Mancano ancora una manciata di punti e la certezza della matematica (come direbbero quelli che hanno studiato giornalismo ad Urbino), ma quasi ci siamo. E noi poveri roburrini permalosi e rancorosi, saremo costretti a riprendere la macchinina e ripercorrere gli oltre 80 km di Cassia in direzione sud per raggiungere Piancastagnaio. Perché scrivo questo? Perché indipendentemente dal fatto che domani incontreremo la Carrarese e con quelle forti sono tutti buoni a giocarci contro (vedi l’Ajax contro la Juve...) a me fanno sempre più paura le piccole squadre. E siccome dubito fortemente che questa stagione potrà ancora riservarci qualche grassa soddisfazione in termini di successi e promozioni, sono già propenso a pensare al prossimo anno. Lo dico subito, almeno avrò quattro bei mesoni per ripetermi: dopo Gozzano, Arzachena e Albissola, se dovessimo perdere anche a Piancastagnaio non rimetterò mai più piede dentro ad uno stadio italiano nel quale giochi la Robur (discorso diverso per quelli europei, ma ne riparleremo quando faremo la Coppa Uefa). Passi perdere in Liguria o in Piemonte con paeselli di quattro case costruiti lungo una ferrovia o tirati a caso su una spiaggia ciottolosa e pertanto confinati tra le montagne ed il mare, rispetto ai quali la distanza attutisce il nervoso ed il passaparola - pur volando veloce di bocca in bocca - non ce la fa a raggiungere le nostre stanche orecchie. Ma volete mettere rimediare una figuraccia in provincia? Guardate che è un attimo far arrivare la notizia ai quattro angoli del nostro piccolo e confinato mondo. Da Piancastagnaio ad Abbadia San Salvatore ci vogliono cinque minuti. Basta un ragazzetto con lo scooter: dieci curve e sei in piazza a Badia. Poi da lì comincia la discesa: Gallina, San Quirico, Torrenieri, Buoconconvento. E giù risate! Sai che soddisfazione entrare in un bar a Ponte d’Arbia per sgranchirsi un po’ le gambe e bere qualcosa, avvolti nella sciarpa bianconera, e capire di essere stati preceduti dall’infausta novella? La barista che abbassa lo sguardo, gli omini che improvvisamente smettono di giocare a carte e rimangono col gobbo in mano e la bocca aperta e tre badanti dell'Est Europa mezze brille che guardano l’ennesimo pollo ottantenne da spellare con occhi languidi, incapaci però di proferire verbo nel loro dolce e musicale idioma.
Non lo nascondo, io, che ho giocato contro la Pianese per oltre quindici anni e c’ho sempre litigato, sia in casa che fuori, un po’ ci sformo. Ma badate bene, non è campanilismo o arroganza, è proprio un discorso squisitamente sportivo: spesso erano più forti e pertanto vincevano facile. E quelle poche volte che riuscivo ad impormi, era festa grande. Vincere a Piano per noi nativi di fine anni ’70 era un po’ come vincere col San Miniato: un evento sognato, ma difficile da avversarsi. Ed infatti spesso in classifica me li ritrovavo entrambi sopra. Ora, visto che dubito fortemente di ritrovarmi il San Miniato in Serie C, il mio problema si chiama Pianese. Sì ok, la trasferta di Serie D fu bellissima: tribuna piena, torpedone, pranzi, merende, gotti di vino come se l’indomani si spengesse il sole e tutti amici; ma se vi ricordate bene anche in quell’occasione manca poco si perde con Morgia espulso assiepato con noi in tribuna e Titone che pareggia verso la fine, riequilibrando un match che sembrava stregato. Ma era Serie D e ci sembrava tutta un’altra storia. Noi camminavamo con il colletto della Lacoste alzato, tipico dei pottini o di chi viene dalla Serie B (non è vero, ma spero renda l’idea) e pensavamo di trovarci in quel brutto purgatorio (Massimo Morgia portaci via da questa merda di categoria…) per caso o per dispetto degli dei. Loro invece già c’erano da anni, dopo averlo meritatamente sognato, sofferto e guadagnato. Soltanto che per loro quello era il paradiso, perché la prospettiva cambia in base al punto di osservazione. E la differenza di valori in quel pomeriggio si percepiva fin dal Prato delle Macinaie.
