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mercoledì 5 aprile 2017

I-M-P-R-E-N-D-I-T-O-R-E

C’era una volta una ridente (si fa per dire) cittadina toscana... antica, prestigiosa, tanto che si dice addirittura che una volta fosse una delle più ricche d’Italia.
 In questa cittadina si trovava un supermercato con un glorioso passato che ogni fine settimana, durante i giorni dedicati allo shopping, poteva contare addirittura tra gli 8.000 ed i 9.000 avventori. 
Era un supermercato prestigioso, in cui si potevano trovare le migliori marche d’Italia e del mondo.
I cittadini erano orgogliosissimi del loro splendido supermercato e, campanilisti com’erano, gonfiavano il petto all’idea che altre città provassero invidia ed ammirazione per una struttura commerciale così ricca di preziosissime merci e gestita da amabilissimi dipendenti che accoglievano i clienti con educazione e disponibilità.
Poi, purtroppo, alcuni imprenditori avventati o poco onesti che si erano succeduti nella proprietà del supermercato avevano rischiato di portare la prestigiosa attività al fallimento.
Tutto sembrava perduto ma, finalmente, giunse dal Nord una sconosciuta (ai più) IMPRENDITRICE, che offrì dei bei soldi per acquistare il supermercato promettendo che lo avrebbe riportato agli antichi fasti. Ed in effetti, dei bei soldi cambiarono di mano e la nuova GESTIONE IMPRENDITORIALE ebbe inizio.
Eh già, come è normale che sia in qualsiasi AZIONE IMPRENDITORIALE, tutto iniziò con un acquisto (si badi bene, né donazioni, né elemosine, né azioni pro bono, né pistole puntate alla testa… un acquisto). Un acquisto che vide dei bei soldi passare dalle mani di un IMPRENDITORE alle mani di un altro IMPRENDITORE (strano, ma nemmeno un centesimo finì nelle tasche dei cittadini... davvero originale, bisogna dire).
Appena insediata, la nuova proprietà ricevette subito numerosi consigli tra i quali: 1) mandare via tutto il personale che aveva lavorato sotto la vecchia proprietà; chissà, magari potevano remare contro, meglio evitare. 2) cambiare tutta la filosofia commerciale del supermercato: via le grandi marche, via i gingilli costosi, avanti i prodotti usati e scadenti.
Inizialmente le migliaia di clienti che avevano sempre frequentato il loro amato supermercato rimasero un po’ perplessi ed in effetti si registrò un certo calo di avventori. Si udì qualche mormorio di dissenso di alcuni pettegoli, subito rintuzzati da altri cittadini sull’onda del: "Dategli tempo… e che diamine! Cercate di accontentarvi, se 'un c’era lei il supermercato avrebbe chiuso per fallimento!”.
Comunque, nonostante i primi tentennamenti ed un notevole calo di clientela, si sperava e si mirava al prosieguo della stagione, tutti augurandosi (nordica IMPRENDITRICE compresa) che le cose sarebbero migliorate.
Promesse non se ne facevano, troppo rischioso in una situazione così delicata, ma si dichiarava di lavorare al meglio e di avere pazienza e rispetto per chi si impegnava ogni giorno per il futuro del supermercato.
Passarono i mesi e sugli scaffali c’era merce sempre più scadente, le scorte non venivano rinnovate, il nuovo staff si dimostrava incompetente ed anche piuttosto scortese con il pubblico.
I cittadini, sconsolati, cominciarono a mormorare, sempre più scontenti della nuova proprietà. L’afflusso di clientela si ridusse drasticamente tanto quanto invece si sollevavano le critiche educate prima e sempre più veementi ed arrabbiate poi.
Il supermercato appariva semi-deserto, gli scaffali impolverati, le merci di dubbia origine e di scarsissima qualità; insomma, un vero DISASTRO IMPRENDITORIALE.
I fine settimana erano poi di una tristezza inaudita.
