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lunedì 6 luglio 2015

Forza Atzori

Ebbene sì, ce l'abbiam fatta!
Dopo decine di rinvii (anzi, di rimandi rispetto a scadenze che nessuno aveva richiesto...), dopo aver vagliato il curriculum di circa 300 candidati, Gianluca Atzori è il nuovo allenatore della Robur Siena.

Anzitutto chiariamoci: si scrive Atzori, ma si legge Azzori (e, di rimando, il titolo dell'articolo è quindi "Forzazzori"). Che è un cognome con chiare discendenze sardo-nipponiche. Ed anche fisignomicamente il buon Gianluca pare a metà fra un ronin giapponese ed un mamuthones sardo, con un pizzico di simil-sottoproletariato urbano alla Pasolini. 
A pelle, a me il tipo è sempre stato simpatico; e vi chiarisco subito il perchè.
Dicembre 2008, si disputa una partita drammatica fra Siena a 6 punti e Catania a 9 punti. Finisce 3-2 per noi, Atzori - mister del Catania - il giorno dopo viene allontanato e sostituito con Mihajlovic.
Dopo la partita, fringuello a Santa Caterina; esce Atzori e staziona lì per un po', in attesa di qualche parente, che poi arriverà dopo poco.
La faccia è quella di un allenatore che conosce il proprio destino, quello dell'esonero: triste e sconsolata. Ma non sconfitta.
Non so come spiegarlo, ma in quel momento vedevo nell'espressione del buon Gianluca la consapevolezza della propria professionalità e di una possibilità di rivincita. Non so proprio perché, ma quella faccia mi rimase talmente impressa che me la ricordo nitidamente anche ora, a distanza di anni.
Allora Atzori era un mister emergente, come suol dirsi. Oggi pare più in parabola discendente, con un curriculum condito, negli ultimi anni, di esoneri a ripetizione. Ma, allo stesso tempo, di ottime annate passate in Lega Pro.
I curricula contano, ci mancherebbe. Ma non sempre. Ricordiamoci solo in che condizioni arrivò Mario Beretta prima dello splendido ultimo campionato di serie B...
Io quel Catania di quella sera (o la Reggina di qualche anno prima), me lo ricordo bene: squadra propositiva, che giocava benissimo a pallone, punita solo da mostruose disattenzioni personali, che amava il gioco d'attacco, fatto di manovre ariose e sempre pericolose.
Non so se sia cambiato, ma il gioco praticato da Atzori a me piaceva molto. Con una riserva: la fase difensiva non mi pareva curata al massimo.
E ciò mi pareva strano, dato che il mister, in carriera, era stato un discreto difensoraccio, di quelli anche dai modi non proprio ortodossi.
Oggi Atzori pare molto voglioso di rifarsi dalle disavventure degli ultimi anni, affidandosi ad una opportunità che la Robur Siena gli ha concesso, dopo un'ipotesi di abboccamento che avvenne già nel post Conte.
Ecco, bello parlare di opportunità e non di progetto, parola con cui il mondo del pallone si riempe la bocca e che spessissimo è di vuoti contenuti. Meglio volare bassi, per ora.
Benvenuto.



"Non cerco nessun progetto perché questa parola non esiste, è nella bocca e nei sogni di noi allenatori. Aspetto una chiamata, una nuova opportunità".
(Intervista di Atzori a Tuttomercatoweb, 08.04.2015)

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