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mercoledì 4 gennaio 2017

Ciao Paolo

È andata proprio come non doveva andare.
Se n'è andato un altro compagno di viaggio, uno di quelli veri, di quelli sui quali potevi fare affidamento. Sempre.

In questo articolo non voglio scadere nella retorica. Ma voglio che resti ai posteri un'immagine mia di Paolo, che possa far capire cosa mai lui rappresentasse per noi, tifosi semplici.
Nelle innumerevoli volte in cui qualcosa non andava, Paolo era un mio riferimento fisso. Uno da contattare per stare meglio. E di stare meglio succedeva sempre, ma senza che lui dovesse convincerti di niente. Anzi. Il carattere schivo e non certo da imbonitore lo poneva al di sopra di ogni sospetto. La parola sua era il Verbo, per un tifoso della Robur, forse anche perchè storicamente inserita in un percorso di chi su quei gradoni c'era sempre stato. E probabilmente anche per questo era ben voluto da tutti. Un sorriso, una mezza frase, un ammiccamento, una sua contro-domanda servivano a smussare i dubbi e ripartire, spesso pensando: "Ma sì, se l'ha detto Paolo, allora andrà tutto bene".
Insomma, se ne va una Guida per tutti noi, che ha saputo condurre generazioni di tifosi col sorriso sulle labbra e senza recriminazioni, dimostrando che si può fare se si ha voglia di fare.
Ieri ha lasciato questo transito terrestre, con un ultimo saluto degno delle persone che l'animo popolare di questa città sa ancora produrre.
Ora sta a noi ricordarlo per ciò che era: una persona eccezionale.
Che un moto spontaneo dei tifosi bianconeri ha voluto ricordare fino in fondo, con una raccolta fondi che si garantisce a chi ti ha fatto solo del bene. Niente collette, pertanto. Niente aiuti per la famiglia. Chi scrive così non sa, non capisce, è fuori dal mondo, non può avere neppure la mia minima considerazione.
A Paolo è stato tributato un saluto da Re, perchè era - e sarà sempre - un nostro Re.

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