Il canale youtube di wiatutti!

martedì 17 novembre 2015

Il pomo

La puntina del vecchio mangiadischi scassato sta finendo lentamente il suo lavoro, mentre la voce di un giovane Enzo Jannacci riempie la stanza. Il cielo è grigio, come l’altra faccia dell’America citata nel testo della canzone, la giornata è grigia e anche le persone sembrano tinte dello stesso colore.
Il sole stenta a farsi largo tra la nebbia spessa che, stranamente, se ne sta a qualche decina di metri dal suolo, rendendo la visibilità in collina molto più difficoltosa che in pianura. 
E nel grigiore di una malinconica domenica autunnale di terza serie, dove anche l’ozio riesce ad annoiarsi, aspetto impaziente il calcio d’inizio di Pisa – Siena, unico evento rilevante di un fine settimana inutile, intristito dalla follia umana e appesantito dal tam tam mediatico tipico dei “giorni dopo”. La televisione, orfana del calcio di serie A, martella sui fatti di Parigi. La fredda cronaca si mischia con la costernazione costruita dei cronisti, impegnati a scavare nelle vite private delle vittime, e la triste sequela di frasi posticce dei politici, tutti drammaticamente affranti ma assolutamente incapaci di dire qualcosa di intelligente. E anche le parole utilizzate, sono le solite di sempre. 
Spengo la tv e ingaggio una durissima battaglia con il cane, il quale non ne vuol proprio sapere di farsi mettere il guinzaglio. Se solo avessi comprato il biglietto, adesso sarei occupato a guidare l’auto verso lo stadio di Pisa. Non capisco perché sia vietata la vendita dei biglietti il giorno stesso della partita: di tutte le follie normative che girano intorno al mondo dell’italico pallone, questa è sicuramente la più assurda. L’albero di pomo al centro del giardino conserva ancora una foglia, mentre le altre sono tutte distese sul terreno; sembra montato al contrario, con le radici in aria e la chioma in terra. E i suoi frutti arancioni attaccati ai rami spogli sono l’ultima testimonianza di vita. Vita: parola corta dal significato enorme.
Impreco contro me stesso. Controllo il telefono e respiro il profumo umido della sera. La città sembra rallentata, quasi stesse aspettando il momento di tirare fuori luci e addobbi e le campagne profumano di terra lavorata. Impossibile non pensare a Siena – Pisa del 2000. Sembra ieri, ma è passata veramente una vita. E il caldo di quel maggio lontano sembra un miraggio nel tepore umido dei giorni nostri. 
Un pensiero improvviso mi apre un file del cervello, vorrei chiuderlo senza salvare ma non ce la faccio. L’ultima volta che giocammo a Pisa erano ancora in piedi le Torri Gemelle. Sembra preistoria, ma sono passati soltanto 15 anni. Sembra preistoria, ma dopo 15 anni siamo ancora qua. Nel mezzo, tra l’oggi e lo ieri, tutto e di più. Guerre, inverni, campionati vinti, fallimenti, rinascite, Ville Biagio, palii persi e scapaccioni. Corse all’ospedale per accogliere l’ultimo arrivato e stanche passeggiate al campo santo per accompagnare un pezzetto della nostra vita che se ne stava andando. Mi fermo a riflettere su quanto assurdo possa essere associare gli attentati a Pisa/Siena, ma poi mi rendo conto che se penso ai primi anni del 2000, ci sono due cose che mi vengono subito in mente: le torri gemelle ed il Siena il serie B (poi arriverà anche il 2003, ma questa – come direbbe Lucarelli - è un’altra storia). E allora l’associazione non mi pare più tanto azzardata. 
Anche perché fra qualche tempo ricorderemo la partita di oggi e ripenseremo inesorabilmente a Parigi e viceversa. Ed inoltre sullo stemma della capitale francese è riportata una frase particolare: “Fluctuat nec mergitur” che a pensarci bene potrebbe essere il motto della vita di ognuno di noi; quindi non credo di essere irriguardoso o dissacrante nei confronti di nessuno se spero che anche la Robur possa resistere alla forza dei flutti senza affondare e approdare indenne al porto di Pisa. 
Appena il tempo di accendere il tablet e collegarmi al sito che la vipera ci ricorda chi era e cosa sapeva fare. Ci troviamo stranamente in vantaggio fuori casa, tipo Pontedera. Sarà il caso, sarà il destino, ma l’aria pisana ci fa veramente bene. Spererei soltanto di non dover rivivere i prossimi 70 minuti con l’angoscia di giocare in 9. Ed invece il Siena offre un buon calcio e imbriglia il Pisa, che praticamente non fa niente per pareggiare. Nell’unico sussulto neroazzurro il nostro portiere ci ricorda ancora una volta che – ahinoi! – è a Siena soltanto di passaggio. La serata all’improvviso appare meno grigia e paradossalmente il buio sembra aver portato un po’ di luce. Ancora 45 minuti. 
Il secondo tempo visto dal divano, seppur termicamente confortante, non è piacevole. Il Pisa attacca, il mister ringhia e il non rimpianto Mannini corre come un ossesso, anche se sembra orfano di D’Agostino. Il pareggio arriva inatteso come una multa: praticamente ci facciamo goal da soli. Ora si mette male… Invece, come il sole durante l’estate di San Martino, succede qualcosa di bello e fatale. Anziché farci chiudere nell’angolo e aspettare il 90°, osiamo. Osa il mister, osano i giocatori, osano i 500 cuori bianconeri allo stadio e nel mio piccolo oso anch’io. E quando al goal del jack di Bastoni mi ritrovo a gridare come non succedeva da tempo, capisco che restare a casa non è, e non sarà mai, una buona scusa. Il goal ferisce il Pisa a morte e senza rischiare niente arriviamo alla fine. 
Dal giardino del vicino la pianta di pomo mi guarda e a modo suo sorride, mentre l’ultima foglia si stacca dal ramo e vola via. Forse si chiude un capitolo e se ne apre un altro.

Pisa – Siena 1-2: l’ultima volta che passammo di qui, prendemmo il volo. L’ultima volta che passammo di qui non sapevamo ancora osare. L’ultima volta che passammo di qui, fu tutto una sorpresa. E le sorprese a volte, iniziano proprio così… 

E Siena trionfa immortale!


Mirko

1 commento:

  1. Complimenti............hai dei passaggi davvero di grande effetto che colpiscono al cuore.

    Gianluca

    RispondiElimina