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domenica 11 dicembre 2016

Cos'altro c'è da scrivere?

Certo che se la Robur continua a giocare ogni tre ore, trovare qualcosa di nuovo da scrivere diventa sempre più difficile.
Domani (oggi per chi legge), subito dopo pranzo giocheremo contro l’Olbia e di cose da dire non è che ce ne siano poi tantissime.
Pensando alla Sardegna avrei preferito di gran lunga affrontare il Cagliari, anche perché avrebbe significato essere di nuovo in serie A, ma dato che c’hanno insegnato che nella vita bisogna sempre sapersi accontentare, non protesteremo. Anche perché, se avessimo giocato conto l’Arzachena, molto probabilmente sarebbe stato parecchio parecchio peggio.
Certo potremo parlare di Mignani (capitano, mio capitano) che torna a Siena da avversario, ma molto probabilmente c’hanno già pensato i Fedelissimi sul loro sito, quindi rischieremo soltanto di essere poco originali. E allora, di che si parla? Del Chapeconas e della brutta fine che ha fatto ne hanno già scritto a lungo in ogni parte del mondo. Parlarne adesso sarebbe soltanto un modo per dire cose vecchie con parole nuove.
E poi noi della Robur, non abbiamo fatto forse una fine simile? Guardate che, senza pensare minimamente di essere blasfemi e pregando Dio (o chi per lui) affinchè i morti della tragedia possano riposare in pace, anche noi ci siamo addormentati una bella sera di maggio con la squadra in serie A ed in piena corsa per la finale di Coppa Italia, per poi risvegliarci dopo un anno senza più niente in mano. Se togliamo i morti e non consideriamo che la nostra è stata un’agonia un pizzico piu’ lenta, di analogie ne possiamo trovare a bizzeffe. Loro arrivavano dalla serie D e noi la C2 l’avevamo sfiorata nel 1999, salvati nello spareggio contro il Saronno soltanto dal miglior piazzamento in campionato. Mister Mignani mi pare Lei ci fosse quella sera, quindi potrebbe confermare. Loro in quattro anni sono arrivati in serie A, noi idem. Loro erano pronti per giocarsi la semifinale di una coppa continentale e noi? Noi no, qui siamo diversi. Perché loro, squadra sconosciuta di una città sperduta di qualche angolo anonimo di una nazione del terzo mondo (vale ancora questa nomenclatura o è soltanto un retaggio da scuola elementare anni '80?) hanno saputo investire, crescere e diventare grandi, noi invece siamo stati bravi a spendere anche i debiti e niente piu’. Ed il risultato è sotto gli occhi di tutti. Diciamoci la verità: con i soldi che ci siamo mangiati negli anni buoni, altro che Coppa Uefa potevamo vincere... Ed invece, siamo qui a parlare di Olbia.
Che poi, come disse qualcuno, di che vi lamentate? “Siete tornati da dove venivate’’. Ok, ma se ciò fosse vero fino in fondo, vorrei poter replicare che noi veniamo da San Siro e lì vorremmo tornare. Sognare non costa niente, ahimè. Ma questi purtroppo sono soltanto discorsi da ozioso sabato sera, allietato magari da una bottiglia di Franciacorta – di quelle con le bolle grandi grandi che ti fanno fare gli occhioni - e dalla corrente che salta di continuo. Per forza, se si accende contemporaneamente il phon, tre televisioni, la lavastoviglie e l’asciugatrice, nemmeno una piccola Chernobyl in giardino riuscirebbe a soddisfare tutto il fabbisogno di corrente. 
Impugno il telecomando e faccio un po’ di zapping. Metto 201 per vedere chi gioca su Sky. Madonnina santa, c’è Samp – Lazio. Perplesso, mi chiedo perché seguito a pagare l’abbonamento. Però via, quasi quasi smetto di digitare parole a caso sulla tastiera assurda nel mio notebook – che avendolo comprato di seconda mano da un inglese, non ha i tasti con le vocali accentate - e mi metto a guardare la serie A. Per chi tifo? Oddio, entrambe le squadre non mi dicono nulla. Dopo un po’ di tentennamenti, decido di tifare Lazio, ma soltanto per via delle strepitose fiammate che prendevano tutte le volte che salivano a Siena. E poi tra Immobile e mister SanPaolo, scelgo il primo a vita. A Istanbul nel frattempo hanno fatto scoppiare una bomba vicino allo stadio del Besiktas. Che brutte persone stiamo diventando. Tutti eh, nessuno escluso. Senza distinzione di sesso, di razza o di religione. 
Ma allora, per finire 'sto pezzo, di che si scrive? Cerchiamo un attimo di fare il punto della situazione. Nell’ultima settimana abbiamo parlato di amarcord dei tempi buoni, dell’omino dei manifesti, di fantasmi con gli occhi azzurri e di bar e Campari. Cos’altro c’è da dire? Poco. Si vince fuori e si perde in casa. Boh, sembriamo strulli! Facciamo una cosa, non vi annoio piu’ e la finisco qui. Buona notte (o buon giorno) a tutti. E forza Robur come sempre. A questo giro mi sono anche scordato di citare una canzone, vorrà dire che nel prossimo pezzo ne inserirò almeno un paio. Ribuona notte o ribuon giorno.

