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venerdì 22 marzo 2013

Serie B 2001-2002 - Siena - Sampdoria 0-4

(Quando il Siena andò in Europa)

Chi scrive sa benissimo che il lettore ha appena sgranato gli occhi. Ed è a conoscenza che può aver chiesto alla moglie i sali o si sia precipitato al pronto soccorso più vicino per farsi visitare.
Ma la nostra Robur, in Europa, ci è andata davvero!

Correva l’anno 2002, ed il 6 gennaio, con il Siena ultimo in B, al Franchi arrivò la Sampdoria. Avevamo chiuso il 2001 con un’ignobile sconfitta col Napoli (a Benevento) per 2-0 senza mai tirare in porta, nemmeno nell’intervallo, quando spesso i panchinari provano qualche tiro verso la rete per diletto o semplicemente per affinare la mira in vista di una possibile sostituzione nella ripresa.

Ma facciamo un salto indietro di qualche giorno. Alla mezzanotte del trentun dicembre eravamo ufficialmente “cittadini europei”: nessuna frontiera, nessuna dogana, un’unica bandiera blu con un cerchio di stelle dorate………un’unica moneta! Si, ormai italiani e norvegesi, irlandesi e spagnoli, tedeschi e portoghesi, erano destinati a tenere nel portafogli solo “Euro-€” e non più banconote multicolori raffiguranti inventori, scienziati, dittatori, artisti e tabaccai più o meno famosi.

L’ingresso della Robur in Europa fu però un tracollo. Vi spiego perché.

Chi scrive arrivò allo stadio alle 14,30 e si ricorda di una fila incredibile. L’avvento della moneta unica in sostituzione della lira italiana, aveva causato la conversione dei prezzi dei biglietti da £ 15000 a € 7,74, da £ 25000 a € 12,91 e via discorrendo; alle casse, un trio di omini volenterosi ma ultracentenari, provava a districarsi dalla sgradita presenza di due valute diverse e dai tantissimi centesimini che ancora oggi i più usano giusto per i grattaevinci, per le mance ai lavavetri abusivi e per tirarli nelle fontane. Ovviamente, il dover staccare biglietti “al centesimo” causò ritardi abominevoli e la partita iniziò con tanti tifosi fuori dai cancelli e con i nervi piuttosto tesi.

Il primo boato arrivò presto. Poco più di 5’ di gioco e un pallone era già in fondo alla rete; purtroppo, la rete era quella della porta difesa da Gianello, e la squadra in vantaggio era quella genovese. Giusto il tempo di sciorinare i primi moccoli e di guardare il cielo farsi nero e minaccioso, ed ecco un altro boato. Sperammo di sentire un “Siena! Siena!” dalle tribune e invece i canti di giubilo erano ancora quelli dei doriani al seguito.

Entrai alle 15,30 circa, arrivai in curva e mi misi a cantare. La giornata era tremenda, piovigginava e tirava vento, il Siena giocava male, ultimissimo in classifica, e quando l’arbitro mandò le squadre a prendere il the caldo, già si tiravano i primi sospiri di sollievo, almeno per un quarto d’ora nessuno avrebbe patito!

Alla ripresa del match, poche giocate, Samp in controllo e il Roburrone in ambasce completa, che divenne pantomima quando mister Guerini (meno male lo levarono dai coglioni in tempo, aggiungo molto volentieri!) inserì il mostro di De Cesare per provare a scuotere gli undici in maglia bianconera; venne giù dalle tribune un nugolo di fischi, l’ex Chievo e Salernitana in campo aveva il passo del cercatore di tartufi, con il pubblico che voleva grinta e abnegazione mentre in tutta risposta il sopra citato giocatore trascinava nella mediocrità l’intero reparto offensivo. Partì una forte contestazione. Cori contro tutti, via gli striscioni, malinconia e rabbia alle stelle; la Robur che solo pochi mesi prima si era agilmente salvata dopo il sospirato ritorno in cadetteria, ora cedeva facilmente il passo senza mai graffiare, senza lottare, impalpabile.

All’85° minuto, triste e sconsolato, mi levai di torno e uscii dallo stadio. Giusto il tempo di mettere il naso fuori che un urlo collettivo mi fece sussultare e pensai “vai, abbiamo segnato! mancheranno tre minuti, rientro e chissà, segnamo il 2-2 e si risolve ‘sta domenica di merda…”. Niente di più sbagliato, perché un pensionato della gradinata, fuoriuscito anche lui anzitempo, mi riportò sulla terra dicendomi “hanno segnato il 3-0…”. Capo chino e mogio mogio, mi avviai al parcheggio e ancora l’ennesimo grido collettivo di esultanza risuonò alle mie orecchie: altra rete ospite, goleada blucerchiata, disfatta.

Finì 0-4, quella dannata partita, e io non vidi nemmeno un gol. A distanza di undici anni, non ho mai rivisto le azioni di quella gara, ancora oggi credo di averla solo sognata, al limite voglio credere che sia finita 0-0.

Ancora oggi, però, credo che sia stata una grande partita, un incontro pieno di significati, perché il Siena in Europa doveva entrarci in quel modo. Non c’è verso. Avessimo vinto, sarebbe rimasto Guerini, non sarebbero arrivati Cejas, Cavallo e Jeda (Pinga già c’era), non sarebbe tornato Papadopulo ma soprattutto De Luca non avrebbe preso in mano le redini della società. Non ci saremmo mai salvati. E l’anno dopo, sfruttando l’inerzia delle tante vittorie consecutive, non avremmo compiuto il miracolo della promozione in A!

Quella partita e quel periodo, furono lo spartiacque tra un ritorno in terza serie condito da un pressoché certo anonimato e un miracolo calcistico autentico.

Pertanto, il debutto del Siena in Europa fu un successo assoluto! O almeno, voglio sempre pensare che sia stato proprio così.

3 commenti:

  1. Oddio bell 'articolo eh...ma la geografia...i Norvegesi se vedono una bandiera della Comunità Europea la bruciano.

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    1. Vero, infatti si scrive che "erano destinati a..", evento che poi, per la Norvegia (beati loro) non si concretizzò. Nelle prime intenzioni, però, la famigerata UE avrebbe abbracciato anche i Paesi dell'Europa del Nord

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  2. Ma lo sai un c'avevo mai pensato..................GRANDE!
    Per merito di quel 4 a 0 subito in casa siamo poi andati in serie A.

    TDF

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