol, amuchina, tamponi, infine sui tempi e i modi della campagna di vaccinazione. Speciose le polemiche sulle chiusure, sulla scuola, sul ruolo pubblico degli esperti epidemiologi, sull’inevitabile disagio fisico e mentale dell’isolamento e del blocco. Una grottesca rincorsa di risentimenti, categorie che si sentono non protette o messe da parte, i ritardi nelle compensazioni delle perdite subite, negli interventi di tutela sociale a partire dalla cassa integrazione per i lavori sospesi, tutti fattori di coesione e salvezza che sono stati approntati tra mille difficoltà, da apparati pronti a tutto ma non a questo che è successo, e per chiare ragioni.
Hanno cominciato i filosofi negazionisti del virus questa spirale della chiacchiera, poi ci si sono messi i politici aperturisti, ciascuno con la propria parte di responsabilità nella costruzione di miti farlocchi, quelle che dovrebbero essere le avanguardie della razionalità e dell’arte del possibile si sono gettate nella melmosa, “malmostosa” dice la Degli Esposti, inclinazione a credere bellamente alle fandonie, a delegittimare le autorità sanitarie e centrali, a rendere a tutti la vita ancora più difficile di quel che era diventata. Fino all’assurdo di un magistrato che si vuole “modello” e che si fa prefatore di un libretto venato di antisemitismo, di leggende cospirazioniste da dark web, sassi tirati per subito nascondere la mano, con la fenomenale denuncia dei governi italiani per “crimini contro l’umanità” presentata da uno degli autori del pamphlet, un ex sottosegretario di Prodi in servizio tuttora presso la magistratura.
un discorso di merda, da coglione bquale è ferrara. un buzzone con il culo al caldo!
RispondiEliminaw la libertà di pensiero, w l'Italia libera e APERTA!
RispondiEliminaII PARTE
RispondiEliminaE intanto la gara vaccinale guardata con attitudine invidiosa e maldicente, la sorpresa babbea per il fatto che il paese più ricco e avanzato del mondo va forte con i vaccini che ha prodotto, vanno forte gli israeliani capaci delle note grandi imprese di uno stato guarnigione abituato al pericolo e alla lotta, o gli inglesi, che da Dunkirk in poi hanno fatto vedere al mondo intero di che stoffa siano fatti i disciplinamenti di massa intorno alla nazione. Eppure.
E’ scomparsa la pazienza, non c’è più traccia della temperanza e della serenità nell’osservare il corso delle cose, i toni sono sempre tenorili, sopra le righe, non si rispetta la verità e la materialità dei grandi risultati raggiunti, le curve che si stabilizzano e scendono dopo le misure prese, la cura e l’affanno encomiabili della classe sanitaria, degli insegnanti e degli alunni costretti alla variante della didattica a distanza, e poi felici di reintegrarsi nel modello scolastico in presenza quando si può ragionevolmente farlo, la messe di informazioni decisive messa a disposizione dai sapienti, dagli scienziati, dai politici capaci di governare la crisi più complicata e più grave dalla fine dell’ultima guerra, lo sforzo produttivo e distributivo immane delle case farmaceutiche erette a mostro alla ricerca di profitto, il Big Pharma.
Con una glossa importante. La schiacciante maggioranza ha capito, si è insieme immobilizzata e pacificata nell’attesa di una soluzione generale e per quanto possibile definitiva, ma sono le nervature della società, i media in particolare, molti politici, qualche intellettuale fatuo e birbone, e “le persone ragionevoli e dolcissime che stimavo da anni”, come dice Chiara, quelli che hanno tradito la loro naturale funzione di equilibrio pazienza prudenza e saggezza.
Rispondo.
Elimina1. Rivoluzionari a costo zero. Non mi addentro nel problema, del quale disconosco le implicazioni professionali. In generale mi terrorizza tutto ciò che è obbligatorio, ma qui mi fermo. Sarebbe ganzo crearne un dibattito, ma non ho basi.
2. Ken è stato un grande fumetto e cartone nel suo genere. Concordo sulle superiorità di Gundam, che era quasi fuori contesto tanto era avanti per grafica e contenuti. Ma il voto su Cuore era dettato dal fatto che incomprensibilmente la voce su Ken era gettonatissima.
3. Cuore non mi ha mai fatto ridere completamente. Bellissime le vignette di Ellekappa, ma per il resto per il mio gusto tutto troppo patinato e unidirezionale. Tanto per capirsi, se al tempo mi volevo sganasciare dalle risate sceglievo Il Vernacoliere. E prima Il Male.
4. Ferrara. Non me ne volere, ma sono arrivato al quinto rigo ed ho smesso di leggere. Giuro che poi ci riprovo. Ma è più forte di me.
Al-Mutanabbi
“Non mi ha fatto ridere completamente” mi piace di più, io mi ricordo disegni e caviglia o angese che all’epoca gliele davano secche e Serra mi faceva ridere (ci prova ancora con una rubrica sull’espresso, ma evidentemente c’è un tempo per tutto, come Benigni purtroppo dimostra).
RispondiEliminaMi rendo conto che nello scrivere finisco sempre per esagerare (però qui mi pare capiti quasi a tutti), il mio “mi spiego molte cose” è troppo, oltre le mie intenzioni, e anche Ken non è che mi facesse proprio cacare, ma cavolo, esplodevano le teste e poi che cupezza...
Il male ero troppo piccolo per leggerlo (ma mi sa anche tu) e il vernacoliere fuori dalla toscana neanche esisteva...
Come vedi, seguendo lo stile dei commenti wiatuttiani, al “mi spiego molte cose” non ho badato. Raccomando tuttavia, en passant, di mantenere uno stile non offensivo e soprattutto evitare epiteti strani (il messaggio è generale e non riferito al “mi spiego molte cose”). Perché giustamente esagerare e’ anche ganzo, visto il taglio popolare e godereccio del blog, però una tantum. Perché in realtà il blog è al tempo stesso elitario ed elegante. Insomma, si deve giocare sul filo del rasoio.
EliminaIl Male lo ho letto dopo la fanciullezza, vero.
Il bello di Ken era appunto la sua cupezza, la violenza delle esplosioni dei corpi (ancora oggi io provo molte mosse sui miei amici, dicendo loro che esploderanno fra 2 ore) ed il contesto post atomico, che per noi amanti dei futuri distopici è sempre ben accetto.
Al-Mutanabbi