La città mormorava sempre più ad alta voce, dai commenti sussurrati si passò alle urla, alle offese ed alle male parole. I cittadini erano indignati! Il loro bellissimo supermercato era ridotto ad una bancarella portuale! La maggioranza dei cittadini esigeva che la nuova proprietà riportasse il supermercato alla dignità che meritava o che vendesse il tutto ad altro IMPRENDITORE, più capace e innamorato della città.
Nel commercio e nell’impresa si dice che "il cliente ha sempre ragione"… soprattutto se si lamenta e non viene più nel tuo negozio.
Dunque, un IMPRENDITORE capace che fa a questo punto?
Esamina la situazione e vede che: 1) ha comprato ad altissimo valore un’impresa che sta paurosamente perdendo proprio quel valore. 2) le merci usate acquistate non funzionano e nessuno le comprerà. 3) i clienti che prima erano affezionatissimi stanno scomparendo.
Un disastro! Direbbe qualsiasi IMPRENDITORE che sappia fare il suo mestiere. Un DISASTRO IMPRENDITORIALE, al quale va posto al più presto un rimedio: migliorare i locali, migliorare le merci, cambiare lo staff (evidentemente incapace), fare belle promozioni ed operazioni simpatia atte ad attirare nuovamente la clientela.
E invece? …che accade?
L’IMPRENDITRICE che ha acquistato un’azienda si scaglia contro i cittadini rinfacciando loro di averci messo i soldi (o bada te che ora le aziende le regalano!), soldi veri, eh! E non solo, si dice addirittura stanca di tutte le critiche che sta ricevendo, che Loro stanno lavorando, che Loro sono una squadra di cui Lei è il capo assoluto e che non accetta che i cittadini (ovvero i clienti che pagano le merci che comprano) si lamentino, la offendano, la critichino. Ma come osano!
Giunge addirittura a dire che andrà avanti anche da sola (e ci chiediamo noi: "Ma è pazza o ci fa? A chi la vende la merce se tratta così i suoi clienti?).
Insomma, con la ormai nota IMPRENDITRICE DEL NORD abbiamo scoperto che secoli di regole del buon commercio non hanno alcun senso! I clienti non hanno nessun diritto di criticare o di lamentarsi, i clienti devono comprare e zitti!
"Mi scusi sa, ma questa camicia ha uno strappo nella manica".
"LA PAGHI E NON ROMPA TANTO I COGLIONI, CHE IO QUI C’HO MESSO SOLDI BONI, SOLDI VERI… CHIARO?!".
"Mi scusi sa, ma Lei è proprio maleducata… io pago e vorrei un prodotto buono, non uno scarto".
"NON ACCETTO! NON ACCETTO CHE LEI MI OFFENDA! QUI NOI LAVORIAMO, HA CAPITO?! NOI L A V O R I A M O! SE VOLEVA DELLE CAMICIE MIGLIORI LO DOVEVA COMPRARE LEI QUESTO SUPERMERCATO E INVECE L’HO COMPRATO IO, CON I MIEI SOLDINI, TANTI SOLDINI. ORA... O LEI COMPRA (E SENZA LAMENTARSI), O SE NE VA! IO SONO STANCA! LE SUE CRITICHE… NON LE ACCETTO! NON LE ACCETTO! NON LE ACCETTO!".
Morale della favola: sono sicuro che le aziende di tutto il mondo non c’hanno capito nulla e che questo è il vero e giusto modo di fare gli IMPRENDITORI! Basta con tutto questo buonismo, basta con questa gente che cerca di accontentare i clienti e magari anche educatamente. Fate come Lei e vedrete che i supermercati di tutto il mondo saranno pieni zeppi di clienti ansiosi di comprare qualsiasi cosa.
Finalmente un vero IMPRENDITORE! Uno che non le manda a dire, un IMPRENDITORE con le palle!
Mi raccomando… la prossima volta che andate alla Coppe, chiedete in ginocchio di essere maltrattati e poi andate pure in giro a testimoniare che finalmente avete incontrato gente con le palle che si è annoiata dei clienti incontentabili. E, naturalmente, se trovate della merce scadente o danneggiata, non osate protestare, sarebbe da incontentabili!
E ricordatevi sempre, è successo un fatto fantascientifico, quantistico direi: nella nostra città è addirittura accaduto che per possedere un’azienda la si sia dovuta COMPRARE PAGANDOLA CON SOLDI VERI!
Pazzesco!

