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giovedì 8 gennaio 2015

InContrada: meglio del Louvre!


E mentre l'iniziativa InContrada continua, a me piacerebbe ancora scrivere di ciò che, sotterraneamente, il popolo mormora ma fa tanta fatica a riportare in superficie: il rapporto fra contrade e politica.
Quando parlo di “politica”, cerco di visualizzare il tentativo della politica cittadina di infiltrare le contrade a fini di strumentalizzazione del consenso, fra le dirigenze (prima) e fra il popolo (poi). Chi crede che ciò non sia successo, forse farebbe meglio a smettere immediatamente di leggere.



Una prima riflessione: quando si discute fra di noi, gente del volgo, per la strada o al bar, l'argomento viene trattato in maniera spesso non superficiale, ma pochissime volte la questione è stata affrontata a livello politico. Strano, dato che - tutti noi lo sappiamo - le contrade sono serbatoi di voti e di potenziale consenso; e controllarne anche solo una parte, vorrebbe dire assicurarsi le chiavi del potere cittadino.
Nessuno schieramento politico, dicevamo, ha mai affrontato il tema in maniera organica, quasi fosse un taboo, un argomento da scansare. Spesso rifugiandosi dietro al vecchio detto “se ne parla in contrada”, che tuttavia mi pare, valutati i fatti e la velocità con cui viaggia oggi l'informazione, non sia poi più molto adeguato ai tempi d'oggi. Così facendo, si è finito per rimandare di continuo l'opportunità di un approfondimento che tanta gente percepisce come necessario.
Insomma, qualcuno deve pur iniziare ad esporsi sull'argomento. Lo fa, con modestia, Wiatutti. Nello stile di Wiatutti, però: senza fermarsi cioè a citare singoli episodi (ognuno conosce i propri...), ma cercando di analizzare un fenomeno ed aprire un barlume di ragionamento. Ognuno poi farà come meglio crede.
Ciò che abbiamo visto tutti (spero) è stato da anni un costante adeguamento della Festa verso una qualche forma di “normalizzazione”, per lo più con regole imposte dall'alto, senza che nessuno dei Potenti abbia tuttavia mai osato favellare tale parola, ché al Senese dà fastidio solo a nominarla. Ad un certo punto ci è stato fatto capire che “normalizzare” era proprio necessario ed imprescindibile, sia per ragioni di sicurezza, sia per allargare la conoscenza all'esterno al fine di tranquillizzare chi ci stava attaccando con veemenza sempre maggiore.
Dopo una prima fase incerta, i contradaioli hanno accettato questo new deal, in fondo consapevoli che la tutela della Festa sarebbe passata anche attraverso una divulgazione di ciò che stavamo organizzando, delle modalità con cui lo stavamo facendo, financo delle ragioni. Il ragionamento è stato fin troppo semplice: inutile tagliare l'immagine del cavallo a terra o della scazzottata, se dopo due minuti il tutto lo ritrovi su youtube. Molto meglio gestire noi, senza paure, raccontando, spiegando; tanto chi non vorrà ascoltarti ci sarà sempre, ma forse tanti ti ascolteranno e pian piano capiranno.
Al contrario, si è perfezionata la “normalizzazione” del “prodotto Palio”, che da fine anni '70 a Siena è stato venduto da noti sciòmen di concerto con la politica cittadina, ricavandone essi - bontà loro - discreti profitti e grande consenso. E per confezionare al meglio un prodotto divenuto d'impatto di massa, necessariamente scevro da quegli eccessi che la massa appunto non tollera, è stato perpetrato una sorta di abominio mediatico: non era presentata una verità, spesso cruda e quindi poco esportabile, ma una mera rappresentazione della stessa, un format impacchettabile e riproducibile all'infinito.
Riguardatevi i vecchi filmati di qualche intervista anni '70 a fantini non ancora imprenditori, o qualche perla del tempo di Tambus, e confrontate il tutto con le telecamere odierne che si infilano fra il popolo in lacrime di fine corsa o con certe tavolate imbandite di persone che dicono tutto ed il contrario di tutto, senza logica o pudore. E poi capirete ciò che voglio dire.
Consapevoli o meno, siamo stati ingannati ed abbiamo acconsentito a che il “prodotto Palio” fosse venduto e stravolto, per il profitto di pochi ed il consenso della politica cittadina, che si è trovata a gestire dei contradaioli/votanti messi in riga, disciplinati, folosissimi ed artefatti. E, quindi, meno pericolosi.
Ma il gioco non era finito, restava (e resta) da sbancare un'altra realtà, collegata ma assai diversa: la Contrada.
Il “prodotto Contrada” doveva anzitutto trovare un proprio ideatore. E siccome i Contradaioli (notare la maiuscola) non hanno voluto - finora - vendere tale prodotto, l'operazione non è mai stata conseguita. Ci voleva allora un'azienda specializzata, già conosciuta, già imposta, già ramificata: ecco come si è giunti all'arrivo di Opera Laboratori Fiorentini S.p.A. di Sesto Fiorentino, azienda del Gruppo Civita, che ha capito, dopo Firenze, che anche Siena era una gallina dalle uova d'oro. E vende, chiedendo in cambio denaro, come tutti i venditori. E non poco (18 euri, nemmeno il Louvre!). E si organizza, prendendo contatti al di fuori delle contrade, distribuendo denari, come richiede una giusta pianificazione commerciale.
Ma, così facendo, trasforma d'impatto gli ospiti - che molti rioni da anni accolgono in maniera a-sistemica all'interno delle proprie strutture - in clienti, cui viene venduto, fosse solo per ragioni di tempistiche, un modello stereotipato (con aperitivo annesso), che difficilmente darà loro la disponibilità a capire ciò che stanno vedendo; essi non riporteranno pertanto un'immagine “corretta” della vita contradaiola (ammesso e non concesso che essa esista).
In tale maniera, cioè, si va ad inficiare lo scopo principale dell'iniziativa, strombazzato da chi ha non tanto organizzato, ma affidato il servizio, vale a dire il Comune di Siena. Messo lì in un angolo, a prendere anch'esso le briciole (come le contrade) di un'attività per certi versi uguale a quella dell'operazione “Porta del Cielo”: abbiamo a disposizione dei gioielli, li facciamo gestire ad altri, essendo palesemente incapaci di trarne qualsiasi profitto. Perché a decidere, la politica senese ha imposto spesso persone che non sanno e che non vogliono sapere, inetti e/o raccomandati, che ora ci presentano il conto della loro inattività.
E le contrade? Cosa è successo nelle contrade?
Nella quasi totalità, sono state bypassate nella fase decisionale ed avvertite in Assemblea solo a giochi fatti...
Ma tutto ciò è normale, secondo un fenomeno di cui parleremo la prossima volta.



