Tutti pronti? Dai, si prencipia! Fra Alti (il documento della Pantera) e Bassi (le spettacolari misure varate per tutelare la nostra sicurezza).
Iniziamo dai Bassi, va. Che poi si finisce con un altro piglio...
Allora, parliamo delle misure ponzate dalle Istituzioni di PS in materia di sicurezza, avallate en passant dal Sindaco, che ringraziamo per cotanto interessamento alle nostre persone.
Qualcuno in questi giorni ha gridato allo scandalo ed alla fine del Palio, per l'adozione di soluzioni che non paiono calzanti al contesto popolare dell'evento e soprattutto non risolutive nell'ottica di un eventuale problema di assembramento coatto. Non sono concorde. Perché tutto ciò che sta avvenendo ora non è nient'altro che l'inizio (anche soft, se vogliamo) dell'ultima fase della gestione dei problemi inventati.
Come ben saprà chi segue questo blog, tutto ciò che concerne una limitazione delle libertà individuali si basa su una metodologia di controllo delle masse semplice quanto efficace: problema->reazione->soluzione. Creo un problema (in questo ultimo caso, addirittura vado a riprendere un problema mai accaduto e mi baso sul senso di psicosi della massa), gestisco una reazione (vedi appunto l'ansia post fatti di Torino e la sensazione di impotenza verso una forma di terrorismo ormai considerato incontrollabile), impongo una soluzione (attraverso atti che mirano a scalfire la nostra sfera di libertà).
Per certi versi, capisco benissimo le Istituzioni di PS ed il Sindaco, tanto che fossi io nella loro posizione, probabilmente farei lo stesso: tirerei anzitutto a pararmi il culo. E che questa forma di autotutela vada contro ogni evidenza di capacità secolare di gestione di buon senso popolare poco interessa, dato che fino ad oggi nessuna reale protesta è arrivata dalla base, soprattutto dai popoli delle Contrade, che del Palio sarebbero - non dimentichiamocelo mai - le dirette interessate.
Il trend verso la trasformazione proattiva a sagra folcloristica paesana è stato avviato anni fa; ma siccome i cambiamenti repentini non sarebbero mai stati accettati dalle folle, allora ci è stato tolto qualcosa poco a poco (vedi il principio della rana bollita). Wiatutti, nel corso di questi anni, ha documentato il percorso con dovizia di particolari. Per cui, ripetiamo, non ci sentiamo oggi più di tanto scandalizzati.
Un po' sorpresi tuttavia, ammettiamo di esserlo, per l'adozione di misure che a nostro avviso non risolvono i reali o presunti problemi della sagra, che a volte rischiano di scivolare verso il grottesco. Pensiamo, come esempio per tutti, all'installazione di altoparlanti sul Palazzo Comunale, con spesa a carico dei fondi comunali di circa 30.000 euro. Ecco: gli altoparlanti a mio avviso possono benissimo rappresentare simbolicamente tutto il quinquennio capsuliano, continuamente in galleggiamento fra ovvietà, incomprensibilità, nullafacenza, peracottarismo.
In mezzo a questi Bassi, qualcosa si muove fi-nal-men-te sul versante popolo. A memoria, penso che il documento ufficiale uscito dall'Assemblea del Popolo della contrada della Pantera, che ribadisce la propria volontà di non sottostare alle logiche dello scivolamento verso la sagra paesana, sia il primo tangibile segnale di riscatto contradaiolo. Analizziamolo, questo Alto documento.
Anzitutto il contesto in cui esso è emanato sta nella "sovranità" della Contrada. Che, al di là del peso sociale ed economico che rappresenta (qualunque essa sia), è anch'essa una Istituzione cittadina: fattore che ormai pare volutamente dimenticato. Si sottolinea poi come il Palio sia nato ed abbia resistito "come una festa di popolo e per il popolo senese": attenzione alle preposizioni, "di" e "per", non usate a caso, ma anzi riferite al popolo, genitore e primo fruitore dell'evento. Va bene pertanto intraprendere mutamenti di buon senso, ma non in modo eccessivo, cioè in grado di "sminuire o addirittura di far venire meno lo spirito e l'essenza stessa del Palio", fin verso l'omologazione delle Contrade ad associazioni sportive. Si auspica infine una "sintesi tra le doverose esigenze di sicurezza e lo spirito che ci anima". Perché in fondo, per noi, per il popolo senese, il Palio "è vita".
Sì, è vero. E' vita. Ma non in senso figurativo ed epico, non con le inutili sfumature di esaltazione che tanto male hanno prodotto in questi ultimi decenni. In senso letterale, il Palio è vita nella propria complessità, nelle sfumature anti-contemporanee, nel ragionamento non allineato, nella passione non incasellata, nella diversità, nel ribaltamento delle logiche egoistiche.
Per tutto questo, da Senese, ringrazio di cuore la Contrada della Pantera, con la speranza che tutte le altre seguano il suo esempio e mettano agli atti un documento ufficiale che parta dall'Assemblea per ribadire la propria particolarità e che riporti il senso del dissenso dal basso verso l'alto. Con il forte augurio che intanto un fulmine chiappi in pieno e disintegri l'obbrobrio degli altoparlanti, grottesca maschera di chi ambirebbe ad amministrare una comunità.
PS. Rettifica last second. Valentini disconosce la paternità degli altoparlanti, che gli sarebbero stati imposti (???). Queste le sue parole: "Mi sento violentato". Sic transit gloria mundi.
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