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giovedì 8 settembre 2016

Un altro pezzo di passione

Oggi racconterò una storia. Una storia di un sogno, o di un incubo.
O forse, meglio, di una visione lisergica, fra figure distorte e ricordi sbiaditi. È la storia vista con gli occhi di un tifoso semplice della Robur. È la storia di come - ahimè - si rischia di perdere per strada un altro pezzo di passione.
Arrotoliamo rapidamente il nastro degli accadimenti, andiamo indietro fino a due anni fa. Il Siena non si iscrive, una tifoseria intera viene tramortita, ma reagisce con rabbia sdegnosa, quasi a voler far capire che, quando si vuole, a Siena si può ancora rinascere. In serie D 4.000 abbonati son tanti, pare quasi di assistere ad un movimento popolare. Il cuore palpita, siamo di nuovo vivi.
Un anno fantastico quello della serie D, vissuto a grande velocità. Forse troppa per chi vorrebbe gestire la società, ma alla fine non ci riesce. Mancano i soldi, lo slancio si arena, di nuovo i soliti fantasmi. Sembriamo maledetti.
Arriva una signora dalla Liguria, mette 2 milioni di euro e se ne va, con la promessa di rivedersi fra qualche tempo.
Ecco, inizia qui il loop, che ci porta fino a pochi giorni fa, per sette lunghissimi mesi nei quali si avvicendano le prese di posizione, i comunicati, gli inganni, le discussioni, gli schieramenti. I tifosi tornano di nuovo a fare da avvocati, commercialisti, notai, ma sempre parecchio dietro il fronte degli eventi, in una buia retroguardia dove si sente solo bisbigliare, dove arrivano voci dei bene informati, notizie false propalate ad arte, nella assoluta mancanza di certezze. Chiediamo oggi: ma qualcuno ha mai letto ad esempio (a parte pochi fortunati) questo cazzo di contratto preliminare che ci ha inchiodati dal 2 di febbraio? Noi no, come la stragrande maggioranza della tifoseria. Ed è normale che sia così, poiché ad oggi, come moltissimi nostri consimili, siamo spettatori paganti di spettacoli che guardiamo (poco) e che ci vengono raccontati (molto).
Con la nostra sommaria cronaca degli eventi su Wiatutti eravamo arrivati alla fine dell'era Ponte, culminata nella tragicommedia della notte del 22 luglio. Da lì in poi sfido a trovare qualcuno davvero convinto che l'ing. Mele avesse potuto attivare il suo diritto di prelazione: io non ero fra questi.
Ed invece, a soli tre giorni dalla scadenza del diritto garantito di cui sopra, Mele comunica non solo di aver trovato una cordata pronta a rilevare la Robur, ma di poter sottoscrivere una tranquilla continuità alla società ed alla squadra.
Iniziano giorni inquieti, che non mi sono piaciuti per niente.
Sono sempre stato abituato, nella mia storia di tifoso semplice, a parlare il giusto e ad ascoltare molto, sempre tentando di portare il massimo rispetto verso chi, per pura passione (almeno la mia) trovo da anni accanto a me sui gradoni del Rastrello; avendo sempre più in odio chi vuol indirizzare altri verso una propria visione, a volte anche interessata. Personalmente non ho molto da ridire, ma mi pare di aver notato alcune situazioni spiacevoli, nelle quali qualche tifoso non allineato al pensiero comune (qualunque esso sia, sto facendo un discorso in generale) sia stato "marcato a uomo", rimbrottato, financo sbeffeggiato. Questa cosa io non la farò mai e sempre ne prenderò le distanze, mi preme dirvelo.
Mele non presenta una adeguata documentazione, la Robur va alla Durio. Io sono tifoso della Robur e non della Durio (che pure ringrazio per gli sforzi profusi), così come sarei stato tifoso della Robur e non di Mele (che pure ringrazio per gli sforzi profusi), qualora fosse successo il contrario. W Anna Durio, pertanto, perchè questo è il nostro presente. Che invito a vivere, verificando ciò che ci è proposto con occhio critico e non pregiudizievole, ma anche senza wtuttismi che spero si sia capito non fanno bene alle nostre passioni.
Ecco, sono arrivato alla fine di un discorso che a qualcuno potrà sembrare retorico e mieloso, scritto da un tifoso vigile ma stanco.
Io ho scelto di non tenere una determinata posizione in questi mesi, fluttuando fra due poli ben schierati sballottati dagli eventi, formati da persone che ringrazio per avermi fatto capire, da una interpretazione o da un'altra, le loro ragioni, pro Mele o pro Durio. Ma alla fine io tifo solo la maglia, senza secondi fini o vantaggio alcuno, ed a malapena rivolgo la parola al presidente di turno. 
Se ce la fo (ma non ve lo prometto) mi farò buttare giù due articoli da due persone che hanno in questi mesi interpretato le cose in modo differente, in modo da riassumere, soprattutto per i lettori che non seguono il football, le interpretazioni di cui stiamo parlando.
Io ora mi so' rotto i coglioni, la questione Durio-Mele-Ponte non mi appassiona più. Domani l'altro gioco a Arezzo e spero solo di vincere su autorete al 97° dopo che loro hanno dominato la partita: questa è la mia posizione al momento. Poi mi passa, ma ora è così.
Perdonatemi.


"In attesa di sapere chi finalmente sarà il nuovo proprietario della Robur, non essendo tifoso dei proprietari ma di quella che è stata fin da piccolo la mia unica e vera squadra del cuore, il Siena, esprimo la mia emozione per l' imminente inizio di campionato e mi preparo per andare a Pontedera a fianco della mia squadra. Capisco che l'ennesimo ribaltone societario che mina una tranquillità che dopo anni ci meritiamo crei in ogni tifoso sgomento e ansia. Tuttavia credo che rimanere distaccati dalla proprietà di turno, dai giocatori, dagli allenatori, così come dai fantini nel Palio, permette di osservare quello che accade con più serenità".
(M. Chiantini, FB, 28.08.2016)

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