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lunedì 17 gennaio 2022

C'erano Voria, Cannella, Trabucchi...

E già così pare una barzelletta. Oddio, un po' barzelletta è. Peccato che ci siano di mezzo persone, valori e passione.


Sulla questione Voria ci sentiamo anche noi in "dovere" di intervenire. Siccome siamo ferventi membri del Battaglione Boscagli, siamo in totale accordo con quanto scritto sul comunicato della scorsa settimana, che ci pare abbia colpito nel segno per tono e logica. Il calcio, nonostante i tentativi ossessivi di stravolgimento operati da chi lo ha in gran parte già distrutto, vive ancora di ideali e sentimenti, che la società moderna tende a stravolgere ed inquinare. E quindi il comunicato ha voluto ricordare che è proprio per quegli ideali che il trattamento riservato a Voria è vomitevole, anzitutto.

La prepotenza ha vita limitata, nel calcio come nella vita, perchè non quadrano proprio le situazioni ed i contesti che sulla prepotenza si creano. La filosofia armena è quella di una multinazionale, al di là della sua dimensione: io so' io e voi non siete un cazzo. Per cui oggi è Voria a non essere un cazzo, ieri furono i giocatori, domani saranno i tifosi e così via. Non funziona. Non paga. Già si vide anno scorso, quando arrivarono tesserati stranieri che volevano addirittura fregarsene del regolamento vigente (cfr le sostituzioni a Sinalunga); oggi si replica.

Uno dei problemi indiretti (o diretti?) dell'affaire Voria è la collocazione di Paolo Negro, di fatto escluso dal suo precedente ruolo nello staff della prima squadra. E vabbè, allora chiediamo: ma non è possibile ricollocare Negro, che ha una esperienza importante nel mondo del calcio e nella Robur, in altra posizione ben più importante rispetto ad allenare una squadra non propria per n. 4 partite? Ma le giovanili, ad esempio, non avrebbero bisogno di un supervisore da qui a fine stagione?

E passiamo a Voria. Il nostro amore per il giocatore è immenso, per la memoria che sempre avremo di gioie clamorose che lui (ed altri) ci hanno fatto vivere. E la finiamo qui, per non cadere nella retorica. Guardiamo invece l'uomo Voria, in funzione del suo ruolo ormai pluriennale all'interno del Siena, settore giovanile. Voria non ha mai risparmiato una stilla di sudore, ha sempre lottato di cuore, ha sempre difeso due colori che si è stampato sul petto. Queste persone non solo non si meritano trattamenti da ultima ruota del carro, anzi andrebbero fortemente valorizzate.

Anche perchè Voria fa parte di un gruppo ben nutrito, formato da individui altrettanto nobili, umanamente e professionalmente, ovvero gli allenatori delle squadre giovanili. Che da anni si stanno facendo il culo in mezzo a mille difficoltà, mille facce di merda da gestire (si parla di dirigenti societari), mille giramenti di coglioni, sui quali è sempre prevalso l'amore per il proprio "lavoro", per i ragazzi, per il Siena e per Siena. Per cui toccare Voria vuol dire toccare un gruppo di gente che alla fine, prima o poi, rischia di voltare il culo a tutti e mettere in ginocchio un settore sul quale l'emergenza ha particolarmente inciso.

Insomma cari Armeni, non c'avete capito un cazzo su tutti i punti di vista. Ed è grottesco Trabucchi quando dice che il tutto deriva da un misunderstanding e da una svista lessicale: meglio tacere. Di Cannella ci resta invece impressa la prima intervista di qualche tempo fa, che riassumiamo in una frase: "Il primo impatto con questo mercato di C non è il massimo per me. Non è il tipo di mercato cui sono abituato a fare". Al di là di un ripassino alla grammatica itagliana, direi che non si comincia benissimo...

4 commenti:

  1. Sic et simpliciter... Le cose stanno proprio così.. Purtroppo possiamo far ben poco

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  2. A pag.4 del n.18 del giornale "Sena Civitas" che mi arriva non so perché, c'è una vignetta che identifica benissimo chi vi hanno diventare...purtroppo

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  3. Ci mancava soltanto uno che si chiama Cannella… ma dove li trovano questi personaggi?
    Rubinetto

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  4. Siamo alla cannella del gassello.....

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