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giovedì 26 ottobre 2017

La filiera cortissima di Ernesto Campanini

In questo assoluto e, se permettete, anche un po' inquietante silenzio che sta dominando la folosa campagna elettorale (già iniziata da tempo, sappiatelo), nella più totale assenza di idee e di proposte concrete per migliorare la qualità della nostra vita quotidiana, una prima (e praticamente solitaria, appunto) misura applicabile viene da Ernesto Campanini.
"Ecco, lo sapevo... Tanto si sa che Ernesto ti garba".
Sì, Ernesto mi garba, come più volte pubblicamente qui scritto. E mi garbano soprattutto le idee di Ernesto, da uomo pragmatico quale sono. Perché, appunto, sono misurabili e ripetibili: in pratica, scientifiche.
Qualche giorno fa, sul proprio profilo FB e poi in tv, Campanini, facendo sponda sul festival "Siena Food Innovation", struttura una propria proposta di sviluppo economico-politico riguardo all'innovativo tema della relazione cibo-territorio e, più in generale, delle tematiche legate al mondo dell'agricoltura.
Oibò! Agricoltura???
Cioè quella cosa orribile che ci fa sporcare le mani, sudare, svegliarsi presto, produrre? Senza smartismo e bici elettriche da mettere in mostra? Ebbene sì, proprio essa, l'agricoltura!
Punto primo. Secondo Ernesto, il settore agricolo potrà diventare uno degli sbocchi lavorativi privilegiati nel nostro territorio, se chiaramente l'iter procedurale non si ridurrà a mero spottone pre-evento mangereccio, come da anni ci ha abituata la nostra brava (clap clap) Amministrazione.
Punto secondo. Bisogna, appunto, strutturarsi. Non solo sulla produzione, ma partendo dall'intera filiera coinvolta: formazione-produzione-vendita-commercio-servizio-consumo.
Punto terzo (che poi è quello che mi piace di più perché si inizia ad andare al sodo delle cose). Le modalità concrete prevedono, ad esempio, la nascita di un corso di laurea in Agraria e di un Istituto Alberghiero a Siena, due competenze che si bilanciano e si compenetrano, nell'ottica della strutturazione della filiera di cui sopra. Per creare indotto positivo per i residenti, gli utilizzatori finali locali ed anche stranieri (non quelli, per far capire, che stanno 3 ore 3 a Siena, con panino portato da casa, pisciata al barre, caffè, selfie in Piazza del Campo e via).
Punto quarto. L'obiettivo, alla fine, è quello di rinforzare la promozione di una filiera cortissima e di eccellenza, che incentivi la vendita del prodotto locale di reale qualità (andando in culo, aggiungerei, alla giungla della sottoproduzione della grande distribuzione). Attraverso iniziative non a spot ma soprattutto tramite mercati ortofrutticoli quotidiani, in zone facilmente accessibili.
Lavoro qualificato e redditizio per tutti, soprattutto per i più giovani. Che invece di praticare onanismo su colonnine elettriche, potrebbero forse anche riappropriarsi di un senso della vita che fa capire che il sudore della fronte non è vergogna, ma libertà.

4 commenti:

  1. Condivido questo messaggio di speranza, che deve essere il punto di ripartenza per Siena ma non solo. penso a tutti quei lavori, manuali che si sono persi nel tempo che i nostri giovani non si azzardano più a fare come:" idraulico, elettricista, manovale, muratore, carpentiere, falegname ecc. ecc." chi saranno i futuri impresari di domani? Rumeni? Albanesi? fate voi. Essere operaio, non è una colpa, non è una vergogna! Basta con la classica parola denigratoria che si usa tra amici "OPERAIO" il Comune, di concerto con Provincia, Regione e Stato deve fare buone leggi per incentivare e favorire l'assunzione e la formazione dei giovani, dando agevolazioni agli imprenditori, vigilando che i nostri giovani vengano fatti lavorare, come lavoratori e non come schiavi, senza diritti e con solo doveri!

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    1. Stracondivido. Ho la fortuna di lavorare a strettissimo contatto con piccoli artigiani tutto il giorno. Gente che si fa il culo, ma che è oberata da incombenze stile Spada di Damocle. Detto questo, urge anche un movimento da parte degli "operai" stessi: cioè la scelta consapevole di lavorare sulla produzione di alta qualità, il che significa soprattutto fornirsi di competenze specifiche e darsi una organizzazione che limiti al massimo gli sprechi e le spese inutili. Chi oggi non lo fa, è già defunto.

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  2. Economia circolare partendo dal primario (con o senza senza fattura).

    Un caso a caso: la canapa.
    Materia prima per tessile industriale, tessile sartoriale, bioedilizia, carta di qualità, filatura per stampanti 3D, gastronomia senza gastrite e pavimenti.
    Pulisce i campi (bonifica a costo zero) ed evita la rotazione delle colture.

    Fa da sola (basta la pioggia) e non inquina (la biomassa residua è utilizzabile in cippato).

    Per le interpretazioni che non vanno in fumo (ma sono solide realtà) aggiungo il lato compagnero. Nei campi si respira aria buona e si consumano calorie.

    Pensate alla vendemmia (è il tempo delle battute a raffica).

    Inutile ipotizzare le varianti ricreative sul tema (con il paesaggio e il patrimonio artistico a disposizione) : 3 ore non bastano per un tiro.
    In porta.

    E detto qui (siete superlativi) non c'è partita.

    Ancora complimenti (siete una boccata provvidenziale e necessaria).

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  3. Si, veramente un messaggio di speranza , da condividere..Campanini ha buone idee ed è persona seria..purtroppo tra avere idee e poterle realizzare da una posizione di estrema sinistra e in un contesto in cui si rifiutano a priori alleanze, risultando difficile per tale motivo andare a governare.

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