Il canale youtube di wiatutti!

giovedì 29 settembre 2016

Siena & Polisportiva: breve storia di un "amore" mai sbocciato

Negli ultimi giorni più d'uno mi ha dato del vecchio rancoroso (a ragione, peraltro...) sulla scia della mia netta presa di posizione contraria a tutto ciò che possa avvicinare la vita dell'attuale Robur con Polisportiva, Mens Sana, Emma Villas e chi più ne ha più ne metta, con tutto il rispetto delle citate società.
Le mie ragioni le spiegherò in altro momento. Ora invece vorrei portare alla vostra attenzione una memoria storica di chi ha vissuto in prima persona un altro periodo in cui questi chiacchiericci si fecero più intensi. Fabio Cannoni ci spiega cioè come già alcune volte i tifosi bianconeri abbiano nettamente negato ogni possibilità di "apparentamento" fra queste realtà. Perdonateci se, nel flusso della memoria, qualche dettaglio non sarà esatto. L'importante è che cogliate il senso del pezzo. Un grazie a Fabio.

Per meglio trattare l’argomento dei rapporti Siena-Polisportiva, direi di fare un passo indietro nel tempo, giusto per contestualizzare gli avvenimenti. 
Partiamo dagli anni '90, quando dopo l’ultima felice prestazione del Siena guidata da Perotti, con campionato vinto dalla C2 alla C1, si sono vissute per lo più cocenti delusioni e parziali soddisfazioni. Per comprendere quanto accadeva, io ho una mia personale opinione (ripeto: mia personale opinione…) che riguarda quello che ci si poteva aspettare dall’allora dirigenza del Siena guidata da Paganini. Forse la richiesta dell’Amministrazione della città del tempo era quella di non incorrere in gravi questioni inerenti il gioco del calcio, tanto da finire per garantire alla tifoseria campionati “sicuri” ma modesti, che non creassero problemi derivanti da eventuali promozioni in serie superiori, con conseguenze importanti - di impiantistica e non solo – che avrebbero condotto a mettere mano ad una situazione di confortevole (per alcuni) stallo. Avrebbe così una parziale giustificazione la spiegazione di una certa mancanza di voglia da parte della società di arrivare al conseguimento di un importantissimo successo nel campionato di C1, sempre sotto la guida Perotti, che vide la squadra – alla quale fu negato un eventuale premio di promozione - conquistare solo 2 punti nelle ultime 6 gare di campionato. 
La tendenza proseguì anche negli anni successivi, allorché si fece più aspra la contestazione al Presidente Paganini, che a parziale sostentamento delle sue spese si vide riconosciuto anche il provento proveniente dal parcheggio del Rastrello. Negli stessi anni iniziò anche il diverso trattamento che la Banca Monte dei Paschi di Siena, in crescente ascesa economica, scelse di riservare alle due maggiori istituzioni sportive cittadine, in ordine ai contributi elargiti, tanto da provocare una reazione importante da parte dei tifosi bianconeri, autori di proteste eclatanti con tanto di striscioni e slogan contro la Banca stessa. Le cocenti delusioni, come descritto sopra, acuirono la contestazione verso la Società, tanto da costringere il Presidente Paganini alle dimissioni, aprendo così un pericoloso vuoto societario. 
Fu allora chiamata in causa nuovamente l’Amministrazione Comunale che, come accennato prima, fu obtorto collo costretta ad abbandonare il proprio “tran tran” e ad interessarsi seriamente delle questioni calcistiche. Dopo la consistente spinta critica dei tifosi, nominata anche una commissione con facenti parte l’avvocato Carignani, Luca Luchini ed il sottoscritto, il sindaco Piccini trovò un importante interlocutore nella SNAI. Tralasciando la gestione della parte sportiva, ben presto incappammo nelle obiezioni sollevate dal Parlamento italiano - alcune voci parlano nello specifico anche per opera di esponenti politici senesi - che volle ravvedere una incompatibilità tra una società di gestione di scommesse ed una proprietà di una società di calcio. La SNAI, dopo alterne vicende, dovette lasciare il Siena e, pur mantenendo la proprietà economica, cedere gratuitamente le sue quote al gruppo Castagni. Si entrò nuovamente in un periodo di importanti travagli societari e varie furono le soluzioni prospettate. Una, propugnata anche dal sindaco Piccini, portò alla creazione di una società mista fra pubblico e privato. 
In tale contesto si inserì l’iniziativa promossa dall’allora Presidente della Polisportiva Giorgio Lucchesini, di creare all’interno della stessa struttura una sezione dedicata al calcio, con interessamento di Provincia e Banca. Tale proposta, che prevedeva tempi abbastanza lunghi per l'attuazione, venne aspramente criticata sia dai tifosi bianconeri sia dalla attuale proprietà Castagni. I primi, considerando le situazioni descritte in precedenza, avevano timore che venissero create realtà sportive di “figli” e “figliastri”, mentre la proprietà ambiva a tempistiche molto più celeri. Per tornare ai dubbi dei tifosi, una chiacchiera di “fantacalcio” parlava, ai tempi della SNAI, di contributi elargiti dalla Banca che andavano dai 40 milioni per la Robur contro il miliardo e mezzo alla Polisportiva. Ma, lo ripetiamo, si trattava di semplici voci. 
