Sie, è
il Siena.
Che palle. Ma mica per altro. Perché siamo noi che non ci si capisce una sega. Perché se il Siena perde alla domenica, la sera stessa pregustiamo cinicamente la settimana di guano che ci aspetta, e lo gonadi si muovono di loro spontanea volontà almeno fino al giovedì successivo.
E siamo
fantastici così. Perché ogni anno si piange, si ride, ci si
incazza, si spende, si spande, si beve, si canta, si viaggia per
questo Siena, il cui traguardo massimo è salvassi: razionalmente, un
traguardo infimo. Ma la ratio non fa parte del tifo, ergo godiamo a
prescindere dal quart’ultimo posto in su. Ma. Ma che palle. Che
palle perché ci troviamo una volta più a parlare di
dio, della madonna, dei santi, degli apostoli, di tutto l’apparato
divino cristiano! (cit.).
Il Siena
sfida in casa propria il tanto simpatico e fiabesco quanto odioso
Chievo, amato solo per certe assonanze vocaliche volgari.
Ma i primi
45 minuti, com è usanza, sono da ditate
nell’occhi a ripetizione (cit.). Meno di
altre volte, ma tant’è. Il campo e il possesso sono della Robur, i
flash sono per il malefico e tentacolare Puggioni, che le leva da
ogni dove. Si va avanti a tiri e a tiracci, fino a che il solito
Pelliccia, che ci segna anche a biliardino da anni, la butta dentro
dopo una ripartenza da un nostro (sic!) calcio d’angolo. Proprio
trenta secondi prima che finisca il primo tempo, quando la gente era
già a fare la fila pel caffè.
Nella
ripresa perlomeno si parla di pallone. Entra lo svettante Bogdani al
posto di Agra, nella speranza iachiniana che le dimensioni contino.
Occasione per la Robur di lì a niente, ma il Carabiniere Vergassola,
nei secoli fedele, la spara alta, a Pyongyang centro, e speriamo che
il rotondo Kim Jong-un non s’incazzi. O almeno che aspetti la fine
del campionato, se proprio.
E poi accade
che si segna, anzi no. La insacca il generoso Paci, di testa
dall’angolo, Valeri convalida, poi annulla per un fallo di
cartapesta. Dio non gli dia mai bene. Nei tre minuti successivi si
concretizzano le aspettative dell’inno del Siena, ma la foga bella
non porta risultato. Piove sulla porta di Puggioni, che ne leva dallo
specchio una al minuto. Si accavallano i calci dalla bandierina, alla
fine saranno una quindicina, ma non vengono sfruttati.
Il Chievo,
come spesso accade, se ne va con tre punti. Gli altri campi ci
sorridono, ma le terga restano strette e contratte comunque.
Rouge
valeri speriamo tu abbia disgrazie e dolore te e tutta la tu famiglia, compresa quella bastarda della tu figliola, noi s'andrà in serie b come la tu figliola hai urlato ai vecchini della tribuna coperta, ma lei prima di arrivare a trent'anni sarai già passata dal cassamortaro
RispondiEliminaAvviso ai naviganti: questo commento è estrapolato da un prossimo pezzo della rubrica dell'esimio Prof. Maxcicci. Si tratta quindi di uno spoiler, non si vuole augurare niente a nessuno, ci mancherebbe altro. Anzi, il senso è l'opposto: mettiamo in siffatto modo in guardia le persone che intendessero ripetere queste parole. Attenzione bambini!!!! Queste cose non si dicono.
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