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giovedì 25 aprile 2013

Un ricordo di Santopadre


Una settimana fa ci lasciava Massimo, detto Il Santopadre (et alii).
Lo potrei definire un folle buono, ma tale definizione non basta assolutamente a racchiudere le tante sfaccettature del suo carattere.
Arguto, dissacrante, volutamente border line, scanzonato, ci aveva abituato sempre a pesare nel giusto modo la realtà.
Inserisco qui una lettera, del 2004, che inviò al Presidente De Luca, che più di tante parole ci mostra ciò che era.
Ciao Massimo

 
Mio caro Presidente,


Mi perdoni se Le ometto il titolo di Ingegnere (che nel mondo ce ne sono tanti) e mi permetta di chiamarla Presidente (che della Robur ce n’è uno solo).

Mi ha fatto molto piacere leggere le sue calde parole di incoraggiamento che mi ha inviato in un momento nel quale certi problemi di salute mi impongono una sosta forzata.

Così, gradirei che potesse venire a conoscenza di alcune mie personali considerazioni.

Come Lei saprà, io faccio parte di quelle atipiche persone che animano il cosiddetto “Muro”, con le quali condivido quella “passionaccia” che è l’amore per la Robur, una passione che noi viviamo 24 ore al giorno, senza soluzione di continuità tra il giorno e la notte, una passione che per noi battere una qualsiasi Lazio e come fare Natale e Pasqua messe insieme e che Natale e Pasqua sono solo inutili domeniche senza Robur.

Per gravi motivi di salute sopraggiunti all’inizio di Settembre non ho potuto partecipare ai convivi del Muro cui Lei è stato presente, come non ho potuto essere presente altro che alla partita Siena-Sampdoria (fino ad oggi unica partita vinta dalla Robur in casa, allo stadio del Rastrello): sono in via di lenta guarigione e cercherò di “rimediare” cercando di essere presente nelle prossime occasioni. Ho avuto spesso la sensazione di portare fortuna alla nostra squadra e forse i “ragazzi in calzoncini corti” aspettano me per tornare a vincere ancora nella nostra terra.

Sempre personalmente, ho già avuto gradita occasione di poterla conoscere alcuni anni addietro, nella quale Lei già ampiamente dimostrò tutta la sua grandezza d’animo scendendo a brindare con noi “ragazzi della curva” dopo la decisiva ed in certo modo anche in parte dolorosa vittoria con il “suo” Napoli (Siena-Napoli = 2-0). In cento anni di storia mai avevo visto in faccia un presidente del Siena, mai ero stato a fare un brindisi insieme, e certe impressioni positive, per chi non ha più una verde età (infatti io ho da tempo superato le 52 primavere) rimangono nel tempo.
Da allora tanta acqua sotto i ponti è passata, tante vicende si sono successe, ma la mia positiva impressione di allora si è rafforzata.

Tutto questo perché sotto le vesti di un grande Presidente si celavano prima di tutto quelle di un grande uomo, perché si può anche, a fari spenti, “casualmente” (visto che il calcio è una “azienda atipica” né una scienza esatta) vincere, ma il difficile è fare pubbliche promesse e queste puntualmente mantenute prendendosi dei rischi anche di immagine ma non solo, in momenti dove Lei e solo Lei, credeva di poter realizzare: come la salvezza in serie B, la promozione in serie A e la successiva permanenza nella massima serie.

Ciò, oltre la mia personale massima stima (che può contare relativamente), resterà non solo nella centenaria storia della Robur ma nella storia di tutta questa mia città, Siena, della quale ne è particolarmente ricca: così che il nome Paolo De Luca rimarrà per sempre.

Ciò che ci unisce è la sincera passione per questa Robur, per questo La ringrazio personalmente di avermi fatto parte poter condividere con Lei questo Suo nobile sogno, questo Suo progetto, che tante forti emozioni indelebili nel tempo rimarranno nella nostra “… piccola vita e il nostro grande cuore” come nella canzone a Lei dedicata nel cd che spero abbia gradito.

