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giovedì 15 maggio 2025

Corte di Giustizia UE clamorosamente no-vax

Eccoci qua, anche la Corte di Giustizia UE, dopo aver letto Wiatutti, è divenuta no-vax. Ma poi come!


Oh, in questo blog, quando si accennava al fatto che la demone Ursula aveva commesso una cosa gravissima (fra le tante), scattavano subito le offese nei commenti, non c'era verso. Ora badiamo un pochino se ci si fa a ragionare sui fatti, visto che anche la Corte di Giustizia ha stabilito che la Commissione Europea abbia agito in modo illegittimo nel rifiutare ai giornalisti l’accesso ai messaggi di testo tra la von der Leyen e l’amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla.

Al centro della vicenda, soprannominata “Pfizergate”, c’è la richiesta della reporter del New York Times, Matina Stevis-Gridneff, che aveva chiesto di visionare gli SMS scambiati tra i due mostri nel periodo 1 gennaio 2021 - 11 maggio 2022, nel pieno della crisi pandemica. L’obiettivo era far luce sulle modalità opache (diciamo così...) con cui sarebbero state condotte le trattative per l'acquisto di miliardi di dosi vaccinali da parte dell’Unione Europea.

Nonostante il diritto all’accesso ai documenti sia garantito da un preciso regolamento comunitario, la Commissione si era difesa sostenendo di non essere in possesso dei messaggi. Una risposta ritenuta evasiva e ora sconfessata dalla Corte, che ha ribadito che tali comunicazioni, se riguardano affari pubblici, rientrano a pieno titolo nei documenti amministrativi.

Grazie a questa sentenza, il New York Times potrà presentare una nuova richiesta formale. La Commissione, se vorrà ancora negare l’accesso, sarà obbligata a fornire motivazioni solide, precise e coerenti, rispettando i principi stabiliti dalla giurisprudenza ora vincolante.

Questo l’aspetto legale. Poi c'è lo scandalo politico e morale, al di là del pensiero dei dementi che finora hanno negato l'evidenza.

La gestione della trattativa più imponente della pandemia - che ha riguardato la salute ed i soldi di milioni di cittadini europei - non può più passare inosservata, nemmeno all'interno delle istituzioni europee. Il comportamento della demone è stato non solo vergognoso, ma allarmante. Quando un’istituzione come la Commissione Europea, chiamata a rappresentare i valori di trasparenza e democrazia (ahahaha), sceglie invece la strada dell’oscurità, viene spontaneo chiedersi: cosa si sta cercando di nascondere?

Un giorno, fra qualche anno, con i dementi passeremo a discutere di come si faccia a comprare 2 miliardi di vaccini e 35 miliardi di euro con un SMS (ahahaha), ma non ora: troppo difficile da capire (per i dementi).

Urla di gioia il popolo no-vax. Ma cosa avete da urlare? Ma pensate che succeda qualcosa? Pensate che Ursula possa andare incontro a qualche sanzione o punizione?

Meglio concentrarci quindi sugli aspetti squisitamente tecnici della sentenza della Corte di Giustizia, così forse anche i dementi qualcosina ci sta che capiscano. La Corte ha stabilito che la Commissione "non ha fornito una spiegazione plausibile per giustificare il mancato possesso dei documenti richiesti" e che non poteva semplicemente affermare di non essere in possesso dei messaggi senza fornire prove credibili che ne spiegassero la mancata disponibilità. Ha inoltre sostenuto che l’argomentazione della Commissione secondo cui i messaggi di testo scambiati nel contesto di un accordo multimiliardario erano considerati "non contenenti informazioni importanti o informazioni che comportano un follow-up la cui conservazione deve essere garantita" è palesemente assurda. La Corte ha inoltre osservato che il New York Times aveva fornito "prove pertinenti e coerenti" a conferma dell’esistenza dei messaggi di testo, comprese le dichiarazioni dello stesso Bourla sul loro ruolo nei negoziati sul vaccino. In effetti, è stata criticata anche la mancanza di chiarezza da parte della Commissione sulla eventuale cancellazione dei messaggi. Con una mossa significativa, la Corte ha ordinato alla Commissione di pagare le spese legali del New York Times, sottolineando la gravità del mancato rispetto degli obblighi di trasparenza da parte del dirigente. La Commissione deve ora decidere se presentare ricorso contro la sentenza o ottemperarvi fornendo i messaggi, oppure affrontare ulteriori interrogatori sulla loro presunta cancellazione.

Insomma, avete fatto schifo anche alla Corte di Giustizia europea, sentite in che condizioni siamo...

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