Ordunque, la locandina del prode Quixote riconduce direttamente ad un classico del cinema, a quel capolavoro immortale chiamato "Il grande dittatore", in cui, in uno splendido bianco e nero, un magistrale Chaplin impersonava la figura del Dittatore, impegnato a giocare con le sorti dell'umanità. Tutti noi abbiamo sicuramente visto la scena in cui, nel segreto della propria dimora, il Dittatore ammira un mappamondo, lo lancia in area, lo palleggia, con lo sguardo a metà fra il satanico e l'innamorato. Questi fassisti senesi che hanno osato occupare le sedie del Potere del borgo polveroso, dopo innumerevoli anni di buon governo pdino, potrebbero benissimo essere accostati a quel dittatore, soprattutto in una figura centrale (mumble mumble...). E come il Grande Dittatore scherzava con le sorti del mondo, così - con una superbia di lesa maestà - qualcuno in questa Amministrazione gigioneggia con il mondo delle contrade, così sano e mai finora intaccato da interessi politici. Ma attenzione... il Grande Dittatore, chiamato Er Mossa, non è assolutamente solo nella locandina in oggetto. In una grande Piazza del Campo, spiccando nel grigiore generale, due figure appaiono nette. Capsula, l'immarcescibile, che spunta un po' dappertutto, in un loop di onnipresenza (cuccù) e quasi di onnipotenza. E poi lui, il Sig. Sobillotti, con il suo fascino da finto ingenuo, che appare in basso, defilato ma centralissimo, a ricordarci quanto sia merda tutto ciò che non è legato alla golden age di qualche tempo fa, con una filastrocca allucinata che declina il Verbo di sistema.
By Quixote, of course.
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