A distanza di qualche anno invece sarà tutto differente. La Pianese arriverà da parvenù in mondo diverso e distante dal suo mentre noi ci troveranno fermi immobili, impantanati nella palude di un torneo dispendioso e carissimo, dal quale non riusciamo proprio a venire via. "Ancora tu?", ci canteranno in coro parafrasando Battisti. E ricordando i bei tempi nei quali venivano al Rastrello per vedere la Serie A e la Serie B - e molti di loro erano anche abbonati - si sentiranno ancora più orgogliosi. Oh, francamente io farei lo stesso, anche perché tutte le volte che sono stato in trasferta contro le big, mi sono sempre visto come il piccolo David che tenta di sgambettare Golia (che dovrebbe essere un gigante biblico e non una caramella alla liquirizia, anche perché le caramelle non si sgambettano). Attenzione però, il mio ragionamento non vuole essere uno scherno alla Pianese. Tutt’altro: nelle mie vene scorre sangue amiatino, quindi un po’ mi sento coinvolto, anche se le mie umili origini vanno ricercate da altre parti. Quindi non prendetemi per superbo. La mia è soltanto un’amara riflessione sul mondo che gira mentre noi restiamo fermi, dopo le prime due stagioni di Serie C totalmente anonime, tre volte secondi lo scorso anno e un campionato attuale incerto e nebuloso (vi prego fatemi bugiardo!). E domani arriva la Carrarese.
Che dire, boh. Sono più avanti di noi in classifica, sono antipatici, forti e hanno un mister che molto probabilmente se avesse seduto nella nostra panchina ci avrebbe fatto fare gli stessi punti dell’Entella. Attenzione: non è un complimento a Baldini ma una critica a Mignani, che giorno dopo giorno sta diventando il mio nemico numero uno. Domani la Carrarese e fra un po’ la Pianese. Fanno rima, ma c’è poco da sorridere. E noi intanto fermi qui, a dire le stesse cose di sempre, con i nostri sogni infranti, le occasioni perdute ed il vino che oramai ha preso d’aceto. Volendo saremo ancora in tempo a dare un senso al nostro campionato. Ecco appunto: volendo…
Robur Siena - Carrarese: ma scusate un attimo: la partita era fissata per le 20.30. Perché è stata anticipata? Ma come mai mi dovete far andare di traverso anche la colombaccia con le mandorle, i canditi e l’anice? O che bisogno c’era di cambiare l’orario? Seguitate così, ma poi non vi lamentate se la gente va a vedere la Pianese. Tanto sono bianconeri anche loro, no? Nemmeno la sciarpa dobbiamo ricomprare…
Saluti, baci, cordialità e sempre (e nonostante tutto e tutti) forza Siena!
Robur Siena - Carrarese: ma scusate un attimo: la partita era fissata per le 20.30. Perché è stata anticipata? Ma come mai mi dovete far andare di traverso anche la colombaccia con le mandorle, i canditi e l’anice? O che bisogno c’era di cambiare l’orario? Seguitate così, ma poi non vi lamentate se la gente va a vedere la Pianese. Tanto sono bianconeri anche loro, no? Nemmeno la sciarpa dobbiamo ricomprare…
Saluti, baci, cordialità e sempre (e nonostante tutto e tutti) forza Siena!
Mirko

Mah, io tra Colle, Poggi, Sangi e tutto il Chianti preferisco di gran lunga la Pianese, quindi Forza Pianu!
RispondiEliminaAssolutamente d'accordo con te. Come ho scritto sopra, avendo origini vivaiole (Vivo d'Orcia)sono di fatto mezzo amiatino quindi non puoi immaginare quanto mi battesse il cuore quella domenica a Piano o tutte quelle estati durante le quali la Robur va in ritiro lassù in montagna. Anche perchè la parte sud della provincia, a differenza della parte nord, è sempre stata orgogliosamente 'senese' e non ha mai cercato di nasconderlo(vedi Poggibonsi).Spero che la Pianese in serie C sia di buon auspicio per la Rabur, ed il campionato del prossimo anno si possa concludere con lo stesso risultato di quello della serie D (noi promossi e loro salvi).
EliminaMirko
Stasera tutti a spellarsi le manine per la michi's band.
RispondiEliminaIn tribuna mi raccomando , zitti e imparare l'educazione.