L'epifania di Macchi

Oibò! E tutto d'un tratto, quando ormai nessuno si sarebbe più aspettato che dietro il Mele esistesse una faccia, un nome ed un cognome, una professionalità, una storia, ecco che si palesa Massimo Macchi, intervistato sabato scorso sul Corriere di Siena da Andrea Bianchi.

Una prima considerazione a caldo: trattasi di un bello scuppe! E io capisco che a volte, fra colleghi, le notizie non si rubano o non si fanno girare più di tanto, ma è oggettivamente anomalo che questa intervista di Bianchi non sia stata riportata su altre testate giornalistiche, neppure attraverso un rimando di poche righe. E siccome Wiatutti apprezza sempre lo sforzo che viene prodotto per divulgare una realtà al momento sconosciuta, riprendiamo volentieri noi il discorso.
E poi una premessa. Al momento, non essendo Macchi un mio (parlo da tifoso bianconero) interlocutore diretto, ma soltanto una persona che ha manifestato una intenzione di interesse per la squadra del mio cuor, non ho voglia né bisogno di approfondire in dettaglio la persona, gli interessi o la potenzialità. So che ha contribuito ad acquistare al momento il 34% di quote della Mens Sana: in bocca al lupo. Per cui resto volutamente ancorato con forza al commento dell'intervista di Bianchi.
Allora... salto per ovvi motivi tutto ciò che è riferito ai cugini biancoverdi... e mi concentro sulle parti in cui si parla di Robur.
Il primo notizione è che Macchi, secondo la sua tesi, si sarebbe sentito per due volte con la Durio, per fissare un appuntamento che poi non c'è mai stato. Motivo: perché a fronte di una iniziale serena disponibilità della presidentessa a fissare questo incontro personale con l'imprenditore, il suo (di lei) interesse sarebbe poi decaduto, senza apparente motivo.
Ragione per cui, come prossimo passo, Macchi intenderà presentare alle parti sociali la propria disponibilità, unitamente con l'Ing. Mele, all'acquisto della maggioranza delle quote del Siena. Non tanto per proporre un'offerta pubblica ad una Durio che, al momento, non manifesta volontà di vendita, quanto per "far sapere alla cittadinanza, alle sue istituzioni e alle sue parti sociali, il nostro interesse. Credo sia opportuno inoltre restituire a Pietro Mele la giusta credibilità dopo che si è assunto carichi enormi per tenere lontana la mia persona dalla curiosità dell'opinione pubblica".
Eh già, dott. Macchi... fra i curiosi c'ero anche io. Sa, da tifoso del Siena, mi avrebbe fatto immensamente piacere vederLa manifestarsi prima che un quotidiano locale La vergasse in prima pagina per avere acquisito oltre il 30% della Mens Sana. Ma io sono uno e conto per uno, per cui questa mia considerazione La prenda come poco importante. Certo è che forse anche Lei si è accorto che non valeva più la pena stare discosto ormai, per cui ha fatto bene a parlare. E farà molto bene, dal mio punto di vista, a presentarsi ufficialmente alla città, per farci capire meglio qualche accadimento di questi mesi ed i programmi che potenzialmente avrebbe in testa per la squadra bianconera.
Infine, una nota finale su una domanda sulla Mens Sana rivolta da Bianchi. Eccellente come visione imprenditoriale il fatto che la Siena Sport Network abbia voglia di investire a tutto tondo sullo sport senese, pur lasciando differenziati investimenti e costi e pur non parlando mai di polisportiva. Ma attenzione: lo sport ha dei clienti un po' particolari, che si chiamano tifosi. Particolari perché guardano il tutto dalla lente deformata della passione e puntano molto sui risultati (ma non solo, oserei dire). Ed hanno una testa un po' strana, deviata appunto dalla storia della propria passione, da mille eventi pubblici e privati che ne hanno determinato il senso di comunità. E se Siena e Mens Sana (ad esempio) per più di cento anni sono state divise e non hanno avuto un padrone comune, forse un motivo ci sarà. E se nessuna squadra toscana (ad esempio) ha al proprio interno soci che partecipano a questa o altra società, un motivo ci sarà.
Come dire... attenzione, attenzione...