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giovedì 26 ottobre 2023

Le priorità occidentali

Qualche mio amico mi sta dicendo: “Ma lo sai che avevi ragione te, quando dicevi che si sta andando verso la catastrofe?”. Eh, ma io sono un terrapiattista e anche un po’ menagramo, quindi cachiamo le ipotesi di guerre mondiali, morti, ecc ecc e concentriamoci sulle priorità del putrido mondo occidentale.


No no… non si parla qui di Giambruno. Cazzate. No, qui si parla di roba seria, in attesa della fine del mondo.


BASTA COL NATALE

Lo scrivente è un anti-Natale per eccellenza e quindi esulta alla notizia che la grande Università Europea (sticaz!) di Fiesole, per mano del suo rettore, avrebbe ipotizzato di cambiare il nome alla nostra festa con un altro - più inclusivo, grin, ghei friendly, ucraino - del tipo "Festa d'Inverno". Il tutto per non far sentire esclusi tutti gli studenti che in quella università arrivano da tutto il mondo. Dentro questa università esiste difatti un Piano per l'uguaglianza etnica e razziale 2023-2026 secondo cui le diverse festività delle osservanze religiose e culturali dell'ateneo devono essere rappresentate con un linguaggio inclusivo. Tutto molto bello. Iniziamo anche noi a modificare qualche termine:

Babbo Natale -> Babbo invernale

Albero di Natale -> Albero invernale

Buon Natale -> Buon inverno

Mercatino di Natale -> Mercatino invernale

Ma lo vedete come è semplice? Ma perché non ci avevamo pensato prima? Ma soprattutto perchè questa università non si sposta da Fiesole, che è troppo italiana, troppo toscana, troppo fiorentina, troppo fiesolana, troppo?


LE ARMI GREEN DI GRETINA

Il pupazzetto Gretina torna a colpire. Bisogna dire che la cittina non è mai parsa sveglissima, ma stavolta ha toccato un fondo difficilmente raggiungibile, dichiarando in una intervista che la guerra è un danno per l'ambiente, che bisogna usare armi eco-sostenibili, missili biodegradabili, bombe vegane. Massima attenzione allo sfruttamento di animali ed assolutamente vietare ai carrarmati di scorrazzare su prati e giardini. Direi di finirla qua, nulla da aggiungere.

Ora vi confesso una cosa: una delle due priorità sopra esposte è un fake. Ma sapete quale è l'aspetto più sorprendente? Che si fa fatica a capire quale delle due mega cazzate lo sia.

Via così, verso la fine, con un Occidente completamente impazzito.


21 commenti:

  1. Stiamo andando alla deriva in tutto cmq nonostante tutto ci sono soprattutto in Italia persone illuminate almuta....qualche persona per bene è rimasta e te la mostro..
    https://www.malvezzieuropei.it/
    https://www.unialeph.it/unialeph-donazione/

    Se fossimo tutti uniti contro Bce e company sarebbe possibile forse un cambiamento

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    1. Eh però qui c’è un problema. Malvezzi osa ancora oggi, nel 2023, discutere di economia politica. Dico: economia politica! Quella che ho studiato anche io, quella che ti fa capire le dinamiche macroeconomiche, che svela i soprusi del potere, che parla di Keynes, ecc. No no, in questa epoca di totalitarismo iper liberista ‘ste cose non devono essere divulgate. Al-Mutanabbi

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  2. Già incredibile vero? Addirittura va oltre parla di economia umanistica cioè un economia basata sulle esigenze dell'uomo....si rifà ad Aristotele fino ad arrivare ai giorni nostri con Keynes....critica aspramente la speculazione e i derivati roba che ci è costata a noi stato italiano tantissimo quando un certo George Soros detto il "simpaticone " fece di tutto per svalutare la lira facendoci perdere miliardi ... .ma tanto ci pensano economisti come Marione a sollevarci e tutelarci sicché possiamo dormire sonni tranquilli .....

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  3. Calma Emigrato,
    Soros colse solo l'occasione... Eravamo nello Sme "incredibile" la Lira era tenuta stabile artificiosamente rispetto ai fondamentali macro del paese, attraverso la vendita della valuta estera delle riserve della banca d'Italia. Quando finirono le riserve, l'acqua tornò nei fossi.
    Per capire non si può ripetere i Meme di questo o quello,
    Servono le ore di volo!

