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giovedì 19 maggio 2016

Wiatutti capisce la funzione del Santa Maria della Scala

Uno dei quesiti esistenziali che questo blog si porta dietro fin dalla sua nascita ha riguardato la reale funzione del meraviglioso polo museale del Santa Maria della Scala, nella realtà e soprattutto nelle intenzioni dei nostri governanti.
Non so se vi è mai capitato, nel dormiveglia che accompagna l'arrivo del sonno, di scrollarvi di soprassalto e di farvi una domanda, magari su tematiche che avevate fin lì sepolte in fondo al subconscio.
Ecco, a me qualche volta, in fase di appisolamento, è balzato d'improvviso in testa il domandone: "Ma che ci fanno/faranno al Santa Maria?".
Il tutto perché, ad un certo punto, non seguivo più il filo logico della questione: un giorno il museo mi pareva aperto, poi chiuso, poi riaperto con una mostra (oddio... mostra è un parolone...), poi vuoto, poi infine in sfacelo, poi in mano ad una Fondazione.
E mi chiedevo sempre come potesse essere possibile che un gioiello di questa portata - perché a mio avviso a Siena non tutti hanno la percezione appunto della portata dell'importanza del SMS - non fosse sfruttato se non per quote percentuali bassissime, rispetto alla propria potenzialità.
Però, ripeto, la mia conoscenza dello stato dell'arte era sfumata, nebulosa.
Sognavo, ad un certo punto, che, in un barlume di rara lucidità, qualcuno dei nostri politici alzasse bandiera bianca e dicesse: "Ragazzi, scusateci tanto, noi siamo inadeguati, non ci si capisce niente e con questo coso non sappiamo che farci. Per cui lo abbiamo dato in gestione onerosa a qualcuno più bravo di noi, ai curatori del British Museum". Ma poi leggevo qualche intervista del Sindaco, molto rassicurante e supercazzolata, che ci diceva che sul SMS c'erano grandi progetti, un bando, una persona qualificata, una politica lungimirante, poi ancora una foto di lui ignudo in bici, ecc. Ed allora mi acquietavo, sconfitto, umiliato ed offeso.
Restava tuttavia un fatto: dentro al SMS non veniva organizzato niente!
Qualche giorno fa, come sempre, leggo con attenzione il pezzo di Daniele Magrini sul proprio blog, che argomenta un'intervista a Daniele Pitteri e Stefano Casciu, rispettivamente Direttore del Santa Maria e Direttore del Polo Museale Regionale. E, d'impatto, capisco ciò che era finora successo!
Finalmente, finalmente...
Cito Daniele dal suo profilo FB:
1) "Soldi spesi male".
2) "Niente progetti con annessi piani economici".
3) "Magazzini usati come discarica".
4) "Vecchi allestimenti risalenti ad una mostra del 2011 ancora lì accatastati".
5) "Un bisogno urgente di interventi nella parte attuale, altrimenti si chiude".
Ed a sentire le interviste integrali, prende il magone ed il mal di pancia, poiché il Santa Maria è qualcosa che chi è di Siena sente come una cosa sua, intima.
Allora la verità era quella che Wiatutti aveva sempre sospettato: che cioè chi ci ha messo le mani (cioè chi ha governato Siena) ha F-A-L-L-I-T-O in tutto, in una attività quasi impossibile da far fallire.
E mi chiedo come questa gente che ha F-A-L-L-I-T-O possa ancora non solo favellare, ma tentare di dettare legge, o sostenere per iscritto l'appello di studiosi che tentano di dare idee di sviluppo alternativo (capita anche questo...).
Su una cosa sola mi sento di non essere in completo accordo con Daniele, quando afferma cioè che i soldi del Monte sono stati spesi male: ma siamo davvero sicuri che questi denari siano stati tutti spesi, oppure...


"Anche oggi sul Santa Maria della Scala è scandalo, ma più grave, che chiama in causa le responsabilità politiche di decenni in cui a Siena hanno imperato – nascoste dalle parole della fuffa e dal clientelismo – inerzia, incapacità progettuale, mancanza di realismo".
(D. Magrini, "Santa Maria della Scala, la verità ti fa male", Il silenzio non è d'oro, 16-05-2016)

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