Siena – Olbia: dopo la vittoria di Viterbo, un pensiero assurdo si fa largo nelle nostre teste. Siamo sotto Natale e chiedere un regalo all’unico babbone che c’è rimasto non costa niente. Guardando la classifica potremo anche cominciare ad abituarci all’idea di un qualcosa di piu’ che una salvezzina ina ina. Farà strano giocare contro il grande Mignani. Chissà, magari un giorno saremo di nuovo dalla stessa parte, come ai vecchi tempi. E allora, sono certo, ne vedremo ancora delle belle. Come quella freddissima sera di gennaio di tanti anni fa, in cui un suo goal alla Triestina al quarto (4, come il numero di maglia) minuto del primo tempo ci spianò la strada verso il paradiso della seria A! Grazie ancora capitano!

Tutti insieme uniti avanzeremo.



Mirko

11 commenti:

  1. Tetteh e Kulò(ehm... Koukò)
    la vittoria nociva con la Viterbese
    la contestazione a Lippi e Conte
    l ammonizione di Marotta
    il silenzio stampa(bis) di bomber Trani



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  2. ..RischiereMMo..
    ..Chapecoense..
    Comunque paesi in via di sviluppo sarebbe una definizione più appropriata forse,considerando che il Brasile è una delle 5 superpotenze economiche in espansione.. (BRICS...non è un formato di estathé).
    KouKO invece è della Costa D'Avorio,quello è terzo mondo...e sarebbe stato meglio ci fosse rimasto!!
    Per finire..di canzoni non ne citi da un po'...e dell'attacco articolo in stile De Amicis per una volta se n'è fatto a meno senza soffrire troppo. Avanti che di cazzate se ne sentono già troppe in questo periodo.

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    1. Ma lo sai che hai proprio ragione a farmi notare gli errori? Potrei dare la colpa al Franciacorta, ed invece no. In qualità di (tutto) somaro, passerò il pomeriggio in castigo dietro alla lavagna. Se vuoi per le prossime volte butto giù qualcosa e te lo mando in anteprima, almeno mi potrai correggere con calma, evitando così di soffrire troppo nel leggere Wiatutti. Ok? Terzo mondo non va bene (però ne parlava sempre la maestra Maria Luisa), ma Brics sa troppo di nome da Boy Band. :-)
      Mirko

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    2. Bella idea! Facciamo così... Mirko mi invia il pezzo, io non lo apro nemmeno e si aspetta che Nina (?) ci dica se va bene. Attendo istruzioni.

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    3. Mea culpa..mi perdo sempre nella speranza si percepisca la mia ironia e puntualmente sbaglio. E poi dicono che sbagliando si impari.
      Non succederà più (che torni alle tre)
      Nina (feticista dell'ultima parola)

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    4. Ah aaaaaaaaah, allora eri te!
      Si percepisce, si percepisce... Anche perchè qui dentro non si prende sul serio nessuno, quindi che risucceda.

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    5. Nina, non smettere, non smettere. Anzi, un tuo commento ad ogni mio "cervellotico elaborato" sarà sempre gradito. Mi piace proprio quando qualcuno definisce le cose assurde che scrivo “articoli” o “pezzi” anche se "articolo" (31??) mi sa di 'il, lo, la, i, gli, le, un uno,una' e "pezzo" invece mi ricorda il meccanico. E qui, di motori se ne intendeva soltanto "quel gran genio del mio amico", quello che "con un cacciavite in mano, fa (ceva) miracoli".
      Certo, se poi si riappalessase ogni tanto anche El Cinico, avremo finalmente riunito tutta la famiglia!
      Mirko (molto dubbioso di cosa proporre rispetto alla partita di ieri).

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    6. El Cinico riapparirà solo quando Nina GLIELA darà!

      El CinicONANISTA.

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  3. a Siena tv lo hanno chiamato tette lol

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