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    1. Ah davvero??? Perché oggi il dollaro da cosa è tenuto su ?? Il debito pubblico americano è 32 mila miliardi di dollari contro un pil di 23 mila....È in fallimento tecnico eppure è sempre valuta di riserva mondiale....se non fossero il paese più armato del mondo erano diventati la Grecia..... stesso discorso per Francia e Italia sia chiaro...È il sistema speculativo che sta alla base il problema e a rifarcela siamo sempre noi popolo ....per Soros il fatto che ha "solo" speculato non lo giustifica affatto .....È solo uno squalo assetato di sangue e niente più...e cmq nonostante la liretta eravamo la 5 potenza economica mondiale al di là di un sovravalore dato dalla situazione di allora.....

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    2. Si davvero! in una economia basata sul libero scambio di merci e capitali la speculazione è il pilastro. Oh intendiamoci io sarei per abolirlo il libero scambio, io sarei per abolire anche la moneta e il capitale ma questo significa poco perché mi sembra che il pensiero comune sia andato verso un'altra direzione, o no?

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    3. No allora non ci siamo capiti iuri....il problema non è l'economia di mercato ma la finanza speculativa sono 2 mondi completamente diversi....se io 1 mela che costa per produrla 1 la rivendo a 3 non c'è nulla di male è così dall'Impero romano e primordi ....il problema vero per tutti (o quasi)sono i derivati e la massa di denaro circolante che non corrisponde ad una economia reale .....cioè il pil mondiale sono circa 90 mila miliardi di dollari ...il denaro che corrisponde ad azioni sui future e derivati corrisponde a 300 mila miliardi!!capisci? Quanto reggerà? Siamo su una bomba ad orologeria come nel 29....ci guadagnano solo ovviamente i grandi padroni universali cioè i proprietari di black rock, jp Morgan ecc....e quindi i fondi speculativi....ora è più chiaro?

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    4. No no ci siamo capiti...
      Il fatto che tu trascuri è che il sistema del liberissimo mercato globale essendo totalmente banco centrico si regge obbligatoriamente sulla speculazione. In fondo non è cosa nuovissima dato che il primo esempio di bolla speculativa documentata è quella dei bulbi di tulipano del 1637. I contratti future si scambiano da almeno quattrocento anni.

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    5. Ma non è neanche per idea la stessa roba....in primo luogo mi fai l'esempio dei tulipani che rientra sempre nel discorso domanda offerta...una crisi economica come ce né sono state altre nel corso dei secoli ma con "leggerissime "differenze:1) la stabilità del mercato era sempre garantita dalla piena convertibilità dell'oro (nixon dixit) 2) stampare moneta in eccesso venne usato ben più tardi agli inizi del 1800 ma certamente i numeri non erano MAI stati 3/4 volte il pil mondiale 3) la vera e propria pratica dei derivati è in uso negli ultimi 50 anni in particolare nel triennio del 89 92 che ha cominciato ad essere ciò che è oggi e perché?? Forse perché una certa URSS è implosa? E non c'era più nessuno a dettare opinioni alternative al main stream? Poi se questo meccanismo ti rende tranquillo e lo accetti volentieri ok benissimo...ma come ho detto in precedenza ci sono stati e ci sono uomini veri che il problema lo hanno affrontato e lo affrontano proponendo delle alternative a questa follia ....ovviamente vengono ripetutamente osteggiati e calunniati quindi nessuno le prende in considerazione a parte i folli come me è almuta

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    6. E chi sarebbero questi uomini veri?
      Abbiamo abbandonato il Gold Standard exchange nel1971 da quel momento la moneta mondiale è diventata fiduciaria. L'alternativa sarebbe stata bloccare lo sviluppo del commercio mondiale, a me sta pure bene. Si campa di quello che si produce e via, dov'è il problema? Se hai freddo vai alla macchia pennato e accetta e ti fai il fastellino di legna da bruciare, io camperei lo stesso te lo assicuro.

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    7. Chi sono te li ho citati in precedenza: Keynes un gigante del passato ed oggi (pochi ormai) in misura minore come malvezzi.....e cmq con questa risposta continui a non capire o non voler capire ....lo ripeto...IL COMMERCIO MONDIALE NON C'ENTRA NULLA CON LA FINANZA SPECULATIVA !!! La creazione del denaro attraverso il denaro prescinde da tutto ciò che concerne il commercio ....sono soldi fittizi creati ad ok per far guadagnare miliardi alle banche attraverso i derivati...mi dovevi semmai chiedere in onestà cosa è un derivato e te lo avrei spiegato...in pratica non è altro che una scommessa: se il mercato immobiliare crolla da qui a 1 anno (derivato di primo grado) , non crolla perché scommetto che la tua scommessa sarà perdente (derivato di secondo grado) e così via ....senza andare troppo nel tecnico basta la definizione di Wikipedia e ti basta per capire a grandi linee come funziona...ripeto ormai le grandi banche internazionali guadagnano (e perdono )molto più con questo che non con qualsivoglia tipo di azione di caramelle ,piuttosto che lampade piuttosto che il petrolio stesso....ripeto i numeri 90 mila contro 600 mila miliardi di dollari...queste sono le cifre fai un po' tu ...spero di essere stato più chiaro adesso...

