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mercoledì 3 febbraio 2016

Salvi con ricapitalizzazione

No, non si dovrebbe fallire (io uso il condizionale, non si sa mai...).
Con un coup de théatre da far impallidere la miglior "Carramba che sorpresa", Ponte ricapitalizza la Robur Siena con 1,9 milioni di euro, traghettandoci verso una seconda parte del campionato in piena tranquillità (speriamo...).
Anzitutto, come già avvenuto per la analoga operazione dell'estate, Wiatutti dice grazie al presidente; ma per un atto dovuto, non per una manna che piove dal cielo. Deve difatti restare agli atti, nella logica e nello stato dell'arte che chi sceglie di essere il vero proprietario di una società, ha il compito in primis di assolvere ai deficit di bilancio e di pagare le proprie spettanze, soprattutto se esse sono tutte farina del suo sacco. Ma siccome ultimamente a Siena ci hanno convinti che il non far fronte ai propri impegni sia "normale" ed anzi che necessiti anche di una sbandierata, siamo felicissimi di rendere grazie a chi ci mette nella posizione di pensare prevalentemente ai meri fatti sportivi. Ed uso l'avverbio "prevalentemente" perché Wiatutti non finirà (mai) di avere un occhio al campo di giuoco ed un occhio alle questioni societarie. A chi questo approccio non piace, non legga questa blog, consiglio.
Ordunque, tutto bene ciò che finisce bene... Ma io parto subito con alcune considerazioni.
1) È ormai risaputo (ora lo possiamo scrivere, penso) che Ponte, fino a qualche giorno fa, stava attraversando un periodo non bellissimo, assediato dalle richieste di chiarezza di una parte della tifoseria, criticato financo dai soci minori, non gestibile sul piano della conduzione sportiva. Insomma, la sensazione era che il problema pecuniario fosse talmente accentuato da creare parecchie paturnie al nostro condottiero. Da qui a trovare 2 milioncini, il passo è stato breve: bene. A me piacerà tuttavia capire da dove provengano questi denari, ma non per fare i conti in tasca a Ponte (ci mancherebbe), quanto per tentare di capire davvero chi sia il proprietario della Robur. Mi pare questione non da poco.
2) Ponte ripiana l'integrale copertura delle perdite a fine 2015, che assomerebbero a circa 900.000 euro.... 900.000 euro????? Ma come è stato mai possibile, in soli sei mesi di attività, andare sotto di quasi 1 milione di euro???? Come è possibile cioè che un amministratore capo (Ponte) permetta ad una azienda risanata in estate di riandare così pesantemente sotto la linea di pareggio? "Vabbè", direte voi, "se tanto poi lui ripiana, che te ne frega?". Mah, un pochino sono preoccupato, poiché non mi pare che la gestione delle spese sia stata condotta con grande oculatezza... se poi si deve urlare per forza "W tutti", allora è un altro discorso.
3) Fatto salva la tranquillità per il campionato in corso, è ora (ora!) il momento di progettare/organizzare/brigare/ben comunicare un progetto almeno annuale, meglio se biennale. Mi scuso, ma sono scettico a tal proposito...
4) Parole di Ponte: "L'azienda ora è vendibile", segno che prima non lo era. "Abbiamo messo a posto la società", segno che prima non lo era. "La Robur Siena ora è un club solido", segno che prima non lo era. Forse (forse) qualche problemino allora c'era... Forse (forse) i focillati/gufi/zizzaniosi qualche ragione per alzare la voce allora ce l'avevano... Forse (forse)...
5) Parole di Mele (in serata dimissionario dal CdA...): "Spero che da oggi inizi la seconda fase, dopo quella iniziale, chiamiamola di sperimentazione, in cui a Ponte venga riconosciuto lo sforzo notevole che ha fatto". Ecco, qui sta il nocciolo della questione, per quanto mi riguarda. La fase di sperimentazione è stata lunga, lunghissima; ed è costata molto, moltissimo. In primis la fiducia e l'entusiasmo di 4.000 abbonati (fra cui il mio). Se la fase di sperimentazione fosse stata più logica e ponderata, sono sicuro che la ricapitalizzazione sarebbe stata assai inferiore ed avremmo fra le mani una società sull'avvio dell'organizzazione. Ad oggi Ponte non è riuscito ad uscire dalla sperimentazione (io direi disorganizzazione) ed io penso che non ne uscirà mai, sic stantibus rebus. Non sono cioè i 2 milioni di euro che mi fanno esultare, a me piacciono i progetti ben studiati, credibili, facili da comprendere, che tengano di conto la passione della gente. Tutto questo, ahimè, Ponte non lo ha dentro. Punto. E per questo, con tutta la simpatia che io provo per l'uomo e l'appoggio che gli ho dato in tempi non sospetti come colui il quale avrebbe tentato con tutti noi di giocarsela fuori da certi brutti giochini che hanno devastato Siena, io non lo riconosco ad oggi come persona credibile nel gestire la squadra del mio cuor.




"Credo che la squadra sia competitiva, ma non voglio parlare più di obiettivi"
(A. Ponte, 02.02.2016)

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