Il Siena recupera di mercoledì una partita che, visto il risultato, poteva anche evitare di giocare: 2-0 e palla al centro. S’è perso bene contro il Cuneo, temibilissima formazione di eccellenza piemontese. Hai detto il Borussia Dortmund (brutta parola, troppe consonanti e poche vocali).
Una delle cose che dovrò sicuramente fare prima di lasciare questo mondo ingiusto, ingrato e infame per imboccare il cammino verso i pascoli del cielo o le fiamme degli inferi, a seconda del destino che toccherà alla mia lisa e dannata anima di tifoso bianconero, sarà quella di scoprire il significato della definizione di "punteggio all’inglese" abbinata al risultato di 2 a 0.
Sono anni che mi chiedo il perché non ci possa limitare soltanto ad un telegrafico 2-0, evitando di aggiungere quell’odiosa precisazione. Come se fuori dall’Inghilterra, poi, tale risultato non si verificasse mai. A dirla tutta, io negli anni avrei anche cercato di approfondirlo questo argomento. Ma dopo aver sviscerato a fondo l’etimologia di "Zona Cesarini", "fare spogliatoio" e "appendere le scarpe al chiodo" ed essermi fatto una certa cultura su quale fosse la zona di competenza di tale Cesarini e aver capito che per fare spogliatoio s’intende tirare su un muro tra le docce degli ospiti e quelle dell’arbitro per attaccarci i chiodi col martello in modo da appenderci le scarpette, oltre non sono stato in grado di andare.
Eppure me lo ricordo Paolone Valenti, seduto alla sua scrivania di 90° Minuto, incastrato sotto l’immancabile 90 di cartongesso, mentre sollevava il suo telefono grigio per chiedere lumi circa il mancato collegamento con Giorgio Bubba da Genova.
Che bei tempi quelli là!
Quando la Robur giocava fuori casa, dato che per diversi anni ci capitò di finire nel girone centro meridionale, quello che nell’almanacco del calcio sarebbe suonato come C1 Girone B, l’unico modo per conoscere il risultato della partita era aspettare i risultati alle 18.15 su uno dei canali di stato. A volte, di rado in verità, capitava che il Siena venisse messo addirittura nella schedina del Totocalcio, meraviglioso gioco di scommesse organizzato da un Stato nel quale, al tempo, le scommesse sul calcio erano vietate. Totocalcio per il pallone e Totip per i cavalli. Anche se quest’ultimo concorso serviva anche per votare le canzoni del Festival di Sanremo, in modo da trasformare gli abitanti della penisola in una gigantesca giuria popolare, in grado di elevare a mito perle della musica leggera del calibro di "La mia moto" di Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti.
Ma a proposito di modi di dire, io già me lo immagino il Mirko del futuro che, tra trenta o quarant’anni, anziché perdere tempo a parlare di un ennesimo Siena-Cuneo 2-0 (pardon, andrà letto al contrario), si chiederà - infastidendo tutti i lettori di Wiatutti, che nel frattempo saranno diventati decine di milioni - il perché si dica ancora "ho fatto tredici", ignorando che tanto tempo prima significava aver azzeccato tutti e 13 i risultati della schedina. Si metteva: 1 per la vittoria della squadra locale, 2 per gli ospiti e X per il pareggio. Era davvero un'Italia migliore quella là, dove Lino Banfi sbancava al Bar dello Sport giocando il Catania vincente a Torino, con i sistemoni giocati in branco e le mille notti passate a pensare se l’Avellino avesse mai potuto pareggiare a Bologna. Certo, quell’Italia si sarebbe drammaticamente sfasciata contro tangentopoli prima e l’avvento dell’euro poi, ma la sensazione inebriante di vivere al di sopra delle proprie possibilità (e a Siena ne sappiamo qualcosa, anche in tempi molto più recenti...) indipendentemente dal ceto sociale di appartenenza, pensando che il futuro fosse veramente una palla di cannone accesa e noi lo stessimo quasi raggiungendo, deve essere stato meravigliosa. Nani, ballerine, partito socialista, yuppie e Milano da bere. In mezzo a tutto ciò, l’ottimismo nazionalpopolare di un mondo migliore, alimentato da un Mondiale da giocare in casa e dal sogno del montepremi domenicale da portarsi sotto il materasso. Che meraviglia leggere di miliardi e fare i conti in lire! Mia nonna ha continuato a farlo per anni, anche dopo il 2002: non mi hanno fermato i tedeschi, figuriamoci se lo farà l’euro, mi ripeteva. Aggiungendo poi: la mia moneta è la lira!
Adesso però non mi ricordo più cosa volevo scrivere. Come sempre ho divagato e, anziché parlare di Cuneo-Siena 2-0, partita fondamentale per il nostro campionato, da non perdere per nessun motivo ed invece malamente buttata alle ortiche (ma poi perché alle ortiche e non all’erba medica o alla gramigna?), mi sono ritrovato a blaterare di cose che nemmeno ricordo. Oddio, una cosa in verità la rammento bene: l’odore che c’era dentro al bar quando accompagnavo mio babbo a bollare la schedina: quel fumo stantio di MS morbide, misto a caffè tostato, farcito da leggere note di distillato di vinaccia scadente (malamente sgocciolato sul bancone), rendevano quel posto familiare, intimo, quasi domestico.
