Beh, un capolavorone dei liberal UE, non c'è che dire. In Romania davvero un capolavorone.
Vi ricorderete sicuramente che qualche mese fa il candidato indipendente euroscettico Georgescu, probabile prossimo presidente della repubblica romena, fu bloccato dalla magistratura e dall'establishment politico locale per presunta ingerenza russa nelle elezioni (poi totalmente sconfessata), quasi arrestato, infine buttato fuori dai coglioni dall'agone partitico. Aveva ottenuto il 23% delle preferenze al primo turno. Poi lo stop, elezioni annullate e si riparte da capo.
Ora il candidato di un partito che sosteneva Georgescu, tale Simion, ha vinto il primo turno con il 40% dei voti. En passant presentandosi ai seggi sotto braccio allo stesso Georgescu. En passant anticipando che probabilmente nominerà come primo ministro del nuovo governo... Georgescu. Molti anti-sistema hanno perciò gridato al successo. Eppure, non è esattamente così.
Al netto che (anche) in Romania la gente si è rotta il cazzo di chi con la forza detta la linea politica (ed in Romania di feroci dittature se ne intendono), fra Georgescu e Simion ci corre come fra Cristo e una fastella.
Georgescu era oggettivamente pericoloso perché stava mettendo in moto una critica precisa e circostanziata su questioni economiche (UE) e geopolitiche (NATO), con tendenze all'allontanamento da queste due entità malefiche. Simion è un etnonazionalista (ce l'ha a morte con l'Ungheria ad esempio) e veramente uno di destra estrema, ma una destra alla Giorgiario, che non mette assolutamente in crisi quanto sopra, economia e geopolitica: UE e NATO cioè non si toccano.
Simion è nei fatti un finto populista, figura creata ad arte dalla parte left dei liberal, come grande specchietto per le allodole per i creduloni che ancora pensano che - ad esempio - il nostro governo sia antagonista al PD e compagnia bella. No, semplicemente trattasi della stessa roba, con vestito duble fas da indossare per ogni stagione.
Già ricapitato eh, non siamo davanti ad una novità. Per chi ama aprire qualche libro di storia, si potrà leggere come ad inizio '900 le élite liberal europee preferirono (decisamente) allearsi con fascisti e nazisti in fiore prima di appoggiare la minaccia (per loro) socialista. Per questo motivo alcuni storici pensano che il fascismo altro non fu che una distorta derivazione del liberalismo, messa in campo come estrema ratio per difendere l'ordine costituito da minacce anti-sistemiche. Al tempo il grande capitale si schierò compatto a favore dei fascismi per difendere i propri interessi in una lotta di classe che prevedeva masse antagoniste, oggi tali masse non esistono più ma c'è da gestire un sentimento crescente antimperialista, antiatlantista e antiglobalista: non più lotta contro i poveri, ma contro chi vuole il ritorno alla sovranità statale, all'autodeterminazione in politica estera, al potere dei centri decisionali nazionali. Oggi non ci sono più lotte nelle piazze, ma guerre culturali che ruotano su concetti indefiniti come quello di moralità. Importante è mantenere l'euro, la UE, la politica monetaria e finanziaria sovranazionale, le riforme economiche iper liberiste; in cambio si può (si deve) discutere su questioni di immigrazione, identità culturale, difesa dei valori tradizionali. Tali questioni non solo sono accettate, ma rappresentano il fulcro di un discorso ripetitivo ed ossessivo intorno al quale il sistema di potere fa ruotare milioni di persone come marionette, mentre il sistema stesso si perpetua.
Per questo, in Romania il 40% dei voti "contro" è parecchio meglio del 23% dei voti contro.
In effetti i liberal stanno vincendo senza avversari credibili a contrastarli, prendiamo per esempio l'Italia con il governo di destra Meloni: due puttanate su Dio, Patria e Famiglia, giusto per accontentare i suoi elettori e guai a toccare UE e Nato (soprattutto questa UE, non certo quella immaginata sull'isola di Ventotene da qualche visionario del tempo). Ed il bello è che se vincesse il centrosinistra ci racconterebbero una bella storia sui Diritti Civili, sulla Solidarietà, sulla Transizione Ecologica (finta naturalmente) ma guai a toccare i fondamentali ovvero l'UE (questa qui ci mancherebbe, Ventotene va bene giusto come volantino) e gli amici della Nato. Insomma, a malapena il Papa prova a raccontare una verità sacrosanta, a parole anche lui ci mancherebbe: si permette di affermare che l'economia di mercato, e soprattutto le sue distorsioni maggiori, ovvero il liberismo e l'imperialismo, sono causa di profonde ingiustizie e disuguaglianze, di fame e di guerre per gran parte della popolazione mondiale. E si lamentano se uno non va a votare ovvero se non va alle urne per scegliere tra UE e Nato oppure tra UE e Nato ... Buon pomeriggio.
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