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lunedì 3 gennaio 2022

Le pagelle del 2021

Riceviamo e pubblichiamo.


  1. Paolo Benini: il mio mito, ero in fissa con De Mossi, ma le gesta eroiche del superassessore hanno relegato in un cantuccio il Sindaco di tutti. È riuscito a ricoprire di sterco, con citazioni argute o insulti veri e propri, quei poveri scemi che si sono presi la briga di generare dei figli in una città che dopo il deserto morale sta sperimentando quello demografico. Per lui è normale che i genitori paghino il triplo (o il quadruplo) di quanto non spenderebbero per un pasto in una qualsiasi mensa aziendale, per far mangiare ai propri bambini 4 maccheroni all’olio ghiacciati, una fetta di formaggio e una mela (intera e non sbucciata, perfetta per i bambini dell’asilo). E che nessuno osi protestare, perché lui si incazza come una miccia. Per lui è normale che senza alcun preavviso si chiuda una scuola a metà anno scolastico, imbastendo un casino di trasporti scolastici imbarazzante, dopo aver dichiarato lo stabile sicuro, per ottenere un finanziamento di 200.000 euro. Non fa niente che poi noi si legga che la Scuola Simone Martini di Rapolano Terme (!) ne ottenga 850.000 e senza chiusure ad anno in corso. Bravo Benini, sei troppo il migliore!!!! Voto: 110/110, con lode e bacio accademico.
  2. Gazaryan (o Gevorkyan): entità mitologica, rappresentante della holding armena e presidente della Acn (Noah) Siena, scelta dopo attenta ponderazione dal Podestà De Mossi per portare il calcio senese a vette mai raggiunte, se non negli anni del panem et circenses che hanno preceduto (e forse concorso a provocare) il crollo del Monte dei Paschi ed il collasso della città. In un anno e mezzo milioni di euro (forse), otto cambi allenatore otto (Gilardino, Argilli, Pahars, Gazzaev, Argilli, ariGilardino, AririGilardino, Negro, Padalino, olè), senza mai ingaggiare un vero allenatore, un quinto posto in serie D, dove ha raccolto figure di merda intergalattiche, con sconfitte a Sinalunga o in casa con Tiferno o San Donato-Tavarnelle. Un ripescaggio fortunoso e oneroso, l’ingaggio di un ds “monstre” come Perinetti, durato come un gatto sull’Aurelia, e una serie C da brividi, con un importante allargamento del raggio delle figure di cacca rispetto all’anno precedente. Ma questi sono gli stessi che, un immobile dietro l’altro, si stanno impadronendo del centro storico di Siena? Si prospetta un futuro radioso per la città e per la sua squadra di calcio! Voto: 10/10 (con quegli occhi a palla…) 
  3. Rino Rappuoli: AAA cercasi monoclonali. Un anno dopo di monoclonali alla verbena neanche a parlarne, ma ecco servito un bel polo tecnologico delle scienze. Per ora si parla di fuffa, però l’embrione di groviglietto del ventunesimo secolo continua a svilupparsi. Voto: 30 e lode of course
  4. Tomaso Montanari: Siena aveva proprio bisogno di assurgere agli onori della cronaca grazie alle gesta di un fiorentino prestato all’Accademia nostrana. Così in un accesso incontrollato di autolesionismo l’Unistrasi lo ha scelto come Rettore. Da allora nessuno conosce le linee di governo dell’ateneo mentre tutti aspettano le intemerate del Che Guevara di Piazzale Rosselli, con inaugurazioni dell’anno accademico che riportano alle okkupazioni del ‘77 e interventi a gamba tesa su politica, sindacato ed emergenza sanitaria. Ormai siamo pronti a creare l’epigono della mitica Sociologia di Trento del ‘68, ovviamente non sul serio, che sulle parodie siamo messi meglio. Voto: 18 politico.
  5. Pierluigi Piccini: qualcuno, in qualche blog del passato (che ce n’è stata una moria niente male in questi anni), lo ha definito “l’unico vero sindaco”. Più passa il tempo e più non si può non dare ragione a Profeti. Purtroppo al momento è anche l’unico vero politico su piazza, circondato a destra e a manca da caricature lillipuziane che non fanno altro che ingigantirne la stazza ben oltre i suoi meriti oggettivi. Continua però l’atteggiamento pilatesco sul caso Rossi e derivati, che ha contribuito abbondantemente a montare e che continua a diffondere come un venticello. Voto: douze, si’l-vouz-plais.
  6. Luigi De Mossi: ci resta un anno per fargli fare 2 palii e magari pure qualche straordinario. Un’overdose di ego, in un’orgia di bussolotti e chiarine, con magari la ciliegina del trionfo dell’amato Nicchione [Inshallah, NDR], potrebbe fargli passare la voglia di ricandidarsi, salvando lui, che continuerà a fare l’avvocato, una professione nella quale eccelle, e noi, che faremo a meno di un sindaco a dir poco mediocre. Voto: 6 (sono buono e faccio la media dei voti 9+3:2).
  7. Andrea Bellandi: anche quest’anno gli tocca. Ma chi gliel’ha fatto fare. Era bello tranquillo, embedded nel think tank da bar del Sindaco, uno spritz (Campari peró!), qualche consigliuccio e via. Invece no, ha peccato di hubris, salendo nell’arca di Noè con ambizioni da nocchiero e portandola inesorabilmente al naufragio, non sul Monte Ararat però, a lui è bastato arrivare a Sinalunga o in tutte le micro piazze della straprovincia toscana dove la Robur è stata mazzuliata. Per il 2022 lo vedrei bene a capo della Sigerico, dato che la vaga assonanza con località bibliche ormai gli è familiare. Un successo assicurato! Rating: AAA+
  8. Emanuele Montomoli: il falo delle vanità foloso si appresta ad avere un nuovo protagonista pronto a ravvivarne la fiamma? Gli ingredienti ci sono tutti. Voto: 6 (di stima?)
  9. Raffaele Ascheri: il richiamo della foresta ha avuto la meglio. Nonostante la nuova veste “istituzionale”, fatta di divulgazione e di iniziative lodevoli per quanto appena pallose, non ha potuto sottrarsi al colpo di coda. Dopo anni di inchieste sul Monte, chiunque avrebbe pensato ad un Eretico intento a rimestare alla ricerca di accolite assassine tra Rocca Salimbeni e oscure ville dai torbidi festini. E invece no! Con un lavoro da topo d’archivio derubrica il complottone omicida nel più classico dei suicidi e non contento rimane come al solito solo contro tutti, a combattere contro commissioni parlamentari e familiari inviperiti. Le parti si invertono, politici ingrifati si affannano alla ricerca di scooponi che possano ribaltare il tavolo mentre il campione dei giornalisti d’assalto difende a spada tratta magistratura e forze dell’ordine. Il gioco delle parti. Voto: 8 (ma beneficia del basso livello della sua classe)
  10. Almuta: in un avvitamento ossessivo è inesorabilmente diventato l’alfiere dei no-vacs, pass, cazz delle lastre. Due anni a sottolineare errori, forzature e pericoli nella gestione di un’emergenza che pian piano è stata messa in dubbio e quindi sostanzialmente negata, derubricata ad un espediente per giustificare una svolta autoritaria. Continuo a non avere dubbi, leggere Wiatutti è un arricchimento per chiunque abbia voglia di allargare il campo di sguardo e di confrontarsi, ma, al pari della Zanzara su Radio24, catalizza gli umori peggiori delle persone che godono nel pensare se stessi come coloro che si muovono sempre e comunque in “direzione ostinata e contraria”. Ci sarebbe bisogno di una spalla, un Parenzo della situazione, ma per farlo ci vorrebbe un Cruciani, qualcuno in grado di prendersi un po’ meno sul serio e su questo Almuta è in caduta libera. Voto: 6 meno, meno, meno, meno…però…un Wiatutti alla radio…potrebbe funzionare…

