Inizia ufficialmente la stagione 2017-2018 attraverso la presentazione dello staff tecnico e soprattutto degli allenatori, due vecchie glorie che avranno a disposizione un'opportunità unica: riportare l'entusiasmo che conta nel borgo polveroso.
Operazione non facile, lo anticipiamo subito. E che solo per pochi pare essere la priorità (mia sensazione, ma può darsi che mi sbagli).
E allora analizziamola, questa presentazione.
La prima impressione è che la coppia Mignani-Vergassola, da allenatori, sia molto tesa ai fatti e poco propensa alle chiacchiere. Il carattere dei due lo conosciamo, serio e pragmatico come le vere teste dure liguri detengono. Mi è piaciuto soprattutto Mignani quando ha detto che allenare a Siena sia per lui un rischio calcolato, nella piena consapevolezza del contesto in cui sia capitato: bene, questo è un segnale importante e rassicurante, per certi versi. Probabilmente all'ambiente serviranno figure che si facciano carico della gestione di uno stress che potrà svilupparsi fra base e dirigenza, qualora non arrivino i risultati che questo anno si aspettano (non è un augurio, ma una triste deduzione), senza che rappresentino dei meri cuscinetti incaricati di fare da filtro fra due opposti poli concorrenti. Oppure potranno consistere, speriamo, in moderatori di entusiasmo qualora la squadra conduca un campionato di testa. Insomma, la misura, la calma e la serenità paiono le giuste prerogative comportamentali delle due vecchie bandiere, utili ad un ambiente storicamente votato alla polemica.
Non ci è piaciuto invece per niente il contesto della presentazione, improntata alla massima indeterminatezza soprattutto dal punto di vista sportivo. Qualcuno - Giulio Valenti - fra i giornalisti presenti ha finalmente rivolto la domanda delle domande: a quale obiettivo aspira per questa annata la Robur Siena? Domanda cui a mio avviso avrebbe dovuto rispondere il ggggiovane VP Trani, sempre molto loquace in altre situazioni, ma stavolta silente. Domanda cui invece ha risposto Mignani, di base rimandandola al mittente, con la solita frase fatta del tipo: "Ora non è il momento di pensare a queste cose, ma solo a far bene". Ok, solito disco rotto di tutti gli anni...
Ecco, non penso che sia vantaggioso per la società e per chi ci lavora continuare a non dichiarare preventivamente dove vorremmo andare e come vorremmo farlo. L'ambiente, stante il fallimentare campionato dell'anno passato, avrebbe al contrario bisogno fortemente di essere rivitalizzato, sia attraverso dichiarazioni decise, sia soprattutto con prove concrete, che nel mondo del calcio si chiamano "giocatori di categoria". Al momento in cui scriviamo, la Robur ha acquistato qualche giocatore che non conosciamo (e chiaramente di ciò facciamo il mea culpa) e che non può accendere l'entusiasmo delle folle. Più di qualcuno ha mandato il messaggio di provare a contattare qualche grande ex bianconero oggi probabilmente alla fine della carriera, ma pur sempre integro fisicamente. Oppure si potrebbe investire in giocatori sicuri per la categoria, in stile Marotta per intenderci, che potrebbero garantire un rendimento certo.
Ecco, forse questo oggi servirebbe. Una scossa, un sommovimento, una scrollata da una sensazione di estrema mediocrità, la stessa cioè che questo blog ebbe a segnalare in tempi non sospetti e per la quale fu subissato dalle critiche.
Speriamo stavolta davvero di sbagliarci, ma l'azzo parrebbe ancora poco b'ono... Tanto che, constatata l'ottima forma fisica dei due Mister, se avessero voglia di giocare una decina di minuti per uno a match, non ci dispiacerebbe per niente.
Meglio 10 minuti di Vergassola e Mignani quarantenni che 90 minuti di Saba Burrai Doninelli Castiglia Saric (che primo mi perdoni) ventenni
RispondiEliminaToccatemi tutto, ma non i miei Saba e Saric
EliminaMi raccomando la solita acefala corsa ad abbonarsi a prescindere e poi le,altrettanto solite,lamentazioni h24 fino a fine campionato.
RispondiEliminaOramai il cliché è questo...grossissimo problema di tante tifoserie dove abbondano gli spettatori ma mancano gli Ultra'.