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    8. "L'origine dei futures risale all'età romana; in quel periodo esistevano dei mercati, chiamati fora vendalia, specializzati nella vendita di particolari produzioni agricole, che vi giungevano da ogni parte dell'Impero.

      Solo nel Medioevo, però, si è assisto alla nascita di moderni mercati futures, che si tenevano presso fiere stagionali, in particolare nella regione dello Champagne in Francia. Tali mercati si svilupparono per venire incontro alle necessità degli agricoltori e dei mercanti; gli accordi che si stringevano in queste occasioni avevano per oggetto un raccolto futuro ed il principale obbiettivo era quello di giungere ad un prezzo giusto e a consentire alle parti di eliminare il rischio relativo all'incertezza sul prezzo futuro del grano.

      Nel 1164 a Genova nacque il primo contratto derivato stipulato da un ente locale con la vendita ad un istituto finanziario (Monte) delle entrate fiscali future del Comune in cambio di un anticipo immediato.
      I primi mercati organizzati per lo scambio di derivati risalgono al sedicesimo e diciassettesimo secolo. Nel 1600 ci fu l'ammissione alla negoziazione al Royal Exchange di Londra di contratti forward (cui seguiva nel 1637 la prima bolla speculativa sui tulipani).

      Solo a seguito della rivoluzione industriale, alla fine del diciottesimo secolo, si avvertì l'esigenza di standardizzare questo tipo di contratti, quando i mercanti europei, che si occupavano di importazioni dagli Stati Uniti, iniziarono a stipulare contratti sul cotone e sui grani detti "to-arrive contract".

      A partire dalla seconda metà del ventesimo secolo questi strumenti hanno conosciuto una notevole diffusione legata a vari fattori:

      la fine, nel 1971, del sistema internazionale di cambi fissi per la caduta degli accordi di Bretton Woods, con il conseguente emergere del rischio di cambio;
      gli shock petroliferi del 1973 e del 1979: gli improvvisi forti aumenti del prezzo del petrolio causarono una parallela intensificazione del rischio di mercato, sia per le ampie oscillazioni dei prezzi, sia per i conseguenti effetti sull'inflazione;
      la globalizzazione dei mercati e la contestuale introduzione dei computer, che permettono di svolgere velocemente complessi calcoli di prezzi relazionati tra loro;
      la modellizzazione teorica per il calcolo del prezzo dei derivati,attraverso il lavoro di Black, Scholes e Merton."

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    9. La prima notevole diffusione dei derivati si ebbe nel periodo 1989-1992, al termine del quale la loro consistenza complessiva arrivò a sfiorare i 20.000 miliardi di dollari.[4]

      Si ebbe un rallentamento dopo le ingenti perdite accusate da grandi aziende, quali la Metallgesellschaft nel 1993[5] e la Procter & Gamble nel 1994,[6] e il fallimento della Barings Bank nel 1995, ma l'espansione poi riprese.

      A dicembre 2010 il volume dei derivati - più esattamente, il valore complessivo delle attività sottostanti i derivati - ammontava a circa 670.000 miliardi di dollari, 601.048 dei quali per derivati over the counter (OTC), con prevalenza tra questi degli Interest Rate Swap (364.378 miliardi di dollari).[7] Per un confronto, si può considerare che il PIL mondiale, intorno agli anni 2010, è stato stimato in circa 70.000 miliardi di dollari

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    10. Il problema di fondo è che il mercato dei derivati è spesso di dimensioni decine di volte superiori a quello del mercato dei corrispondenti sottostanti. Questo significa che il prezzo dei derivati viene determinato solo in minima parte dall’andamento del mercato “reale”, e molto più significativamente da fattori squisitamente finanziari quali quelli enunciati in precedenza.
      In pratica sulla base di tali fattori finanziari ci sarà una domanda e un’offerta di derivati, che ne determinano il prezzo e successivamente questo prezzo fissato sul mercato dei derivati influenza, se non determina, quello spot nell’economia reale. Questo “successivamente” riassume l’inaccettabile rapporto di forza tra mondo finanziario ed economia reale. Il prezzo del grano nel mondo reale viene determinato, o per lo meno influenzato, da quello dei derivati sul grano. Alla borsa di Londra si dice che i derivati sono “the tail that wags the dog“, la coda che scodinzola il cane.

