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venerdì 10 marzo 2017

Un rametto di mimosa

La giornata non è nemmeno cominciata che il telefono ha già consumato il 5% della batteria. E io mi sento come lui.
Forse in verità entrambi siamo solo molto stanchi, ma le ferie sono ancora lontane e purtroppo è soltanto mattino. O almeno così dice l’orologio.
Il freddo della notte sta piano piano lasciando spazio al tepore del sole, che da dietro le colline ha giá cominciato la sua lenta scalata verso il tetto del cielo. La nostra autonomia è sempre piú limitata. E non basta attaccarci alla presa di corrente per tornare in forma. A volte vorrei essere uno quei vecchi Nokia di inizio secolo, con i tastoni grandi grandi ed il display in bianco e nero. Quelli sì che duravano una settimana. Altro che il sesso tantrico di Sting.
Sulla via dell’ufficio, fermo nei pressi della pompa di benzina, solita meta di metá settimana, mi si avvicina un simpatico signore mulatto, armato fino ai denti di coloratissimi mazzi di mimose gialle, il cui profumo pesante si espande immediatamente nell’aria impregnata di benzina. Dai lineamenti il signore sembrerebbe provenire dal Sud-Est Asiatico, ma per quel che ne so potrebbe essere anche di qualche posto sperduto sulle Ande. Sbirciando dentro la mia auto, infischiandosene bellamente di qualsiasi legge sulla privacy, alludendo alla sciarpa bianconera tristemente abbandonata sul sedile posteriore, mi fa: "Capo, forza Juve! Prendi mimosa! Costa poco".
Armeggiando con la pistola del gasolio, pur andando di fretta, rispondo divertito: "A parte che quella sciarpa è della Robur e non della Juve, a me la mimosa non serve. La mia fidanzata era allergica! E tanto poi non c’è piú. L’ho rottamata per una con meno chilometri".
Il tizio mi guarda perplesso e, senza perdersi d’animo, ripete: "Dai capo! Quante mimose vuoi?".
Da dentro l’abitacolo di un’auto di passaggio, seppur ovattata mi pare di scorgere la voce di Paola Turci. Sembrerebbe la cover di una vecchia canzone di Anna Oxa, ma forse mi sbaglio. Prendo qualche secondo per ricordare il titolo, ma proprio mentre esso sta per riemergere dalle profondità della mente, come un mostro degli abissi marini, l’incerto italiano del venditore ambulante mi riporta alla realtá: "Dai capo. Solo 5 euri. Quante vuoi?".
Lo guardo incerto e senza riflettere rispondo…
Uno mi serve per tutte le donne della mia vita. Per quelle presenti, per quelle future e per quelle passate. Che spesso riemergono e fanno ancora male. Un rametto per le nonne, uno per le mamme e uno per le compagne. Un altro per le figlie, che ancora non sanno cosa le aspetta. Un rametto per le ragazze che hanno rinunciato a tutto pur di essere felici e uno per quelle che hanno rinunciato alla felicità pur di avere tutto. Uno per tutte quelle che hanno detto zitti senza mai sforzarsi di stare a sentire e uno per quelle che hanno rinunciato a parlare, perche credevano di non aver niente da dire. Uno per quelle che ci hanno giudicati brutti senza guardare con gli occhi del cuore. Un rametto per le ragazze che hanno riso nonostante le guance rigate dalle lacrime e uno per quelle che hanno pianto in fondo ad un vecchio film in bianco e nero, divorando quintali di gelato dopo la fine di un amore. Uno per tutte coloro che non hanno mai capito la differenza tra amaro e amore e che ancora oggi aspettano la venuta del principe azzurro. Un rametto per le ragazze che hanno cercato nel sesso le certezze che non riuscivano a trovare da sole e di fronte all’ennesimo uomo della loro vita si sono sentite stupide ed insicure. Un rametto per quelle a dieta da una vita, per quelle che tremano alla fermata del tram e per quelle che non entrano più nei jeans dello scorso anno, ma che su Instagram postano comunque foto in bikini taroccate col pc. Uno per le ragazze con l’addome piatto e uno per quelle con la pancia rotonda, che presto sentiranno piangere dall’interfono appoggiato sopra al frigofero, vicino alle calamite di posti che non vedranno mai. Un rametto per quelle che di fronte ad un giudizio cattivo si sentono morire e rimangono in pigiama tutta la domenica. Una mimosa profumata per le ragazze che affrontano la vita di petto, naturale o siliconato, fregandosene dei commenti cattivi della gente, certe del fatto che al cervello le protesi non si metteranno mai. Un rametto per quelle che ancora lottano per riavere il posto di lavoro dopo una gravidanza, per quelle che dopo un lungo viaggio verso il Salento, a dieci chilometri dalla meta ci dicono: "Vuoi che guidi io?", nonostante non abbiano mai azzeccato un parcheggio in vita loro e non sappiano distinguere il libretto di circolazione dal catalogo dell’Ikea. Un rametto per quelle che comprano le scarpe col tacco 12 e le buttano via nuove senza mai indossarle. Uno per le mamme in tribuna la domenica mattina e uno per tutte quelle che, ferme al semaforo, si truccano gli occhi ascoltando Radio Deejay. Un rametto per le donne silenziose divise tra casa e lavoro. Uno per tutte le volte che rientrando a casa abbiamo trovato la pizza in forno, la birra in frigo e la tavola apparecchiata. Uno per le ‘emozioni da poco’ che ci avete regalato lungo tutti questi anni, durante i quali ci avete fatto battere il cuore. Un rametto per per tutte le volte che siete rimaste a guardare un telefono, nell’attesa che qualcuno chiamasse. Per il numero del Cera l’h che non avete mai scritto, per i pianti acidi in seguito ad una sbornia e per quelle decine di lettere che non avete mai inviato. Un rametto per tutti gli arcobaleni della vostra vita, durante i quali, provando ad elencarne i colori, vi siete sempre dimenticate dell’indaco. Un rametto per tutte le volte che un vostro bacio ha sostituito un nostro ciao. Un rametto per tutte quelle che hanno chiamato casa l'unico il posto in cui si sono sentite veramente felici.
"Capo scusa. Non ho capito: quante mimose volevi?".

Piacenza – Siena: nella settimana della festa della donna, dopo aver battuto IL Livorno, LA nostra Robur si appresta ad affrontare IL Piacenza. Non sarebbe male festeggiare con una vittoria. Anch’essa femmina, come la primavera, la notte, la speranza e la felicità. Tre punti per continuare la navigazione verso le tranquille acque della salvezza. Senza sussulti o mare grosso. Tre punti per continuare a vivere sereni e sognare in santa pace un futuro degno del nostro passato.

Tutti uniti insieme avanzeremo.


Mirko

3 commenti:

  1. Un rametto per Annona che,dopo aver speso a Livorno,DI SICURO con il Piacenza rientrerà di un ventello....

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  2. Un'emozione da poco? Forse era la cover che ha portato a Sanremo..

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