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giovedì 24 settembre 2015

Caro biglietto (virgola)

Caro biglietto,
é da un po’ di giorni che volevo scriverti ma purtroppo non trovavo mai un minuto per farlo. O magari non ne avevo voglia. O forse entrambe le cose. Sinceramente ne avrei fatto volentieri a meno, ma gli eventi degli ultimi tempi mi ci hanno un po’ costretto, stringendomi al muro come fanno due sgherri dei bassifondi con la vecchietta appena uscita dalla posta.

Mi ricordo quando andavamo d’amore e d’accordo, tanti anni fa. Tu venivi venduto liberamente dai botteghini della società o in una decina di altri posti. Costavi una cifra giusta, potevi essere acquistato 1 minuto prima del fischio d’inizio e venivi staccato da quei bei pacchetti colorati. Di ogni biglietto, una parte veniva data all’acquirente e un’altra rimaneva nel blocchetto; quest’ultima si chiamava matrice. Mi sapeva tanto di sagra del pesce, ma era un pezzo d’Italia. 
Mi ricordo quando i biglietti per entrare al Rastrello (che nel tempo è arrivato anche a chiamarsi Montepaschi Arena… che tristezza) erano divisi per colori: se non ricordo male c’era il blu, il verde, il giallo. E ad ogni colore c’era abbinato un settore. Oddio, chiamarli settori era una cosa grossa. C’era la tribuna coperta, la gradinata, una curva con 5 gradoni di qua, una con 5 gradoni di là e tanto, tanto, tanto prato. E gli scoiattoli vivano tranquilli…
Per acquistarti, caro biglietto, non occorreva niente di più che andare al botteghino e sborsare (in contanti o col bancomat) una certa cifra, commisurata in maniera leale e razionale alla tipologia di spettacolo proposto e al settore scelto. I prezzi rappresentavano un giusto compromesso tra “il dare e l’avere” e soprattutto venivano rispettate le categorie “protette”: donne, bambini, anziani, militari, tutti avevano la loro sacrosanta considerazione. Come d’altre parte sarebbe giusto funzionasse in un paese a nord del Mozambico (con tutto il rispetto, naturalmente!).
In tutti questi anni invece, caro biglietto, le cose sono cambiate. Ti sei fatto schivo, difficile, scontroso. Hai preteso sempre di più offrendo – quasi sempre – di meno. Stadi poco confortevoli, bagni sporchi, maleodoranti e spesso rotti, baretti squallidi e fatiscenti o omini dell’acqua che ti passano davanti di continuo. Io lo capisco che state facendo il vostro lavoro, ma durante un calcio d’angolo non mi passate davanti. Io sono pacato e civile ma molti altri no, quindi ne potrebbe andare della vostra incolumità.
Eh sì, caro biglietto, vedi che sei cambiato? Cambiato per il nostro bene, ci dicevano quelli che comandano. Ed invece? 
Lo sai si che il passaggio dalla serie D alla Lega Pro è stato economicamente traumatico? Lo scorso anno in moltissime trasferte bastavano 10 euro e i bambini entravano gratis. Addirittura in moltissimi posti era permesso l’ingresso libero fino ai quattordicenni; altro che bambini. Era un bel modo di fare sistema: babbo e mamma pagano e i ragazzi no. Pacchetto famiglia, lo chiamerebbero gli esperti di marketing. Tanto quei soldini risparmiati all’ingresso, rimanevano comunque nei paraggi dello stadio. Quello era un modo sano di generare un indotto: benzina, autostrada, pranzo, giro in centro (quando c’era un paese da vedere), un po’ di shopping e qualche souvenir (vedi Spoleto). Arrivavi in fondo alla giornata contento e felice; avevi speso un capitale ma non ti pesava. E magari avevi dato – nel tuo piccolo – lavoro a 5 o 6 persone. 
Quest’anno invece, caro biglietto mio, cosa abbiamo? Abbiamo una tariffa fissa, dannatamente alta (perché 14.00 € per un settore ospiti in Lega Pro sono tanti; troppi; uno sproposito). E poi perché a Pistoia ce ne chiesero 12? Non dirmi che ci faranno pagare la luce dei riflettori… E ti prego inoltre di non venirtene fuori con i diritti di prevendita, perché se la società ci tenesse ad avere centinaia di persone in trasferta, avrebbe sicuramente cercato il modo di sistemare la cosa. Ma forse alla società non gliene frega nulla dei tifosi. Anzi sì, gli importa quando c’è da dire: “Uhm, quest’anno 800 persone non hanno rifatto l’abbonamento. Chissà perché?”. 
Lo scorso anno, per andare a Ponsacco insieme ad un bambino ci volevano 10 euro; quest’anno per andare a vedere il Tuttocuoio (ma si può chiamare così una squadra di professionisti? Ma per favore…) ce ne vorranno 24/28. Al peggio non c’è mai fine però: in quattro a Rieti (due adulti e due bimbi) spendemmo 22 euro; a Ferrara ne serviranno 48/56. 
Non esistono biglietti ospiti ridotti nella follia del professionismo. Non esistono biglietti ospiti ridotti nel marcio del calcio azienda, capace solo di lucrare su tanti per generare profitti per pochi. Tuttavia i veri “ridotti” non sono i biglietti, ma coloro che hanno organizzato tutto ciò. Che mondo è quello che obbliga un bambino di 10/12 a presentarsi allo stadio “armato” di tessera del tifoso? Ma suvvia, per favore! Riapriamo lo stadio alle famiglie, dicevate... Ma levatevi di culo piuttosto, dico io!
No, caro biglietto, sabato a Lucca non so se mi vedrai. È una ripicca, lo so. È solo una puerile e patetica forma di protesta, assurda ed altamente inutile. Se non vieni stai a casa, potrei sentirmi rispondere. Verissimo, aggiungerò io. Ma occhio, perché di questo passo, le partite ve le giocate da soli. Senza pubblico, suoni e colori. Vista bella gradinata di Pistoia due settimane fa: quei cartonati immobili rappresentano esattamente lo stereotipo del tifoso dei prossimi anni, descrivendo alla perfezione lo stato comatoso del calcio italico e del paese tutto. Tanto c’è il Grande Fratello a tenerci compagnia. Ma staccate la spina per favore… Però fate attenzione a quale staccate, perché, collegandoti con… come si chiama? Lega Pro Channel, potrai vedere la partita comodamente seduto sul tuo divano. E magari addormentandoti potrai anche sognare quando in diretta dal Franchi (terzo nome del nostro stadio) parlavano Caressa e Bergomi. Alla radio è anche peggio e il pensiero di non poter seguire Pontedera – Sant’Arcangelo in stereofonia, mi toglierà sicuramente il sonno!
Mi dispiace se piano piano dovessi rinunciare ad una delle mie più grandi passioni, ma credo che a tutto ci sia un limite e che non sia giusto prendere per i fondelli la gente normale, che lotta tutti i giorni per conservarsi un lavoro non garantito (Monti disse che il posto fisso era monotono… Poverino, non sapeva di cosa parlava!), paga le tasse fino all’ultimo centesimo nonostante sia stato costretta ad indebitarsi 30 anni per 60 metri quadri e prova comunque a crescere due creature giorno dopo giorno, con la speranza si dare loro un domani. Domani che sempre più spesso appare un doMai…
No caro biglietto, stai divento troppo caro. E non mi piaci più!