      In molti casi non dovrebbe essere possibile usare derivati.
      Per esempio, non dovrebbe essere possibile scommettere sul prezzo futuro di cibo e materie prime, andando di fatto a guadagnare sulla fame dei più poveri. Non dovrebbe essere possibile scommettere sul fallimento di intere nazioni, come avviene adesso con centinaia di miliardi di derivati che speculano sul default della Grecia o dell’Italia.

      Di fatto l’utilizzo speculativo è talmente superiore a quello di copertura dei rischi per cui dovrebbero essere utilizzati che l’insieme dei derivati andrebbe rimesso oggi in discussione. Se oggi un’impresa deve acquistare un derivato è per coprirsi dai rischi di instabilità dovuti in primo luogo all’eccesso di derivati sui mercati. La logica sembra la stessa della lobby delle armi negli USA: per evitare future stragi nelle scuole non bisogna limitare la diffusione delle armi, ma al contrario armare anche insegnanti e bidelli.

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    11. Ecco la scoperta del secolo il valore dei derivati supera di dieci volte quello del sottostante. Quindi mediamente sarebbe una leva di dieci, dico bene? Con mille euro copro un rischio per diecimila euro. Capisci lo scopo? I derivati nascono per coprire un rischio di una attività se non avessero leva non coprirebbero una sega? Lo capisci? Se per statistica consideri il valore nominale di uno strumento derivato commetti un errore banale, da dilettante o da mistificatore, lo capisci questo o no?

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    12. Buffett, secondo uomo più ricco del pianeta, con una frase rimasta famosa ha definito i derivati «armi finanziarie di distruzione di massa e la loro varietà trova un limite solo nell’immaginazione dell’uomo o, talvolta, di un folle». Parole sante. Banca d’Italia parla di 53 miliardi di euro di perdite riferendosi a molti Comuni e industrie italiane.
      Fino a pochi anni fa i derivati sul petrolio erano usati dalle compagnie aeree o dalle raffinerie quale copertura rischi sul rialzo dei prezzi. Nessuno si sognava di comprare un derivato sul rame o sulla soia. Ora sono diventati un fenomeno popolare, chiunque può farlo da casa collegandosi ad una banca. L’accesso ai derivati è stato facilitato con uno scopo scientifico: le grandi banche muovono il mercato scaricando le perdite sugli sprovveduti clienti.

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    13. È l’effetto leva (17 volte il valore del contratto) che sta dietro i derivati dove sono elevati sia i profitti come le perdite.
      I veri problemi iniziano con i derivati che non si riferiscono a beni ma a complessi e sofisticati calcoli di ingegneria finanziaria collegati a variazioni dei tassi o dei mutui e determinati da una formula matematica, scambiati OTC (Over the counter) fuori dai mercati regolamentati, gestiti da istituzioni finanziarie private che nessuno può controllare. Oppure i CDS (Credit Default Swap) che hanno la funzione di assicurazione contro il fallimento di una società o di un Paese.
      La massa dei derivati in circolazione è in continuo aumento ed ha raggiunto i 600mila miliardi di dollari, equivalente a dieci volte il Pil mondiale. Per la loro diffusione e per il rischio che rappresentano sono una minaccia per il sistema finanziario e se per assurdo venissero tutti chiusi con richiesta di rimborso o una piccola parte dovesse saltare il giochino avrebbe un effetto domino devastante.

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    14. Ti ho appena detto che se i derivati li contabilizzi con il loro valore nominale realizzi una statistica fasulla priva di valore. Vuoi un esempio? Il contratto FIB3LDIC 23 vale in 138.375 Euro, puoi comprarlo o venderlo versando un margine del 7%. Cioè 9.686,25 Euro. Hai capito? Se lo vendi copri posizioni lunghe sull'azionario italiano per 138.375 euro ma il margine di garanzia è di 9.686,25 euro. Quando lo vendi bisogna che ci sia uno che lo compri, quando lo compri bisogna che ci sia uno che lo vende. A fine giornata si contabilizzano minus o plus con I margini di garanzia versati. Con il margine di garanzia al 7% viene piazzato un ordine di chiusura automatico della posizione al 2%.Se non ci fosse la leva sarebbe inservibile. Questo strumento nella fantomatica analisi statistica di rapporto con il Pil mondiale come lo contabilizzi con il valore nominale o con quello del margine?

