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mercoledì 2 luglio 2025

Master and servants

"There's a new game we like to play, you see

A game with added reality

You treat me like a dog, get me down on my knees"


Iniziava così "Master and servants" dei Depeche Mode. Canzone che oggi serve benissimo a descrivere il rapporto fra il sultano Trumpete ed i servetti insulsi della colonia europea. 
Dopo la cena di gala di qualche giorno fa in cui Trump e Giorgiario sorridevano amabilmente e dopo le dichiarazioni in merito ad un ammorbidimento del presidente americano, dato l'impegno europeo in termini di spesa militare, la realtà è tornata a farsi sentire. Trump ha infatti ribadito, con tono minaccioso, che non ha alcuna intenzione di accettare condizioni, in materia commerciale, non apertamente favorevoli agli Stati Uniti. "L'Europa imparerà a non essere cattiva", ha dichiarato agli amici europei che pensavano di averlo già accontentato e ha fatto capire che neppure un'aliquota del 25% potrebbe essere accettabile per gli americani, in caso di anche eventualissime ipotesi di ribellione da parte dei sottoposti. Dunque, le illusioni meloniane di un'aliquota al 10% sono già tramontate. 

E' evidente che il servilismo non paga. Intanto, mentre l'Europa non ha mai applicato neppure per un giorno dazi verso gli Stati Uniti, Trump ha ancora in vigore i dazi al 50% su acciaio e alluminio europei e al 25% sulle auto. Il dazio generale è passato invece dal 2,2 al 10%. Se a ciò si aggiunge un dollaro che vale 0,85 euro è chiaro che esiste un onere pesante per le imprese europee. Inoltre, Trump ha dichiarato decaduta l'adesione americana alla Minimum Global Tax, con l'effetto di ridurre del tutto il già inesistente gettito fiscale pagato in Europa dalle Big Tech Usa, e ha applicato ritorsioni nei confronti dei Paesi come l'Italia che hanno intentato cause contro le stesse Big Tech per evasione fiscale, aggiungendo anche un'aliquota del 5% sui profitti di imprese estere in Usa. Di fronte a tutto ciò, davvero, emerge un'Europa totalmente impresentabile, inutile e dannosa. 

Gli europei si sono impegnati a portare la spesa militare al 5% del Pil in 10 anni. Al netto del costo effettivo per l'Italia di un simile impegno (si va dai 175 miliardi, espressi da vari esponenti del governo e dell'opposizione, ai 350 miliardi di Carlo Cottarelli, ai 450 di Elly Schlein), il dato certo che traspare da questa ridda di stime è costituito però dal fatto che la spesa militare sarà la variabile decisiva nella costruzione delle Leggi di bilancio dei prossimi anni e dunque ad essa sarà subordinato il peso delle altre voci. E' ancor più paradossale che una simile mostruosa ipoteca avvenga senza generare alcun effetto nella definizione delle politiche doganali da parte degli Stati Uniti, senza aver alcun elemento vero sull'incidenza in termini economici visto che le stime del PIL parlano di una crescita di poco meno dell'1%, e rinunciando ad ogni azione di natura fiscale verso i colossi americani che fanno straordinari utili in Italia: senza contare che le più grandi commesse di armi da parte dell'Italia sono con industrie americane. 

Insomma, fra la pletora di servetti, noi siamo i re dei servi, i più sottomessi e destinati ad essere ancora più sottomessi dal padrone, con nostra gigantesca soddisfazione. E allora dai, tutti in coro:


It's a lot (it's a lot)It's a lot (it's a lot)It's a lot (it's a lot)It's a lot (like life)
There's a new game we like to play, you seeA game with added realityYou treat me like a dog, get me down on my knees
We call it Master and ServantWe call it Master and Servant
It's a lot like life, this play between the sheetsWith you on top and me underneathForget all about equality
Let's play Master and ServantLet's play Master and Servant
It's a lot like life and that's what's appealingIf you despise that throwaway feelingFrom disposable funThen this is the one
Domination's the name of the gameIn bed or in life, they're both just the sameExcept in one you're fulfilled at the end of the day
Let's play Master and ServantLet's play Master and Servant
Come onCome onMaster and Servant
It's a lot (it's a lot)It's a lot (it's a lot)It's a lot (it's a lot)It's a lot (like life)
It's a lot (it's a lot)It's a lot (it's a lot)It's a lot (it's a lot)Master and Servant
It's a lot (it's a lot)It's a lot (it's a lot)It's a lot (it's a lot)It's a lot (like life)
It's a lot like life and that's what's appealing (it's a lot like life)If you despise that throwaway feeling (it's a lot like life)From disposable funThen this is the one
Let's play Master and ServantCome on, Master and ServantLet's play Master and ServantCome on, Master and ServantLet's play Master and Servant (it's a lot)Come on, Master and Servant (it's a lot)

("Master and servants", Depeche Mode, 1984)

1 commento:

  1. “There’s a new game we like to play, you see…” cantavano i Depeche Mode. Oggi il gioco si chiama “l’Europa in ginocchio”, e gli Stati Uniti continuano a giocarlo alla perfezione. L’ultima dimostrazione? Trump che, tra un sorriso e una stretta di mano a Meloni, ribadisce che l’Europa dovrà piegarsi ancora. Nessuna concessione commerciale, nessuno sconto sui dazi, nessun rispetto per le regole comuni. L’Europa “imparerà a non essere cattiva”, dice. E noi giù a investire miliardi in armamenti americani, portando la spesa militare al 5% del PIL, mentre si taglia tutto il resto. Il tutto mentre in Italia (e in Europa) continuiamo a ospitare decine di basi militari USA, senza alcuna reale contropartita. Nessun controllo democratico, nessuna sovranità strategica. Siamo diventati una retrovia operativa per conflitti che non decidiamo, un deposito armato permanente al servizio di un “alleato” che ci tratta come sudditi. Ma se Trump ci tratta da servi, forse è il momento di chiederci: perché continuiamo a comportarci da tali?
    Forse questa è l’occasione giusta per dire basta. Smantellare gradualmente le basi americane in Europa non è una follia. È una necessità politica. Se davvero vogliamo essere una potenza autonoma, non possiamo continuare a essere la dependance militare e fiscale di Washington.
    Trump ci ha mostrato cosa siamo diventati. Sta a noi decidere se restare inginocchiati o rialzarci.

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