Quixote

13 commenti:

  1. 1-Il pensionato(nativo del COMUNE DI CASTELNUOVO B.GA)che aveva detto smetteva ed invece continua ad andà in trasferta.

    2-L'UOMO CHIAMATO BANDERUOLA.

    3-Il "fine cervello"dei diversamente bianchi(Balotelli-Jawo).

    4-Il motivo del dimagrimento di Annona.

    5-Quale partita COMPRARE(con 20000)per salvarsi.

    Uno che sa.

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  2. IL GRANDE GIOCO DELLE SOMIGLIANZE

    Dalle foto che il PENSIONATO BAFFUTO(a proposito,ma lo paga il biglietto o entra aggratisse)che dava del tu a Peppenduja,si nota in tribuna accanto alla portuale(ex lavapiatti,per la gioia di noi classisti)il sosia secco di Genny Savastano in Gomorra.
    Segnalo un sobrio taglio alla Moichana(come giustappunto sfoggia l'ottimo Genny nella serie tv)che ipotizzo gli abbia "scolpito"Teo lo Showman,nel suo atelier del Casato di Sotto.

    MmmmmmBEIIIIIII x loro!!

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  3. Grande Quixote...parabola chiara e significativa che spiega i fatti del passato e del presente...ma per il futuro ? Io aspetto il nuovo grande, ricco , saggio imprenditore che alcuni nella cittadina dicono di conoscere ma è sconosciuto ai più.....comunque bel pezzo...

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    1. Lo sanno anche i muri:si chiama MASSIMO MACCHI.
      Ah,detto per inciso,con i soldi che costa sta squadretta di parrocchia paesana(con i chiodi fatti si arriva a 5 milioncini...)io ci comprerei una squadra di serie B.
      E,ridetto fra noi,credo che l'affare non andrà MAI in porto ma intanto eccoti il nome(se il gestore del blog mi pubblica il post).

      Uno che sa(parecchio + di quell'altri).

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    2. Salve Giacomone... a dire il vero a me, al momento, potrebbe anche bastare che cosa significhi fare IMPRESA in un settore che si chiama, giustappunto INDUSTRIA DEL CALCIO.
      Poi, se arriva qualche nuovo imprenditore mi aspetterò che capisca esattamente la stessa cosa e si comporti di conseguenza:
      Un MONDO NORMALE via...

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    3. X Uno che sa (parecchio + di quell'altri): il gestore pubblica tutto, tranne quello che gli potrebbe causare grattacapi da un punto di vista giuridico.

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    4. Niente grattacapi giuridici..te c'hai un avvocato vero, mica come la padrona del supermercato.
      Ala Destra

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    1. Lo so. Ma il pezzo in questione è di Quixote (meno incantevole)

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  5. Grazie mille anonimo che sa più di quegli altri !!! Nessuno me lo voleva dire..sarebbe Massimo Macchi, ex presidente di Mosaicon ( Mandarina duck)e poi amministratore delegato di Maison Borbonese marchio di lusso...era l'ora ..ora son contento..spero sia lui...c'è anche un Massimo Macchi che fa lo psicologo..farebbe comodo ma non avrebbe soldi abbastanza.

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  6. Non avevo letto il finale : l'affare non andrà mai in porto !!! Allora come nome si poteva scegliere anche L'emiro del Kuvait o il sultano di Abu Dabi...

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    1. È una mia personalissima interpretazione,Giacomone.

      Non credo MAI ai lieto fine ma....aspettiamo intanto che faccia outing e poi che il Tribunale delle Imprese si pronunci.

      Essendo in Italia,mi aspetterei una soluzione all'acqua di rose che contenti Mele e Durio allo stesso tempo.

      Uno che sa (parecchio più di quell'altri).

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