FRASCATI - LE ZINGARE
Arrivati a Frascati, ci fermiamo ad una fraschetta per un aperitivo. Davanti a noi un gruppo di sei donne di varia età, dalle evidenti fattezze rom, che parlano a lungo con la affabile signora ritoccata padrona del locale, fino a quando qualcosa di strano succede: le rom si allontanano un po' incazzifottite e si sistemano a mangiare nella fraschetta dirimpetto. A fine aperitivo, per curiosità chiediamo alla padrona cosa fosse capitato. "So' zingare. Vengono qua, se mettono a sede', magnano e nun pagano. L'hanno già fatto qualche volta e lo fanno dappertutto, per cui ho chiesto che pagassero prima di consumare". "Ma ha chiamato la polizia?". "Certo, ma dicono che nun possono fa' niente. E poi queste se mettono a sbraita' in piazza e me dispiace per gli altri clienti". Aborriamo chiunque discrimini, ancor di più chi fa violenza a chi è "diverso" proprio perché è "diverso". Ma chiediamo: non è anche questa, nel suo piccolo, una violenza perpetrata a danno dell'esercente? In fondo, la signora rifatta tentava solo di tutelare il proprio lavoro e la propria clientela; e sapeva bene che qualcuno poteva approfittare di una sorta di indotta impunibilità per delinquere. Per un momento, mi sono messo io nei panni dell'esercente, magari sveglia fin dalla mattina, che tenta di svolgere al meglio il suo servizio per campare: cosa farei in casi simili? Non so, forse meglio non pensarci.
LAGO DI NEMI - LE NAVI DI CALIGOLA
Sulla riva del piccolo ma incantevole Lago di Nemi è sempre aperto il Museo delle Navi Romane, in riferimento alle due immense imbarcazioni che la storia vuole fatte costruire dall'imperatore Caligola e lì conservate fino al 1944 dopo un clamoroso ritrovamento con conseguente svuotamento del lago in epoca fascista. Nel '44 poi un incendio brucia i resti delle navi, dei quali oggi in pratica non resta niente. Cosa fossero ed a cosa servissero queste navi, lo si sta scoprendo poco a poco. Lunghe circa 80 metri (!) e larghe circa 30 metri (!), pare che fossero denominate "nave-tempio" e "nave-palazzo", con un tempio dedicato a Diana - il cui culto era venerato nel bosco che circonda il lago - montato su una ed un palazzo in cui Caligola ospitava i suoi ospiti sull'altra. Nate per rappresentazioni e rituali, pare che tuttavia non fossero le sole. L'architetto locale Di Benedetti sostiene difatti, anche su base di fonti orali tramandate per secoli, che nel lago, sotto metri di detriti, sia incagliata una terza poderosissima imbarcazione, lunga 120 metri (!) e larga 80 metri (!), la terza di una triade perfetta. Se ciò fosse vero, Nemi custodirebbe una delle scoperte più sensazionali nella storia dell'uomo, l'imbarcazione più grande mai esistita. Sarebbe stato individuato anche il luogo esatto in cui la nave giace stazzata e qualche piccolo pezzo sarebbe stato individuato dai sommozzatori. Lago di Nemi, luogo di grandi misteri, fra le navi di Caligola, il tempio di Diana, le fragole di bosco ed i molti avvistamenti UFO.
CASTELGANDOLFO - L'INCONTRO DEL PAPA CON GLI ALIENI
Alla metà degli anni '80 sul "Sun" appare una notizia clamorosa: nel 1961, nei sontuosi giardini della residenza pontificia di Castel Gandolfo, Papa Giovanni XXIII incontrò gli alieni, venuti ad incontrarlo su una navicella spaziale. Detta così, la cosa pare una enorme cazzata. Il problema sta nella fonte che poi confermò la notizia, dettata dal collaboratore personale di Roncalli, monsignor Loris Capovilla, che descrisse a chiare lettere l'incontro, durato circa venti minuti, in cui il Papa ebbe un colloquio con un "essere dall'aspetto assolutamente umano" circondato da luce abbagliante. Cosa si siano detti i due non lo si sa, ma il commento di Giovanni XXIII al termine sarebbe stato illuminante: "I figli di Dio sono dappertutto. Anche se volte abbiamo difficoltà a riconoscere i nostri stessi fratelli". Forse a stare a significare che questi esseri sono infiltrati fra la razza umana da millenni? E forse è proprio per questo spasmodico interesse dimostrato dalla Chiesa - in particolare dai gesuiti - verso il contatto con gli UFO che a Castel Gandolfo esiste un avanzatissimo osservatorio astronomico (Specola Romana, direttore padre Funes, gesuita argentino...), addirittura fondato nel 1774? Misteri su misteri, anche in questo caso, accompagnati da due certezze: la spettacolarità dei giardini pontifici da poco aperti al pubblico ed il perfetto business, a suon di 27 euro a cranio, che lo Stato Vaticano sta esercitando sulle visite alla residenza pontificia. Bene, bravi, bisse.
