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martedì 25 ottobre 2016

La aurea mediocritas duriana

Si premette che questo articolo sarebbe uscito indipendentemente dalla netta sconfitta contro il Piacenza, che tuttavia, in un certo senso, non fa altro che rafforzare l'idea che ne sta alla base.


Idea che andiamo immediatamente ad enunciare: ci pare che la linea di transito della gestione Durio, che ora è arrivata a quasi due mesi dal pieno insediamento, sia proiettata verso ciò che non volevamo accadesse, verso cioè una normalizzazione che non ci può fare altro che male.
Wiatutti da anni (ed effettivamente da quando è nato) sta tentando di far capire che mai bisogna accontentarsi, che sempre bisogna essere ambiziosi nella giusta maniera e che di continuo bisogna alzare l'asticella, sia delle pretese che delle relative prestazioni. A noi cioè piace molto poco il progresso fine a se stesso, ma molto l'evoluzione, soprattutto delle coscienze. Perchè è stato evidentemente dimostrato che quando si abbassa la qualità della richiesta, altri se ne approfittano e da lì in poi diventa difficilissimo riconquistare una posizione di eccellenza.
L'era Durio è iniziata con grandi proclami - che in realtà vengono enunciati fin dal 2 febbraio - in gran parte già decaduti prima dell'insedimento ufficiale (vedi Morgia, il suo gruppo tecnico e la sua conduzione dell'area sportiva), che ad oggi non vedono alcun tipo di accenno di sviluppo. Tutti noi capiamo benissimo che costruire un centro sportivo sia impegno gravoso e lungo, ovvero che organizzare un settore giovanile come Dio comanda necessiti di tempo ed energia; ma ci pare che proprio ad oggi non si parli neppure di un progetto, di un disegno, di un avvio di attività, seppur teorico.
Attendiamo sempre che qualcuno ci delinei il "progetto pluriennale" sbandierato dalla Sig.ra Durio in ambito societario. Attendiamo anche che qualcuno ci dica chiaramente a cosa punti questa squadra sul rettangolo di giuoco, sebbene molti di noi lo abbiano già intuito. Attendiamo che qualcuno ci chiarisca se questa società punti ad andare di sopra ed in quanti anni; ovvero, se si decida o se capiti di stazionare per un po' in Lega Pro (tocchiamoci, ma ci può stare...), con quali denari ci si possa mantenere in modo dignitoso, cioè quanto sia il budget di spesa dell'annata e delle annate successive.
Non mi paiono schiribizzi impertinenti, mi sembrano al contrario domande - non voglio chiamarle pretese - che un tifoso normale debba rivolgere alla proprietà e da essa debba pretendere una risposta pertinente. Un po' come quando in azienda si presenta il business plan, con relativi budget e target: operazioni ormai normalissime ai nostri tempi.
Eppure le parole dell'allora autonominato neo DG Alessandra Amato (09/02/2016) auspicavano "un programma di trasparenza, collaborazione e informazione corretta". Boh, forse io mi son perso qualche passaggio, sicuramente tante informazioni non mi arrivano, essendo da sempre un tifoso semplicissimo, ma ad oggi io non vedo niente di quanto ipotizzato al tempo da Durio e Trani.
Scorgo, al contrario, un atteggiamento di aurea mediocritas, che, nel mondo contemporaneo, non paga mai. Lo "stay hungry, stay foolish" di jobsiana memoria pare proprio non appartenga all'ambiente duriano, dove la follia sta tutta nella testa di un ventenne, che per evidenti limiti di età rischia proprio di non poterla ben gestire (vedi le "mattate" domenicali in tribuna, che lasciano molto il tempo che trovano e che a lungo andare potrebbero rivelarsi assai dannose).
L'invito cioè è quello di non accontentarsi, di circondarsi di persone capaci, ambiziose e dal curriculum importante, di uscire definitivamente dal mito del Giana Erminio o del Rapallo Bogliasco, di avere riferimenti "alti". Il che non vuol dire strafare, ma vuol dire azzardare, appassionarsi, rischiare. Vuol dire cavalcare l'onda dell'entusiasmo che ha travolto un intero stadio per una rete al 95° minuto in un derby sentito e non averne paura (capito Colella?), vuol dire riguardarsi qualche immagine degli occhi della tigre di Paolo De Luca, vuol dire sottrarsi a quella comfort zone che si è creata intorno alla proprietà, che sa di artificioso e di poco stabile.
Non so se la Durio non può o non vuole, non so se l'ombra di Mele si innalzi minacciosa alle spalle (ma non credo, se si pensa, come da sempre si sente dire, di avere tutte le ragioni del caso in quella che potrebbe essere una querelle che durerà per molto), non so se si tratti di una scelta ragionata, ma noi così non vogliamo stare.
Vogliamo sognare e tornare a dire che, quando sogniamo noi, per gli altri son cazzi amari.

5 commenti:

  1. Mi dicono di un maxcicci scatenato stasera a teste di calcio. Mi sa che il sondaggio è da leggere in tal senso.

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  2. Scusi signor Almutanabbi ma non sono daccordo.
    1) Anna ha messo 2 milioni di euri;
    2) Al cambio ufficiale sono quasi 2 milioni di dollari;
    3) Anna è più bella di Ponte e Mele messi insieme;
    4) Annaaaaaaaa;
    5) Nella scarpata della Mens Sana avremo finalmentre una bella lavanderia;
    6) Il figlio di Anna è un esperto di calcio.

    Senesino Cucciolino

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  3. Le pecore si contano sempre a maggio.e così passati tre anni e sei mesi possiamo cominciare a tirare la rete dei pesci. Qualche spigola e parecchie boghe e carassi.purtroppo, e lo dico con rammarico di chi credeva e sperava , l'articolo in gran parte e' stato aimé profetico in molte parti. Era meglio non lo fosse stato e forse oggi vivevamo un rapporto più sereno e magari proficuo.

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    1. Concordo. Avrei preferito essere sfanculato per essere andato di sopra.

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