Riallacciandosi invece al problema principale, diamo atto all’Amministrazione Comunale di aver varato la soluzione della famosa divisione delle percentuali di possesso delle azioni con la formula del 40% a Ponte, 40% a Pastorello e 20% diviso fra quattro soci senesi, Mangiavacchi, Salvietti, Pianigiani e Verdiani (40-40-20). A questo punto, però, dobbiamo giocoforza tornare a quello che succedeva sul terreno verde, dove capitò l'evento più impensato e desiderato anche da chi, come me, era stato spettatore della storia bianconera fin dagli anni '60: il Siena promosso in Serie B! Tale avvenimento comportò importanti cambiamenti negli ambienti economici e politici cittadini, in cui ci si accorse che il calcio era divenuto un importante fenomeno sociale, seguito oramai da migliaia di persone a fronte delle centinaia che in precedenza non potevano rappresentare quel potenziale bacino di consenso che ogni amministrazione politica avrebbe gradito. Di conseguenza, anche la maggiore istituzione cittadina, soprattutto dopo aver visto che sulle maglie bianconere della promozione in B veniva riportata come sponsor la scritta “Romagest”, non poteva esimersi dal giocare un proprio ruolo da protagonista. 
Parallelamente, come succede anche nelle migliori famiglie, nonostante un risultato sportivo eclatante, alcune crepe iniziavano a comparire nella solidità della compagine societaria. Pastorello dichiarò allora il proprio intento di cedere la sua parte di azioni, provocando una significativa turbolenza anche perché, non conoscendosi il nome del possibile acquirente, molte sembravano le possibili soluzioni interne, dall’intero acquisto da parte di Ponte, all'ipotesi analoga dell’altro gruppo di imprenditori senesi. Le frizioni si acuirono tanto da provocare l’uscita di scena di Ponte, le cui azioni rimasero per il momento sospese, mentre finalmente veniva rivelato il nome del sostituto di Pastorello: grazie anche all’interessamento del sindaco Piccini, fu individuato nella figura dell'Ing. Paolo de Luca, che nominò a sua volta come proprio rappresentante nel CdA Ferdinando Minucci, nome non graditissimo ai tifosi bianconeri per i suoi impegni nella Polisportiva. Sul versante sportivo, a fronte di un più che soddisfacente primo campionato di serie B terminato con una salvezza tranquilla, ne iniziò un secondo di tutt’altro esito iniziale. I continui risultati negativi della squadra e le conseguenti vivaci contestazioni dei tifosi portarono alle dimissioni del Presidente Salvietti e causarono nuovamente importanti sconquassi societari, con la necessità di trovare una giusta allocazione alle azioni in circolazione. 
Si aprirono due possibili alternative, prima che l’Ing. De luca decidesse di diventare unico proprietario della società: una rappresentata, dopo alcuni anni, dal nuovo intervento diretto della Polisportiva, l’altra inerente l’appoggio momentaneo delle quote nel portafoglio della FISES. La prima proposta fu respinta a furor di popolo durante un incontro proposto proprio dal consigliere Minucci, presso l’Hotel Excelsior, dai tifosi bianconeri ancora memori dei differenti trattamenti subiti dal calcio negli anni passati rispetto al basket, mentre la seconda fu ostacolata, in un primo momento, da un importante esponente politico locale che non gradì che nel portafoglio della FISES fossero figurate azioni di privati accanto ad importanti quote della Mens Sana. La risposta dei tifosi non si fece attendere e l’intenzione di apporre allo stadio una striscione indirizzato allo stesso esponente politico in occasione di una gara di Coppa Italia contro il Verona, fece sì che le azioni del Siena trovassero un temporaneo rifugio presso la FISES in attesa del definitivo acquisto da parte dell'Ing. De Luca. 
Da allora in poi, mai più forse si è parlato con tanta intensità di qualsiasi contatto fra Robur e Polisportiva. 
Come penso si evidenzi dagli eventi riportati – tutti verificabili da fonti ufficiali – la storia del Siena calcio con la Polisportiva Mens Sana, per ragioni varie, per cattiva sorte o per questioni socio-politiche, non solo non è mai andata a buon fine, ma non ha mai neppure trovato le basi per uno sviluppo sereno e scevro da forti polemiche. 
La storia ci insegna, facciamone tesoro.

Cordiali saluti


Fabio Cannoni

1 commento:

  1. Bellissimo resoconto di storia (non troppo remota). Un grazie alla memoria storica Fabio e al grande blogger Almuta.

    RispondiElimina