Asdrubale Barca

7 commenti:

  1. Tutti questi punti neri verranno risolti tra un anno, con il ritorno del comunismo al potere in città. Con una gestione di sinistra si rifarà anche il Palio, il Monte risolverà i suoi problemi, la Robur andrà in Serie B, e almuta farà quattro vaccini.

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    1. se così fosse ( ...e visto l'impegno che ci mette chi sta nel concone, è sicuro che la vecchia nomenclatura riprenda posizione...) non so se il rimedio sia peggiore del danno... In ogni caso: povera Siena! .. forse solo Ebola potrebbe migliorare le cose..

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    2. Mai esistito il Comunismo a Siena...

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    3. In sostanza, facendo un parallelismo col calcio, accadrebbe quello che è accaduto dopo la zia: dalla padella siamo cascati nella brace. O sbaglio?
      Cicciaditroia

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  2. Dimenticavo che Rappuoli e Montomoli liberati dal gioco oppressivo, con monoclonali e vaccini risolveranno il problema Covid.

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  3. al punto 2 mi permetto di aggiungere, tra le figure di merda collezionate, la sconfitta alle Badesse. Dimenticare quella sarebbe come dimenticare il gol di testa di Flò o la superpunizione di Maccarone che, dalla libidine, si levò anche la maglia. Sono momenti che nel bene o nel male rimarranno stampati sulla pelle dei tifosi della Robur da qui all'eternità.
    Sanguebianconero

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  4. Oh ma tra gli allenatori non è citato il meglio fio del bigoncio... MADDALONI

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