ALLEGATO: inserisco il prezzario per l'ingresso al Louvre, per completezza di informazione.

L'ingresso al Louvre è gratuito ogni prima domenica del mese ed il 14 luglio. Il biglietto per le collezioni permanenti è di 8.50 € e dà diritto all’accesso per un giorno in tutto il museo, escluse le esposizioni temporanee nella Sala Napoléon. È anche valido per l’accesso al museo Eugène Delacroix.
Per l’accesso pomeridiano il mercoledì e il venerdì, dalle 18 alle 20.45 si paga 6 €. Anche in questo caso sono escluse le esposizioni temporanee della Sala Napoléon
Sala Napoléon
Biglietto valido per le esposizioni temporanee €8.50
Biglietto combinato
Con 13 € potete comprare un biglietto comulativo valido per le collezioni permanenti, per quelle temporanee e per l’accesso al Musée Eugène Delacroix.
Biglietto combinato notturno
Ogni mercoledì e venerdì (dalle 18 alle 20.45) per €11 potete comprare un biglietto cumulativo valido per le collezioni permanenti e per quelle temporanee.

5 commenti:

  1. VANGELO!!!!!Aspetto il seguito....
    P.S.: riconsideriamo altresì anche il ruolo degli ospiti...nelle Contrade...quelli amici dei folosi prevalentemente direttoroni e dirigentoni del mp ex s, che oltre a far fare carriera a chi le invita lasciano pochi spicci di quelli che hanno rapinato all'ex istituto di credito cittadino...Io sono nato purtroppo ormai anche tanti anni fa e le contrade grosse e piccine esistevano anche allora, senza bisogno di mettere al collo fazzoletti a leccesi, milanesi o stranieri abbienti....

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  2. E stavolta non è nemmeno colpa del castagno.
    Però ci vorrebbe un bel leccio per sonarlo nel capo a qualcuno.................

    Gianluca

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  3. Ottimo ed abbondante, Simone: dacci sotto!
    Battiamo - come stai facendo - sui prezzi: anche i più duri capiscono il concetto del soldo. Ottima dunque la comparazione con il prezzo del Louvre...

    L'eretico

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    1. Grazie Lele.
      Questo legame contrada-politica merita, a mio avviso, uno sdoganamento definitivo.
      Nelle contrade esiste un nucleo di gente ancora "sana", dalla quale a mio avviso Siena può ripartire, isolando coloro che sono stati più inclini al compromesso (per usare un eufemismo).
      Basta argomenti taboo, basta mezze parole, basta genuflessioni.

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  4. Picasso, Van Gogh, Gauguin, Monet, Cézanne, Matisse, Renoir, Dalí, ecc ecc solo per fare piccoli esempi, Kelvingrove Art Gallery and Museum di Glasgow, completamente gratuito.

    Ravaccianese

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