La storia contemporanea del futbol a Siena, per noi, parte dal primo salto per aria del 2014. Non si inizia cioè dall’era dei sedicenti Armeni, ma la reale cesura del Siena vecchio vs il Siena nuovo parte da MassimoMassimo.
Già. Vaaaaaleeeeeee e MassimoMassimo. Chi se li ricorda? Ah, nessuno eh? Vi dico io chi erano, a spanne. Erano due fratelli di una facoltosa famiglia romana molto intrallazzata con altri personaggi molto facoltosi, a loro volta inseritissimi nell’organigramma montepaschino e legati a doppio filo alla politica cittadina. Questi mostri erano ad un certo punto acclamati dalla città, fino a quando, in combutta con la banca, non decisero di staccare la spina ad una squadra che viaggiava nell’alta classifica della serie B. Tifoseria incazzata? Mah, ni… Oh, d’altronde avevamo vissuto oltre i propri limiti, la banca sfortunatamente era stata distrutta (da Putin) e bisognava ridimensionarsi tutti. Ricordo il motto del tempo: “Inevitabile”. E poi MassimoMassimo era stato messo di mezzo, poverino, e rimasto col cerino in mano. E Vale. Ah, Vale. Che simpatica, che bella. Tutti amici di Vale.
E così via verso un altro giro ed un’altra corsa. Arriva il folle Ponte, che spende l’inverosimile per vincere la serie D fra l’entusiasmo della tifoseria bianconera (non tutta), mentre la città iniziava a dare segni di insofferenza. Insomma, ma questi trogloditi non erano falliti solo pochi mesi fa? E vabbuò, si va di sopra ma le polemiche non mancano. Ponte è strano ed i suoi compagni di viaggio ancor di più. Soprattutto non paiono allineati, qualunque sia il significato del termine. Alla fine Ponte fa il passo più lungo della gamba e, d’improvviso, arriva Lei, Anna. È amore a prima vista. La accompagna una nota figura extra moenia, proprio come nel momento del salto del fiocco di Mezzaroma, proprio la stessa, putacaso. Qualcuno (io) resta interdetto. Ma non c’è spazio per le polemiche. Ponte cede il Siena, forse, un pezzo, mezzo, un pochino. La Durio inizia a spendere e spandere a più non posso, compra anche un pezzo di greppo mensanino come piccola tangente di accesso al sistema fra gli applausi della folla. Anna ha un monte di soldi, il su figliolo, che spacca le tribune, è un ganzo. Cene, serate al cinema: Anna è dei nostri. In pochi (io) fanno notare che la sua azienda non può resistere ai salassi annuali della terza serie, ma non ci sono seghe. La Lega ci scippa forse una promozione, un’altra occasione la perdiamo decimati in finale dei pleiof. Anna va in affanno. Offende tutti, tira fuori il libretto degli assegni, rassicura la città. Poi sparisce. Ad oggi non ha più rilasciato una intervista, né sappiamo se sia viva. Il Siena risalta per aria.
Cambia amministrazione. Il Partito Distruttore, che ha spianato anche il calcio, si fa da parte con stizza ed arrivano i sedicenti Armeni, portati da advisor birichini. Gli Armeni calano dentro una nuvola di fumo, la città li odia. Il Partito Distruttore ed i suoi accoliti li dipingono come i Bizantini nel tardo medioevo: strani, bislacchi, alieni. Il campionato è un folle incubo, fra allenatori lettoni e Zulpa che gioca 10 minuti e si fa espellere. Arriviamo esimi, ma gli Armeni mettono moneta sonante per un ripescaggio in Lega Pro. Niente, fanno cacare uguale, non c’è verso. Arriva Perinetti, facciamo uno squadrone, poi gli Armeni si gassificano perché i soldi pare scarseggino. Il Partito Distruttore ed i suoi accoliti fanno un gran baccano, fino all’arrivo di un altro semidio, tale Montanari. Che conquista tutti con la maglia a strisce e non a quadroni. In pochi (io) fanno notare l’orripilante fatturato delle sue aziende, ma non c’è niente da fare, Montanari è un grande perché ha scacciato gli Armeni.
Il resto è storia di questo anno. Ma, come vedete, i problemi, le tribolazioni e soprattutto i fallimenti anomali del Siena non iniziano nel 2020, ma ben prima. La storia va letta, tutta. Soprattutto vanno decriptati i blocchi storici, che hanno dinamiche di sviluppo molto simili, anzi addirittura identici. Soprattutto va decriptato chi, come e perché, gli schieramenti, gli uomini e le finte donne che paiono vivere dentro due cassetti lontani, ma che probabilmente sono contigui ed anzi comunicanti.
Soprattutto andrebbe trovato, dopo Paolone, uno che abbia interesse a fare calcio, al di fuori della politica di merda fatta da gente di merda in una città di merda.
Grazie Almuta
RispondiEliminaFrate Asheur
Direi analisi lucida e perfetta, quando in tempi non sospetti sostenevo le stesse cose, mi sono preso vagonate di offese. Strano.
RispondiEliminaGiusto
RispondiEliminaBeh, che dire, non avrei mai pensato di campare a sufficienza per vedere super Simo arrivare a scrivere che la sua città di merda è fatta di gente di merda. Dissento. Per me Siena rimane in tutto e per tutto la città più bella del mondo.
RispondiEliminaNiente super Simo. Il finale roboante, ovviamente, è riferito al contesto, ovvero all'articolo che parla di Siena calcio. Ecco, in tale contesto, ribadisco: politica di merda fatta da gente di merda in una città di merda. Al-Mutanabbi
EliminaQuanta verità in così poche righe...
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