Lucchese – Siena. Tutti uniti insieme avanzeremo; da soli, come sempre, contro un mondo che va all’incontrario e che non ci avrà mai come vuole lui!

3 commenti:

  1. Basta fare come tantissimi stanno facendo:staccarsi da un mondo corrotto,assurdo e dove chi "comanda"pensa solo ed esclusivamente ai propri interessi.
    Stadi vuoti o solo con i "mangiatori di pastalforno"che ingozzano la m...a da decenni,ecco la soluzione!!

    SIENA ALLA VECCHIA MANIERA!

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  2. La cosa che mi ha dato più noia è stata il quasi triplicare l'abbonamento per i bambini (da 20 a 55 neuri) e infatti per la mi figliola non l'ho fatto, quando viene paga il biglietto.
    Perché lucrare sui cittini? Li dovrebbero far entrare gratis, tanto poi tra le noccioline, da bere etc. i soldi del biglietto li ripigli. Tira là 20 euro, ma 55.... dove sono finiti gli 800 abbonamenti in meno è presto detto...

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  3. Tutte cose giustissime.
    Ti do un argomento per un prossimo articolo: la VERGOGNA di NON SENTIRE PIÙ LE PARTITE DEL SIENA ALLA RADIO! L'altro giorno ho parlato con conduttore di Antenna Radio Esse e mi ha detto che ci volevano 7000 euro per chiedere i diritti e siccoem sono troppi... niente diretta. Lo sai che quando c'è la partita del Siena, Anten ardaio esse da "ogni tanto" un aggiornameneto e Radio Siena la musica? Ma a Siena ci sono tanti tifosi "anziani" che non possono venire allo stadio e che non hanno la connessione internet. Ma nessuno ha pensato a questo? ma la città non ha fatto niente? Ma nemmeno alla società frega niente di questo? Ma davvero non si poteva fare niente per questo ennesimo scempio?

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