MONTE SORATTE - IL BUNKER
La pioggia ci scaccia dai Castelli Romani e ci costringe a trovare un divertissement al chiuso. Da tempo qualcuno di noi ha puntato il Monte Soratte, con le sue gallerie/bunker da quasi dieci anni in parte oggi visitabili. Il 12 maggio ricorre per l'appunto il 75ennale del bombardamento alleato sul monte con due stormi di B-17, che tentarono di distruggere il comando tedesco, installatosi nelle gallerie dentro alla montagna. Iniziate nel 1937 da Mussolini ma mai utilizzate dai fascisti come rifugio per i gerarchi in caso di evacuazione da Roma, nel settembre 1943 le gallerie divennero il quartier generale del Comando Supremo del Sud delle forze di occupazione tedesche in Italia, al comando del Feldmaresciallo Kesselring. Finita la guerra, per poco tempo furono utilizzate come deposito di armi dell'esercito, salvo poi riconvertirsi in parte in un bunker antiatomico negli anni '60 per volere della NATO, per accogliere le maggiori cariche governative nazionali in caso di esplosione di ordigni nucleari su Roma. Progetto mai entrato (meno male) in funzione, ma neppure mai completamente terminato, probabilmente perché erano finiti i soldi... Il tutto gestito ed organizzato da un gruppo nutrito di giovani di Sant'Oreste, paesello laziale attaccato al Soratte, che con grande tenacia ed anni di durissimo lavoro hanno recuperato parte delle gallerie, ora visitabili in un tour spettacolare. Altro ennesimo esempio di gente giovane che, in mancanza di soldi facili di una banca che a Sant'Oreste non è mai esistita, si sono rimboccati le maniche, hanno messo sul piatto idee e volontà ed hanno avviato un mostruoso lavoro di recupero della memoria del luogo e non solo. Bravi anche loro. Un po' meno bravi quelli che, in un borgo polveroso dove un tempo una banca dava soldi facili agli amici degli amici degli amici, ancora non si sono resi conto che a brevissimo dovranno emigrare a Londra a fare il cameriere a 5 pounds l'ora.
Guarda che sole
ch'è sortito Nannì
che profumo de rose
de garofani e pansè.
Come tutto un paradiso
li Castelli so' accosì.
Guarda Frascati
ch'è tutto un sorriso
'na delizia, n'amore,
'na bellezza da incanta'.
Lo vedi, ecco Marino
la sagra c'è dell'uva
fontane che danno vino
quant'abbondanza c'è.
Appresso vi è Genzano
cor pittoresco Albano
su viett'a diverti'
Nannì Nannì.
Là c'è l'Ariccia
più giù c'è Castello
ch'è davvero un goiello
co' quel lago da incanta'.
E de fravole 'n profumo
solo a Nemi poi senti'.
Sotto quel lago
un mistero ce sta
de Tibberio le navi
con l'antica civiltà.
So meyo de la sciampagna
li vini de 'ste vigne
ce fanno la cuccagna
dar tempo de Noè.
Li prati a tutto spiano
so' frutte, vigne e grano
s'annamo a mette lì
Nannì, Nannì.
È sera e già le stelle
te fanno un manto d'oro
e le velletranelle
se mettono a canta'
se sente 'no stornello
risponde un ritornello
che coro vie' a senti'
Nannì, Nannì.
("Nannì", F. Silvestri, 1926)
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