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martedì 23 aprile 2019

Gotti Tedeschi, in amicizia GT

Chi scrive non è un grande appassionato della metodologia giornalistica de "Le Iene", programma di Mediaset (e già qui...) che mira a fare audience e stop, come tutta la finta comunicazione televisiva. E tuttavia la decina di minuti dell'intervista a Ettore Gotti Tedeschi  (da ora GT) va ben considerata, se si è del borgo polveroso.
L'intervento del santo banchiere di Pontenure era incastonato all'interno del ciclo di puntate che mira a riportare in luce il caso della morte di David Rossi. E tuttavia, essendo il personaggio per una volta incline alla chiacchiera facile (???), incalzato dalle domande di Monteleone, GT ha poco a poco esondato, parlando di tutto e di più, di "sistema senese" e soprattutto di IOR (parte che tralasciamo, ma che non fa altro che confermare l'esistenza di inquietanti tesi legate agli intrighi della corte papalina).
Già, perché GT è stato, fra l'altro, presidente dello IOR dal 2009 al 2012, con la mission esplicita di portare all'interno della banca vaticana quel minimo di trasparenza che si conviene appunto ad un istituto bancario, seppure assai sui generis. Che ci sia riuscito o meno, che abbia svolto con coscienza questo ruolo o meno, è un'altra storia.
Molte le notiziuole spifferate da GT, alcune delle quali oggettivamente inquietanti. Tante le volte soprattutto in cui si è tirato in ballo il giornalista Mino Pecorelli, assassinato in circostanze misteriose nel 1979, forse citato come monito per il troppo incalzante giornalista, o forse portato come reale esempio di colui il quale troppo sapeva (specificatamente ai legami fra IOR, mafia italiana e sudamericana e Democrazia Cristiana). Agghiacciante la risata satanica che fa da risposta alla domanda del giornalista secondo cui dentro il Vaticano si potrebbe anche commissionare un omicidio. Riascoltatela, guardate la faccia del nostro GT, lasciate da parte la mente razionale ed andate solo d'istinto: poi mi dite...
Siena è molto presente, ovviamente, nel racconto di GT. Abbiamo diviso le tematiche del ragionamento del banchiere, che arricchiscono la storia della morte di David Rossi di un'altra voce, più o meno credibile (a voi la scelta).
1) DAVID ROSSI
GT sostiene categoricamente di non conoscerlo, ma poi inizia a fare delle domande sibilline, quasi sarcastiche: "Ma è quello che si è buttato giù dalla finestra?", "Era quello delle relazioni pubbliche, no?", "Quella storia che girò allora dicendo che era omo, è vera?", "Anche il personaggio era abbastanza misterioso, no?", "Ma vale la pena fare una trasmissione su una cosa del genere?". E tutto ciò nonostante sulla scrivania di Rossi sia stato individuato un bigliettino con nome e telefono di GT stesso...
2) LA PRESUNTA TANGENTE
A proposito dell'ormai famosa notazione di polizia giudiziaria della GF - poi mai confermata - nella quale una fonte confidenziale riferiva di quattro conti correnti riconducibili a uomini di MPS e di una presunta tangente per l'acquisizione di Antonveneta passata dagli stessi conti accesi presso lo IOR, GT prima dice: "Credo che fosse vero". Poi afferma di non sapere se davvero i conti esistessero, ma nel caso fossero presenti, suppone che "son tangenti, mi pare evidente, avrà dovuto essere del denaro nero, perché...". Poi però ritratta in parte, deducendo che ciò sarebbe stato appurato dall'inchiesta della magistratura. Salvo poi chiosare: "Che ci siano è possibile, lì c'era di tutto". Una ricerca tuttavia sarebbe improduttiva, visto che dentro lo IOR "si possono cambiare i numeri dei conti in un minuto" (sic!).
3) MUSSARI
Secondo la ferma convinzione di GT, il boccoluto ex capoccetto della banca non avrebbe mai avuto l'intenzione di acquisire Antonveneta, ma di fonderla con MPS. Ciò non capitò solo per il netto rifiuto della Fondazione, che voleva mantenere fermo il controllo sulla banca. Mussari cioè subì l'operazione Antonveneta, avallata invece dalla Fondazione, che in una ipotesi di fusione avrebbe perso potere. "Cazzata spaventosa" inoltre l'ipotesi della candidatura di Mussari allo IOR. Mussari non sarebbe infine mai andato in Vaticano, perché operava per conto di altri, facenti parte di un "sistema senese". Per questo motivo, la proposta della sua presidenza all'ABI avrebbe rivestito solo carattere politico.
4) IL SISTEMA SIENA
Per capirlo, bisogna capire la città di Siena, che "non è una città che esprime democraticamente le sue visioni", sostiene GT. La politica cittadina, attraverso l'espressione del voto, controllava la banca attraverso la Fondazione. Tanto che fu proprio un uomo della Fondazione a parlare direttamente con Tarcisio Bertone per la questione Antonveneta.
Bè, carne al fuoco onestamente ne è stata messa tanta. Per lo più roba fritta e rifritta, che tuttavia la narrazione di regime ancora oggi fa fatica a riconoscere o a discutere. Il nostro GT, storicamente, è un gran bel volpone. Anche in questa intervista si conferma, attraverso il linguaggio del corpo, uomo che sa di sapere e di contare molto, che guarda il mondo dall'alto verso il basso (sebbene sia seduto all'inverso nei confronti dell'intervistatore), che sibila domande strane, con riferimenti precisi a fatti incresciosi, con il preciso rimando ad ipotesi di morte qualora si tocchino certi argomenti. Insomma, un complottista in piena regola, se scrivesse su Wiatutti. Ma che invece, per qualche anno, è stato seduto sa una poltrona dalla quale si rischia di comandare mezzo mondo...
Ah... riascoltatevi la sua risata... capirete molto. Forse anche della morte di David Rossi.

1 commento:

  1. Bravo Al , il linguaggio del corpo da sempre impressioni giuste , poi se uno vuole
    puo' studiarlo logicamente e farne un analisi a mente fredda, ma le impressioni immediate son sempre da tenere presenti.
    E' piu facile farsi ingannare dai discorsi ,e dalle relative elucubrazioni mentali
    che dall istinto.
    Manunta

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