Esperienza di vita ci ha fatto ormai capire che esistono ormai partite che si giocano sul campo e fuori dal campo, che non tutti hanno la nostra stessa sincera passione della Robur, molti intorno a noi hanno “interessi contrastanti”, che non sempre coincidono con quelli della Robur, molti di loro soggiornano all’ombra delle loro “logge” e non sempre vengono alla luce, ma questi hanno già perso perché solo chi ha condiviso al 100% con Lei ha veramente vinto sul campo della vita.

Lei comunque vada, ci ha lasciato alcuni valori: tra questi, due tra i più importanti: il non avere rimpianti ed il mantenere le promesse date.

Chi ha creduto nel suo operato ha vinto la stessa partita: come non dimenticare ad esempio le vicende successe a giugno, quando tutt’Italia (e tutta la Siena che conta) Le dava maltorto e dava la Robur già per spacciata. In quel momento difficile, nella sua solitudine, prerogativa del grande e del giusto, solo Lei pubblicamente ha proclamato la sua totale innocenza poi puntualmente confermata ed acclarata dalle autorità competenti. Altro che mobbing, quale danno materiale e morale avrebbe mai meritato più ampio risarcimento?

Certo che c’è libertà di opinione, ma chi oggi mugugna all’ombra delle “logge”, avrebbe il sacrosanto dovere di avere memoria meno corta e portarLe tutto il rispetto cui Lei sicuramente merita.

Concludendo, mio caro Presidente, tenga duro e vada dritto secondo quanto le suggerisce il suo grande cuore che comunque vada, Le farà sempre dormire il sonno del giusto.


_Sempre Forza Robur!_


Siena, 22 Novembre 2004

In fede, Massimo Sicuranza

(Il Santopadre)

3 commenti:

  1. non lo conoscevo, ma mi ha sempre suscitato un interesse particolare, vista la sua finezza e la sapienza nel discorrere del più e del meno. poi nutro e nutrirò sempre affetto per chi sostiene i bistrattati colori della Robur, indipendentemente dalle differenze di sesso, età, opinione, ...
    ti sia lieve la terra, e salutaci il Presidente!

    Bozzon Bridge

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  2. Rileggendo dopo tanti anni queste righe mi ritrovo con gli occgi lustri.
    Irish

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  3. Avevo già questa lettera, l'amico tdf, ha provveduto quasi subito dopo la sua morte a mandarmene copia, e non posso che dargli ragione su quello che mi ha detto quando me l'ha descritta.
    Grande personaggio Massimo, genio e sregolatezza, un pò orso per tanti, forse altro personaggio quando si affacciava a quella sua finestra sul mondo ma sopratutto sulla Robur.
    Il rammarico mi pervade ancora e forse non mi lascerà mai, l'aver scoperto che quella persona che conoscevo da 30 anni, essendo io entrato a far parte della sua famiglia avendo sposato la cugina, si celava sotto il nome di Santopadre. Forse mi avrebbe permesso di accedere al suo mondo da quella finestra sulla Robur che lui volutamente fino in fondo ha lasciato aperta, quel suo mondo che però alla famiglia in parte aveva chiuso, e quando parlo di famiglia non mi riferisco certo a me, figura marginale di questa, ma agli altri componenti.
    Oggi mi rendo conto che nessuno lo aveva capito fino in fondo, solo io potevo forse farlo, passando però da una strada diversa........sarebbe stato un modo per aiutarlo, sopratutto a non buttarsi via e non finire in semi-solitudine come poi ha fatto........SOLO IL GIORNO CHE SE N'E' ANDATO L'HO SCOPERTO (e direi quasi per caso), MA ERA TROPPO TARDI.

    CIAO GENIO, SE CI STAI VEDENDO POTRAI DI CERTO VEDERE CHE STO' FACENDO DI TUTTO PER RISPETTARE QUELLO CHE VOLEVI.........ALMENO QUESTO TE LO DEVO.
    Un abbraccio anche da Cinzia e dai ragazzi.

    Ciao Massimo

    Braccio da Montone

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