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mercoledì 12 giugno 2019

Danimarca: come si vince a sinistra

Qualche giorno fa si sono svolte le elezioni politiche nella lontana Danimarca. Ebbene sì, l'onda nera è stata fermata, ha vinto il Partito Socialdemocratico!
Incredibile, vero? Fascisti dappertutto, ma non in Danimarca. Dove, in realtà, il timore di un certo reflusso verso la profonda destra faceva anche paura, altro che... E allora, per contrastare questa tendenza e provare a vincere, cosa hanno fatto di così eccezionale i socialdemocratici? Semplice, hanno fatto cose di sinistra.
"Chiaro programma di sinistra" lo hanno definito i giornalisti che ancora si guadagnano da vivere senza vendersi al miglior offerente. Forte attenzione alla difesa dei diritti delle classi lavoratrici e del welfare i punti fondanti del progetto vittorioso. Sì, lo so... "welfare" e "classi lavoratrici" sono termini desueti dalle nostre parti, spazzati via dalla sinistra fucsia, benestante e liberal; anzi, sostituiti da termini demoniaci nella neolingua dominante, come "classi subalterne" e "debito pubblico". Eppure qui siamo in Danimarca, non nella vecchia e cara URSS. Eppure qui si tratta di socialdemocratici, non di puzzolenti marxisti.
Lasciamo la parola alla 41enne leader Mette Frederiksen, ma tenetevi forte, perché la botta è davvero forte: "Per me, sta diventando sempre più chiaro che il prezzo della globalizzazione non regolamentata, l'immigrazione di massa e la libera circolazione del lavoro sono pagati dalle classi inferiori". Oddio no... Già vedo qualche svenimento, molti di voi stanno abbandonando la lettura, altri indignati protestano... Ma per chi rimane, si certifica che non sta parlando Salvini, no. Insomma, per Mette è chiara l'evidenza, ovvero che questa globalizzazione non regolamentata porta alla cancellazione dei diritti dei lavoratori, esponendoli all'impatto di una forte e coatta immigrazione (deportazione, meglio) di massa, ed all'aumento esponenziale delle diseguaglianze, in una dantesca lotta infinita fra poveri.
Fallito il contratto sociale, lasciato libero il campo alle politiche iper-liberiste imposte da questa Europa di rettiliani, seguita la narrazione delle elite chic della sinistra arcobaleno, terminata ogni ipotesi di vittoria. Al contrario, la morale - ma lo vedrebbe anche un cieco - è che se la sinistra torna a parlare di cose di sinistra, di difesa delle classi più povere, di tutela dei diritti sociali (prima di tutto quello del lavoro), i voti tornano da dove sono scappati.
"Facciamo i conti con la realtà, ascoltiamo cosa ci dicono i cittadini", ha detto la Frederiksen. Quando mai succederà in Itaglia?
Crisi infine nel sistema embedded della comunicazione liberal. Molti giornalistoni, messi alle strette, dopo qualche giorno di sconcerto, hanno così artefatto la vicenda: "In Danimarca vince la sinistra facendo la destra". Neppure davanti all'evidenza, insomma, i nostri giornalai cambiano atteggiamento; ma si sa... quando si è pagati, si deve svolgere il lavoro per cui si chiappa lo stipendio. 

3 commenti:

  1. Problema:
    Come si fa a risolvere un problema globale con delle soluzioni nazionali nell’ambito di una unione sovranazionale?
    Soluzione: impossibile
    Comunque ti ricordo che in Danimarca la difesa dello stato sociale parte da una pressione fiscale del 51% che copre tutto, ma proprio tutto. Io sono uno di quelli per cui pagare le tasse è bello (Monti dixit mi pare), ma quanti siamo in Italia? Esiste una maggioranza di cittadini disposta a votare un aumento della pressione fiscale, per quanto compensata da un miglioramento dello stato sociale?
    Fa un po’ tu...
    AB

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    1. No no, aspe, aspe... Io non voglio risolvere alcun problema globale, anche perché la UE è roba che non si riforma. Io mettevo soltanto davanti agli occhi dei lettori un evidente fatto. Che poi sia successo in Danimarca invece che in Zimbabwe poco importa, l'importante è il fatto, ovvero che a fare la sinistra, la sinistra vince. So che non ti piace, da vero liberal liberista, ma è l'evidenza dei fatti. PS: io, da P.Iva, pagavo in epoca Renzi il 64% di tasse... Fa un po' tu...

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  2. Vaia vaia ab , meglio parlare colla mi fava , che con te , vai visto che ti garba amici miei , chiappa questa lapidaria sintesi mascettiana della tua decerebrata essenza di favalessa col tonchio globaltroiaio ryan air viagginirlandanatani bonintapioca
    E rivai in culo blinda

    manunta, nato all isolotto domicilio del conte mascetti.
    ad culibunt te debustis dalema e tutta la suola sfondata dello stivale italico lino banfi
    incluso.

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