Quella di Epstein è un storia cruciale per far capire come funzionano le cose nell'era contemporanea. Fino a pochi mesi fa tutto ciò che riguardava Epstein era complottismo e terrapiattismo. Oggi - a parte eccezioni - Epstein è il fulcro di ogni attività che il governo USA intraprende. Calma ragazzi, manteniamo un contegno. E iniziamo ad approfondire.Uno che approfondisce è Tucker Carlson, giornalista statunitense che sui fatti ci arriva prima di tanti altri. Ebbene, qualche giorno fa ha sostenuto che Epstein potrebbe aver lavorato per conto di un’agenzia di intelligence, con ogni probabilità il Mossad israeliano, orchestrando una possibile operazione di ricatto ai danni di figure di spicco. "Non ho mai incontrato nessuno a Washington D.C. che non lo pensi", ha dichiarato Carlson, sottolineando come l’ipotesi sia largamente condivisa, ma raramente espressa pubblicamente per timore di accuse di antisemitismo (o peggio ancora). L'ipotesi, pur priva di prove ufficiali (che non arriveranno mai), si basa su una serie di indizi che meritano un’analisi approfondita.
Trumpete sul caso Epstein c'ha puntato molto, in campagna elettorale. Soprattutto promettendo di pubblicare i famigerati files che altro non sarebbero che la lista dei clienti che da Epstein andavano a trombare e violentare minorenni in un ampio giro di pedofilia. Ma ora, guarda caso, il Dipartimento di Giustizia e l'Fbi hanno ribadito che non esiste una lista di clienti e che la sua morte, avvenuta nel 2019 in una cella di Manhattan, è stata ufficialmente classificata come suicidio. Lo stesso Trumpete ha più volte dichiarato che chi pensa ancora a Epstein è un cretino, o giù di lì.
Fra i molti critici del pagliaccio gangster (e ora ce ne sono parecchi), Carlson ci è andato giù pesante: "Perché Epstein faceva quello che faceva? Per conto di chi agiva? E da dove venivano i suoi fondi?". Secondo il giornalista, la risposta più probabile è che Epstein fosse coinvolto in un’operazione di intelligence, probabilmente non americana, e ha suggerito che il governo israeliano potrebbe essere il mandante dell’operazione.
L’ipotesi che Epstein fosse legato a servizi segreti, in particolare al Mossad, non è nuova. Una delle testimonianze più significative in tal senso proviene da Ari Ben-Menashe, ex agente dell’intelligence israeliana, che nel 2020, dichiarò che lui e Robert Maxwell (padre di Ghislaine Maxwell, chiacchieratissima collaboratrice di Epstein) erano agenti del Mossad. Secondo Ben-Menashe, Epstein gestiva un’operazione di raccolta di informazioni e ricatto, utilizzando le sue dimore piene di telecamere nascoste per compromettere personaggi potenti. Maxwell, magnate dei media britannico morto in circostanze misteriose nel 1991, avrebbe introdotto Epstein nei circoli dell’intelligence israeliana, creando una rete di relazioni che coinvolgeva figure di alto profilo, tra cui l’ex primo ministro israeliano Ehud Barak e persino il principe Andrea d’Inghilterra.
Infine, anche il giornalista Premio Pulitzer Glenn Greenwald, intervistato nelle scorse settimane proprio da Tucker Carlson, ha posto dei quesiti importanti sui presunti legami del finanziere con il Mossad: "La fonte della sua ricchezza è sempre stata misteriosa. Non era solo molto ricco, ma viveva la vita di un multimilionario. Aveva proprietà di 50 milioni di dollari a Manhattan, a West Palm Beach, a New Mexico, volando su un 747". Ribadendo inoltre che Robert Maxwell fosse "un famoso agente del Mossad" e che Yes Wexner, suo principale finanziatore, fosse da sempre un sostenitore di gruppi pro-Israele.
Insomma, ci sta che quest'omino (Epstein) non fosse una pura invenzione dei complottisti... E se Trumpete, dopo la sua retorica nel volere alzare il velo sul giro di violenza pedofila intorno al mostro, fosse stato riportato a più miti consigli dai suoi padroni, soprattutto dopo il viaggio di Netaniao a Washington? E se Trumpete avesse partecipato (molto) attivamente nelle tegamate di Epstein?
Ah, questi complottisti...
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