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venerdì 2 febbraio 2018

Cazzotti e codice penale

E così, un'altra piccola/grande pietra tombale sulla vita del Palio - ma soprattutto su quella dellle Contrade - è stata posta. Ci mancava anche che un giudice rifiutasse l'audizione di un Professore in tribunale...

Ebbene sì, Giuliano Catoni, uno dei più esperti ed attenti osservatori sul mondo della contrada, autore di molti e famosi libri in materia, ospite dei maggiori consessi in cui si parli di Siena e di tradizione, è stato inibito a deporre dal tribunale di Siena, in merito al processo ai 68 contradaioli passati a giudizio.
Il fatto è grave, a più livelli.
Anzitutto perché si impedisce un apporto di stampo storico ed accademico ai fatti giudicati (parliamo pertanto di un intervento di tipo scientifico, non di un contributo di un omìno che, passando di lì, ha lasciato andare un muglio senza senso).
Ma soprattutto perché non si ascolta una voce che avrebbe inquadrato il contesto in ciò che tutti noi conosciamo, ma che pare a questo punto non voglia essere accettato.
Piccini addirittura sostiene che il far passare i cazzotti come atto penale "è un fatto di violenza ancora più grave nei confronti di una civiltà". Affermazione pesante, ma che ha una propria dignità, se si vuol proseguire in questo discorso.
Di fatto, la tesi accusatoria si muove verso un assunto falso, nell'equiparazione del contradaiolo come una persona violenta, ma soprattutto, di rimando, non in grado di autoregolarsi. Il che è proprio l'esatto contrario di quando si ricorre al cazzotto, che è un momento di rendiconto duro (quello che la società omologata e fintamente moralista contemporanea proprio non vuol vedere) fra gruppi di persone pienamente consapevoli di quanto sta succedendo, nel rispetto delle regole d'ingaggio di un giochino sempre più lontano - se Dio vuole, da una parte - dalle gabbie comportamentali in cui siamo stati ridotti in questa società di merda.
In tutto questo, si noti la totale assenza della nostra Amministrazione, che avrebbe, insieme a gente di Catanzaro e di Colle val d'Elsa, anche qualche Senese al proprio interno. Niente, silenzio totale. Tanto che viene da pensare che cane non voglia mordere cane...
Se ne è accorto anche qualche grande giornalista, come il caposervizio della Nazione di Siena, Francesco Meucci, che afferma che "le Istituzioni non sono in grado di sostenere e tutelare le contrade". Vero, ma aggiungerei qualcosa.
Ricorderei ad esempio che il primo giornale in assoluto a mettere in rete i video dei famosi cazzotti fu proprio lo stesso giornale in cui lavora Meucci, nella sezione di Firenze.
Della serie: chi è senza peccato, scagli la prima pietra.

2 commenti:

  1. Invece di pensare ognuno per i cazzi suoi.............smettiamo di fare le sbandierate a questa gente.............smettiamo di andare in palco..............smettiamo anche di farlo il Palio.............le Contrade non hanno bisogno del Palio per esistere ma semmai è vero il contrario.
    QUANDO SARA' CAPACE DI DARE UN SEGNALE FORTE, DECISO E CIVILE QUESTA CITTA' DI MERDA?

    Gianluca

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  2. Vorrei che Gianluca avesse ragione, lo vorrei davvero, la realtà di oggi mi induce invece a pensare il contrario ovvero: per fortuna c'è il Palio altrimenti scomparirebbero anche le Contrade (dato che i territori sono per lo più deserti). Miserie della contemporaneità.
    Francesco

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