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    15. Gli aumenti dei tassi da parte della Fed e della Bce hanno creato incertezza nel mondo finanziario, portando a una crescita sproporzionata dei derivati stipulati sugli interest rate, influenzando negativamente i mercati

      L’ultimo bollettino della Banca dei regolamenti internazionali (Bri) di Basilea, con i dati del secondo semestre del 2022, proietta ombre oscure sull’andamento dei derivati finanziari otc. Com’è noto, oltre a essere non regolamentati e tenuti fuori bilancio, essi segnano la febbre e i rischi per le banche too big to fail.

      Questa volta è il gross market value (valore lordo di mercato) degli otc a rivelare il problema. Nel semestre analizzato, è cresciuto del tredici per cento, toccando i 20.700 miliardi di dollari. Un livello mai visto nei sei anni precedenti. Nelle poco comprensibili parole dei banchieri, questa enorme cifra sta indicare «la somma di tutti i contratti derivati otc in essere, con valori di sostituzione positivi e negativi valutati ai prezzi di mercato prevalenti alla data di riferimento». In altre parole, se al 31 dicembre 2022 tutti i contratti otc fossero stati chiusi, quella sarebbe stata la somma necessaria per saldare le differenze.

      L’enorme crescita è dovuta ai derivati stipulati sull’andamento dei tassi d’interesse (interest rate derivatives, ird) e riflette la grande incertezza provocata dall’inflazione e dagli aumenti dei tassi da parte della Fed e della Banca centrale europea. È la stesa Bri a evidenziare il problema quando, spiegando il significato del gross market value, afferma che «i valori lordi di mercato forniscono informazioni sull’entità potenziale del rischio di mercato nelle transazioni in derivati e sul relativo trasferimento del rischio finanziario in atto».

      Il gross market value degli ird denominati in euro è aumentato del ventitré per cento nella seconda metà del 2022, dopo un aumento del trentasette per cento nella prima metà. Quello degli ird in dollari è aumentato rispettivamente del quaranta per cento e del trenta per cento. Poiché i tassi fissati oggi dalle banche centrali sono saliti sopra quelli prevalenti al momento della stipulazione dei contratti, il loro valore lordo di mercato è, quindi, aumentato.

      Ciò vuol dire che servono molti più soldi per coprire i contratti in scadenza o in difficoltà. Chi si trova in una simile situazione avrà bisogno di maggiore liquidità, per cui cercherà di far cassa vendendo degli asset in suo possesso, oppure pagherà con soldi presi in prestito a tassi molto salati. Tali comportamenti, ovviamente, influenzano negativamente i mercati.

      Questo è il secondo effetto destabilizzante provocato dalla politica yo yo delle banche centrali: prima tasso zero e tanta liquidità inflattiva e poi, con l’aumento dei tassi, la repentina e continuata chiusura delle bombole di ossigeno. Il primo effetto è stato la mina posta sotto i titoli, soprattutto quelli pubblici, venduti in passato a tassi bassi e oggi, dopo il rialzo dei tassi, non più remunerativi.
      Nel secondo semestre 2022 il valore nozionale di tutti gli otc è, invece, rimasto quasi invariato, 618.000 miliardi di dollari, con un aumento di soli(!) 14.000 miliardi. Il valore nozionale è l’ammontare di tutti i derivati sottoscritti, una cifra enorme, quasi impensabile, che indica la dimensione della bolla in caso di collasso sistemico. I fautori della bontà dei derivati hanno sempre contrapposto il gross market value a quello nozionale, sostenendo che il secondo non rifletterebbe il vero rischio sottostante. Adesso, però, devono fare i conti con l’impennata del primo!

      Recentemente, sull’argomento l’International Swaps and Derivatives Association (ISDA) di New York ha tenuto una conferenza a Chicago. L’ISDA è l’associazione che raccoglie tutti i partecipanti nel mercato dei derivati otc. Il resoconto ufficiale riporta che sono stati gli stessi operatori dei mercati sui derivati a dire che ci si dovrebbe preparare a nuovi eventi di stress per la mancanza di liquidità, com’era avvenuto nel marzo del 2020

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    16. Sta per succedere qualcosa: il fattore scatenante potrebbe essere diverso, ma accadrà», ha affermato un dirigente della Bank of New York Mellon. Un’analisi condivisa da molti partecipanti il convegno di Chicago. Si aspettano anche che il deflusso dei depositi dalle banche regionali statunitensi potrebbe continuare, poiché i clienti cercano rendimenti più elevati.

      È sconcertante il fatto che siano proprio gli operatori dei mercati a essere preoccupati sugli andamenti futuri. Purtroppo, le agenzie di controllo e le banche centrali sembrano essere rimasti sui libri di testo di economia del diciottesimo secolo! Oppure sono ammaliati dal feticcio del 2 per cento d’inflazione annua.

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  4. Quindi Soros non ci fece perdere una sega...

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