L’allegra scampagnata del Gruppo Cottolengo

Qualche giorno fa il Gruppo Cottolengo ha sfilato in un resort pugliese. A fare cosa ancora non ho ben capito, però il circo è stato carino.

Come ha scritto un noto sito politico statunitense, in Puglia c’erano sei anatre zoppe e Miss Meloni. Anatra zoppa è una espressione del lessico politico americano, che designa un presidente in carica ma in pratica senza poteri perché non controlla il potere legislativo. Macron va ad elezioni e dovrebbe perderle. Scholz ci andrà e le perderà senz’altro. Sunak ci va ai primi di luglio e sta 20 punti sotto i laburisti. Trudeau ci andrà a fine anno e perderà di certo contro l’avversario conservatore, cosa nota da tempo. Kishida pare stia messo altrettanto male. Von der Lyen e Michels si aggiravano come personaggi in cerca di autore visto che hanno di colpo perso tutti gli sponsor. Biden è una macchietta che ben rappresenta l’Occidente in caduta libera, in stato di conservazione almeno fino a novembre.
L’unica legittima lì era la regina della Garbatella, il nostro orgoglio nazionale, negli ultimi giorni molto charmant, che ha avuto gioco facile a schivare anche la questione dell’aborto stante il surrealismo del fatto che i G7 parlino al mondo di questo tema che ad occhio non pare la questione centrale dell’ordine mondiale.
Lo stanco rito del G7 di scena in Puglia ha prodotto il prolungamento ad libitum della mattanza del popolo ucraino, per la cui prosecuzione saranno investiti 50 miliardi annui per i prossimi dieci anni, nella forma di prestiti garantiti dal lucro dei beni russi congelati dalle banche occidentali all’inizio delle ostilità.

Non una decisione collettiva, nata dal consenso di leader di libere nazioni, ma una banale adesione delle colonie ai diktat dell’Impero, dal momento che i Paesi europei avevano a lungo nicchiato sul tema a causa dei rischi connessi (paventati, peraltro, dalle banche).

Un diktat condensato nell’articolo del Segretario del Tesoro Usa Janet Yellen pubblicato sul New York Times alla vigilia del summit con il titolo: “Un nuovo modo per far sì che le risorse della Russia paghino la difesa e la ricostruzione dell’Ucraina”. Gli schiavi convenuti al G7 dovevano solo ratificare e l’hanno fatto con ossequioso entusiasmo.

Il Wall Street Journal (ovviamente putiniano) ha parlato di “nani”, sottolineando come il Gruppo Cottolengo sia distantissimo dalle figure politiche che una volta (non un secolo fa) facevano la politica europea e mondiale. Nani che, aggiungo io, diventano ben contenti dei pagliacci, che si abbandonano a smorfie, baci, abbracci, balli, come se non si fosse ormai sull’orlo del precipizio. Uno spettacolo imbarazzante ed ignobile.

Ma cosa è successo? Siamo davanti a una squadra di burattini per un caso fortuito, oppure c’è altro? A nostro avviso c’è altro. C’è che questa leadership non è nient’altro che il prodotto del declino della politica che si è registrato in Occidente, dove il potere politico è stato aggredito ed eroso prima dalla finanza, poi dalle multinazionali big tech e poi dall’apparato militar-industriale USA e dalle sue multiformi propaggini. Centri di potere alternativi alla politica – nel senso che la controllano lasciando ad essa il mero spazio teatrale – agiscono in combinato disposto, rimodellando le cosiddette democrazie occidentali (e quelle asiatiche che all’Occidente fanno riferimento), a loro piacimento. È tale potere, altro dalla politica, a dettare le direttive essenziali all’Impero. E, anzitutto, il regime delle guerre infinite, che oltre a espandere su scala globale l’influenza di tali centri di potere, hanno lo scopo di incrementarne la loro influenza all’interno dell’Impero stesso.

Fino all’implosione del sistema. Ci manca poco.