Ma a proposito di modi di dire, io già me lo immagino il Mirko del futuro che, tra trenta o quarant’anni, anziché perdere tempo a parlare di un ennesimo Siena-Cuneo 2-0 (pardon, andrà letto al contrario), si chiederà - infastidendo tutti i lettori di Wiatutti, che nel frattempo saranno diventati decine di milioni - il perché si dica ancora "ho fatto tredici", ignorando che tanto tempo prima significava aver azzeccato tutti e 13 i risultati della schedina. Si metteva: 1 per la vittoria della squadra locale, 2 per gli ospiti e X per il pareggio. Era davvero un'Italia migliore quella là, dove Lino Banfi sbancava al Bar dello Sport giocando il Catania vincente a Torino, con i sistemoni giocati in branco e le mille notti passate a pensare se l’Avellino avesse mai potuto pareggiare a Bologna. Certo, quell’Italia si sarebbe drammaticamente sfasciata contro tangentopoli prima e l’avvento dell’euro poi, ma la sensazione inebriante di vivere al di sopra delle proprie possibilità (e a Siena ne sappiamo qualcosa, anche in tempi molto più recenti...) indipendentemente dal ceto sociale di appartenenza, pensando che il futuro fosse veramente una palla di cannone accesa e noi lo stessimo quasi raggiungendo, deve essere stato meravigliosa. Nani, ballerine, partito socialista, yuppie e Milano da bere. In mezzo a tutto ciò, l’ottimismo nazionalpopolare di un mondo migliore, alimentato da un Mondiale da giocare in casa e dal sogno del montepremi domenicale da portarsi sotto il materasso. Che meraviglia leggere di miliardi e fare i conti in lire! Mia nonna ha continuato a farlo per anni, anche dopo il 2002: non mi hanno fermato i tedeschi, figuriamoci se lo farà l’euro, mi ripeteva. Aggiungendo poi: la mia moneta è la lira!
Adesso però non mi ricordo più cosa volevo scrivere. Come sempre ho divagato e, anziché parlare di Cuneo-Siena 2-0, partita fondamentale per il nostro campionato, da non perdere per nessun motivo ed invece malamente buttata alle ortiche (ma poi perché alle ortiche e non all’erba medica o alla gramigna?), mi sono ritrovato a blaterare di cose che nemmeno ricordo. Oddio, una cosa in verità la rammento bene: l’odore che c’era dentro al bar quando accompagnavo mio babbo a bollare la schedina: quel fumo stantio di MS morbide, misto a caffè tostato, farcito da leggere note di distillato di vinaccia scadente (malamente sgocciolato sul bancone), rendevano quel posto familiare, intimo, quasi domestico.
Ah, ecco di che parlavo: del 2-0 inteso come punteggio all’inglese. Ma adesso non ne ho più voglia ed è quasi finito il foglio. Quindi potrei anche mettere un punto e augurarvi Buon Natale. Oppure potrei cancellare tutti i brutti ricordi di questa nefasta giornata di recupero, dando un bel colpo di cimosa polverosa, come faceva il prof. di matematica con gli appunti lasciati sulla lavagna dall’insegnante dell’ora precedente e sproloquiare un po’ della Lucchese, che ci attenderà a braccia aperte sabato prossimo. Tuttavia, visto che il presente inutile pezzo potrebbe risultare vagamente venato di malinconico amarcord, vi chiedo, anche perché se non lo faccio va a finire che ci sto male fino a Santo Stefano: ve lo ricordate come ci piazzammo in campionato, l’ultima volta che perdemmo una partita di serie C, con il punteggio di 2-0, affrontando nel nord Italia il fanalino di coda della classifica, durante un turno infrasettimanale (mi pare fosse giovedì) a ridosso del Natale? Chi lo sa, non è bravo. Semplicemente comincia essere un po’ attempatello, come il sottoscritto. Io me lo ricordo bene, anche perché arrivai allo stadio che il Siena già perdeva 2-0. Il resto poi, col passare dei mesi, divenne prima storia e poi leggenda.
Cuneo - Siena 2-0: archiviare e ripartire alla svelta. Ma parecchio alla svelta. Altrimenti tutta la fatica fatta fino ad ora, a che cosa è servita?
Lucchese - Siena: giusto appunto.
Tutti uniti insieme avanzeremo.
Cuneo - Siena 2-0: archiviare e ripartire alla svelta. Ma parecchio alla svelta. Altrimenti tutta la fatica fatta fino ad ora, a che cosa è servita?
Lucchese - Siena: giusto appunto.
Tutti uniti insieme avanzeremo.
Mirko
1999-2000 Lecco-Siena 2-0 doppietta del centravanti mi sembra si chiamasse Morante
RispondiEliminaNo No: Lecco Siena ci fu ad Aprile; il 16 mi pare, ed era domenica.
EliminaSecondo me la partita era San Donà - Siena 2 a 0: 23 Dicembre 1999 - giovedì.
E come finimmo in classifica, beh.. quello lo sanno tutti!!